Ritorno con Pianigiani

10 Aprile 2017 di Oscar Eleni

Oscar Eleni sui sentieri vuoti alla ricerca del tempo in cui i tirannosauri si baciavano. Nostalgia canaglia che sembra tormentare anche tanta altra gente, se il derby bolognese fra vecchie glorie porta in tribuna e nelle casse molta più gente e soldi di quanto possono fare oggi certe società, in certi palazzi, in certe arene spelonca dal tetto basso. Chi era a Bologna, prima del dell’old basket, sentiva qualcosa nell’aria che forse rivivrà per il derby di A2, ma, onestamente, siamo davvero sull’altra faccia del pianeta, come talento, come forza societaria, anche se, per fortuna Virtus e Fortitudo di oggi hanno buonissimi allenatori, gente da premiare a prescindere, perché quando vediamo certi giocatorini, qualche dinosauro, stranieri in tutto e per tutto, con maglie che non meritano, possiamo capire perché Ramagli e Boniciolli abbiano bisogno di buon cibo per gratificarsi, per capire, per sopportare. Aspettiamo il play off di A2 cercando di capire chi sarà l’unica a salire di un piano.

Visto come ci ha trattato l’Europa, è un piano basso considerando che la dominatrice del campionato nazionale, cioè l’Armani che va sul sentiero vuoto dove vorrebbero camminare le pretendenti, è arrivata ultima, dando persino spazio a Kazan dove, si dice, i giocatori viaggiano su voli a basso costo, ad alcuni fa bene sembra, se poi lo sconosciuto Williams domina al Forum (contro chi?). Be’, siamo al tormentone sul chi è Tatiana, e questo lungo diventa mvp della giornata, quella che ha castigato, purtroppo, la Stella Rossa di Dejan Radonjic, dando però spazio al Darussafaka di Blatt che così ha portato una terza squadra turca fra le otto finaliste. Ci divertiremo con il play off dell’eurolega, anche se i turchi che organizzano la finale rischiano davvero di non avere una squadra fra le migliori quattro se il Fenerbahce dovesse pagare il fattore campo al Panathinaikos, considerando che Darussafaka è sfavorito netto con il Real Madrid e l’Efes dell’eccellente Perasovic difficilmente se la caverà con l’Olympiakos che nella sua tana al Pireo si può difendere contro chiunque.

Certezza per il CSKA, perché Vitoria ha fatto fin troppo come si dice di tutte le squadre che puntano su un tipo fragile come Bargnani, un mago su sentieri vuoti, un altro che se dovesse dire no alla Nazionale, ammesso che non sia escluso prima di dover pensare a come uscire bene, non porterà a cercare il senso del vuoto all’Ettore Messina che dalla Bononia non più docente riceve messaggi per guardare con ottimismo al prossimo Europeo. Certo di Bargnani non si sentirebbe la mancanza. Diverso il discorso su Gallinari. Giusto, però, non mettersi in ginocchio pregandolo di darci quella mano invisibile a cui fino ad ora ci ha chiesto di aggrapparci il Gallo che chiude bene con Denver, ma fuori play off. Dei due italo NBA ci resta soltanto Belinelli liberato con Charlotte, come Denver, dall’angoscia del post stagione dove il gioco si fa duro davvero. Staranno a guardare. L’uomo di Sangio ha già detto che vorrebbe chiudere con una medaglia in maglia azzurra, che manca al suo già notevole diploma di campione, per gli altri chissà.

Qui si viaggia su sentieri che sembrano ancora vuoti, anche se ogni tanto ti risveglia Luca Vitali, anche se ti ritrovi per un giorno con Cervi grande protagonista, anche se chi crede senza se e senza ma in Aradori o Cinciarini annuncia che non si deve avere paura di un domani che partirà da Tel Aviv dove presto ci diranno se Alessandro Gentile potrà davvero ritrovare quello che è andato perduto nella nebbia di Assago e che non è stato ritrovato al sole di Atene. Questo viaggio della speranza a Gerusalemme, appena in tempo per sentire urlare Pianigiani che è ancora quinto con la squadra che, al momento cerca le finali avendo un record di 13 vinte e 13 perse. I dietrologi, quelli che forse Repesa considera gufi, come ha cercato di far capire dopo la vittoria per i suoi dottor Jekyll e mister Hyde contro una Venezia che ha il diritto di non sentirsi tanto lontana dai più ricchi, pensano che il Gentile rimesso nelle mani del nocchiero capace di dare tanti scudetti in fila a Siena, anche se qualcuno è stato tolto, anche se resta in piedi la polemica aspettando un processo in tribunali dove si rimanda sempre, riaffidato ad un allenatore che in Italia, con Siena e con la Nazionale, ha fatto certo meglio che ad Istanbul, casa Fenerbahce, o Gerusalemme, potrebbe aprire scenari nuovi anche per Milano. L’uomo della Lupa che torna in città portando il figliol prodigo a cui verrebbe sacrificato il Gelsomino Repesa che dovrebbe, finalmente, diventare realista.

I giocatori dell’Emporio sono quelli che ha conosciuto all’inizio quando tutti pensavano che Milano fosse a competitiva anche per stare fra le otto migliori d’Europa. Questa ricerca continua di una difesa che non è nella natura di almeno nove dei quindici arruolati, questo pensare di poter ancora educare, migliorare, non perdonando, ma castigando sempre, potrebbe diventare un boomerang come ha potuto notare nella sera contro il Kazan quando in tribuna c’era proprio Ale lo scomunicato. La gente ha applaudito soltanto lui e Langford (da chi e perché furono separati?). Per il resto fischi, insulti, ma, come avete visto, se seguite anche un po’ di calcio, l’Inter ad esempio, i nuovi giannizzeri se ne strafottono. Succede da tutte le parti. I giocatori di questa generazione vogliono soltanto sapere a che ora potranno raggiungere gli amici dove si balla, e non soltanto. È successo, succede. Altro che mandare in giro investigatori privati. Certo è comico sapere che alcuni sbevazzano, starnazzano, spipazzano, facendo capire che qui sono di passaggio e nei loro sogni resta la NBA. Sapranno bene, come i loro agenti, che la NBA ha tanti osservatori per il valore tecnico, ma anche tanti informatori sul fuori campo.

Intanto camminiamo nel liquido di una classifica che questo turno ha scombussolato dove l’acqua è meno profonda. La bella Trento del girone di ritorno è stata sgambettata dalla sorte. Ora ha trovato un nuovo innesto ma resta appesa fra quarto e quinto posto. Varese si è fermata a Reggio Emilia davanti al muro Cervi e, a sentire Caja, anche ai trilli arbitrali, segnale primaverile del disagio davanti al problema di sempre: saremo anche tutti vittimisti, ma fra A1 e A2 abbiamo visto e sentito fischiare cose che voi umani della vecchia generazione fareste fatica a capire. L’unica cosa che affascina è questo fiorire della Pistoia affidata a Vincenzo Esposito il descamisado che sta facendo cose interessanti in un posto dove, ammettiamolo, chi lavora bene ha sempre trovato un ambiente positivo, anche se questo lo dicono quelli che cercano una scusa per giustificare certe defenestrazioni. Siamo un popolo di allenatori che saprebbe sempre fare meglio di chi sta in barca e deve combattere, magari, con gente che vede soltanto ebano e mai avorio. Capita che non abbiano una panchina tipi come il Banchi che ha vinto due scudetti. Che siano in A2 allenatori che hanno fatto benissimo in A1. Succede anche con i giocatori. Preferiamo certi leoni da seconda categoria a certi cicisbei che stanno più in alto.

Sul sentiero vuoto, ascoltando il canto di Bologna andiamo dietro anche al nostro caro amico Parodi, cofondatore dei Giganti, quando pensavamo che fosse già un miracolo fare una rivista di basket, che sta radunando i combattenti e reduci della Saiwa Genova che fu il massimo livello di basket sotto la Lanterna prima di Tanelli e dei suoi boys. Li ha trovati quasi tutti. Mancava all’appello Pinasco, il lungo che abbiamo visto a Cantù e Forlì, un giocatore utile che cambiava casacca soltanto se la società che lo voleva poteva garantire il posto di lavoro. Eh sì. Studiare, lavorare, giocare. Altra musica, altri occhiali da sole, altre creme o profumi. Ora, grazie a Corsolini padre, sembra che il raduno possa avere tutti i protagonisti di quel tempo in cui veniva portato verso i canestri il nobile Dal Pozzo animatore dei raduni per veterani di cui ora non sentiamo quasi più parlare. Pagelle seguendo il randagio sardo adottato da un milanese che al collo gli ha messo un collare speciale: ”So come tornare a casa”.

10 Ai VETERANI di Fortiudo e Virtus che hanno riacceso le luci del Madison di piazza Azzarita perché è quello spirito che ora sembra mancare alla nuova generazione imbesuita davanti allo specchio delle brame degli agenti. Certo un Boni che a 53 anni segna ancora tanto in serie D a Soresina fa impressione, certo vedere alcuni vecchi fare certe cose dovrebbe far meditare i “giovani” montati del momento, perché la critica viene osteggiata e l’autocritica bandita.

9 Ai CINCIARINI che in modi diversi hanno dato una mano ai loro allenatori traballanti. Quello di Milano, il capitano, cercando di fare il cane da pastore fra arieti in calore, quello di Caserta, dopo un pericoloso faccia a faccia, le tensioni, per ridare a Dell’Agnello il gusto della vittoria portando la squadra dei pochi quasi in salvo.

8 A CERVI che fa suonare il tamburo degli osservatori di Messina angosciato da questa debolezza al centro che potrebbe far scivolare Azzurra anche al prossimo europeo. Meglio per lui e per Menetti. Ora, però, non ci faccia subito pentire di averne notato il miglioramento.

7 A David Blatt il pitbull naso rosso che ha portato il Darussafaka fra le prime otto. Nel suo carnet da viaggio tanti trionfi importanti, magari l’anno prossimo sarà ancora al Maccabi, ma qui da noi il fronte degli invidiosi si ricorda soltanto il divorzio dal prescelto, o come si chiama, LeBron, prescelto per voi che vivete di hamburger.

6 Al RAGLAND che si è ricordato in tempo di dovere a Sacripanti almeno la lealtà. Con lui è sempre andato meglio che in posti dove lo pagavano e veneravano di più. Ad Avellino la spalla dolorante nascondeva anche un certo disagio. Contro la sua ex Cantù ha sparato un 9 su 11 da 3. Non ci piace il tiro da 3 usato oltre la decenza, ma i lupi avevano bisogno di ritrovare un rifugio.

5 A TORINO perché si sta scomponendo proprio adesso che il suo sponsor Fiat ha rimesso in scena per la pubblicità delle auto l’ometto dei tempi in cui il sole spaccava le pietre. Ci dispiace per Vitucci perché avrebbe bisogno di trovare serenità e non gente che la Digos vorrebbe punire con un Daspo pur sapendo con chi hanno a che fare.

4 Alla PESARO dei peccatori che scappano in discoteca dopo sconfitte dolorose, quasi letali, il pericolo retrocessione c’è ancora pur dopo l’impresa di Brindisi, poi ritrovano un’anima, la multa e si svegliano come ha fatto Clarke. Sabato con Caserta capiremo se i finti lupi hanno perso il pelo ma non il solito vizio.

3 A SARDARA tanto per rovinargli la festa dopo la bella impresa di Trento perché la sua dichiarazione al giornale sardo sulle verità che farà conoscere soltanto a fine stagione fa pensare a gravi fratture, creando sospetti su tutto e su tutti e questo addolora.

2 A Romeo SACCHETTI per questa musata contro le speranze play off della Brindisi che non poteva illudersi di aver trovato in Samardo Samuels il salvatore di cui aveva bisogno perché questo giamaicano ha talento, ma spesso dorme fuori.

1 A Luca VITALI per aver tolto il sorriso dalla faccia dei suoi ex tifosi di Cremona rimettendo nei guai la squadra che con lui e Pancotto fece una straordinaria stagione. Certo anche Brescia aveva bisogno di fare chiarezza su certe debolezze mentali, ma l’ex che infierisce fa sempre più male.

0 A SKY perché con la diretta alle 18 di Milano-Venezia ci ha dimostrato che se fa comodo a loro spostano le trasmissioni anche andando a speronare le altre partite di campionato. Questa storia degli orari, delle notturne oltre le 20, è una prova ridicola per far vedere chi piscia più lontano. Una Lega seria non lo permetterebbe, una Federazione forte non la subirebbe. Per non parlare del 20.45 RAI sempre in collisione col miglior calcio. Eutanasia e masochismo.

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