Nuova banconota da 50 euro, l’Europa sempre in contanti

5 Aprile 2017 di Stefano Olivari

Da oggi è in circolazione la nuova banconota da 50 euro, che secondo la BCE sarebbe più difficile da contraffare rispetto a quelle della prima serie, che usiamo dal 2002: fra l’altro il 50 euro (la nostra mezza gamba, quando nel vecchio mondo la mezza gamba erano le cinquantamila lire: tutto torna…) è anche la banconota più diffusa, nonostante la cosa sia controintuitiva visto che di solito il contante viene comodo giusto per i giornali o il pane (compriamo ancora i giornali e il pane nei negozi dedicati). La moneta elettronica, internet, i pagamenti 4.0, eccetera, dovrebbero dare in teoria un senso soltanto alle banconote di piccolo taglio, e invece no: del resto quasi l’80% dei pagamenti (non la somma del valore, ma il numero dei pagamenti) nei 19 paesi della zona euro viene tuttora effettuato in contanti.

Non entriamo nel merito tecnico della falsificazione e andiamo diritti sul significato filosofico di questa novità, annunciata quasi un anno fa, che molti giornali associano anche, con ragione, alla lotta all’evasione fiscale. In altre parole, quando la vecchia banconota da 50 euro verrà messa fuori corso (prima o poi avverrà) la gente dovrà tirarla fuori da sotto la mattonella. Cominciamo con il dire che secondo la BCE, dati di gennaio 2017, il contante in banconote da 50 euro supera i 453 miliardi, da sommarsi ai 267 in tagli da 500, ai 46 in tagli da 200, ai 242 in tagli da 100, ai 68 in tagli da 20, ai 22 in tagli da 10 e agli 8,5 in tagli da 10. Da non dimenticare le monete di metallo a cui diamo poco peso, come diceva Tremonti già nel 2002, sempre ben presenti e non soltanto per il carrello dell’Esselunga. Insomma, soltanto di banconote sono in circolazione 1.100 miliardi di euro ed è una stima per difetto visto che la tendenza è al rialzo tranne che per quella da 500 euro (del resto la sua produzione è stata sospesa nel maggio dell’anno scorso, anche se in pratica lo sarà dal 2018).

Ma rimaniamo sull’attualità, parliamo del 50 euro. Oggi ne circolano 50 miliardi (!), in valore, più dell’anno scorso, addirittura 6 volte più che nel 2002. Quindi tutto ciò che ci hanno raccontato sul futuro dei pagamenti elettronici è, nel presente, sostanzialmente falso. Sono più comodi, ma solo quando il negoziante ha una buona connessione, e al di là del discorso fiscale sono anche un colossale regalo alle banche sottoforma di giacenza a interessi nulli quando non addirittura negativi, di commissioni e sottotasse ben nascoste. L’Uomo Indiscreto si sente forse più uomo quando tira fuori la sua carta di credito di fronte alla donna della situazione, ma il regalo non lo sta facendo soltanto a lei. Il circolante, parlando in termini bancari, non è in ogni caso il demonio e del resto nemmeno Draghi (anzi) si è spinto a sostenere questa tesi. Previsione: la prima serie di banconote da 50 euro verrà messa fuori corso abbastanza presto, in modo da riportare all’ovile bancario buona parte del contante. Una manovra al tempo stesso di vetero-destra (regalone a banche e finanza, perché ”questo è il futuro”) e di vetero-sinistra (bastonata alla classe media, perché l’evasore è il barista e non chi ha la holding in Lussemburgo), che purtroppo troverà pochi oppositori.

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