Voucher sì o voucher no?

15 Marzo 2017 di Indiscreto

Il nuovo fronte di chi si oppone a tutto sono i voucher e il nostro ‘Di qua o di là’ vuole quindi anticipare il referendum che ci potrebbe essere in materia il prossimo 28 maggio. Usiamo il condizionale, come per il closing del Milan, perché il referendum abrogativo fortemente voluto dalla CGIL potrebbe essere reso superfluo da un depotenziamento della normativa, anche se i tempi sono stretti. Al di là del discorso biecamente politico, cioè che i voucher siano il pretesto per attaccare Renzi dentro e fuori il PD usando l’ariete Camusso, viene da chiedersi se valga la pena scannarsi per numeri percentualmente risibili, con un uso medio annuale per lavoratore ‘voucherizzato’ (non sapremmo come definirlo) sui 637 euro e un totale (880 milioni di euro circa, dati INPS) sul costo del lavoro italiano molto sotto lo zero virgola. Insomma, in qualche caso i voucher targati INPS hanno mascherato rapporti di lavoro quasi continuativi, è accaduto addirittura alla stessa CGIL con alcuni suoi collaboratori (nel Jobs Act è comunque scritto che non si possono oltrepassare i 7.000 euro l’anno), ma nella maggioranza dei casi sono davvero andati a pagare in maniera regolare lavori occasionali, quelli che tutti (cioè il 100% degli italiani) abbiamo almeno una volta nella vita pagato in nero. L’INPS calcola che sui circa 1.400.000 beneficiari (si fa per dire) dei voucher l’85% abbia incassato in un anno meno 1.000 euro: se non è lavoro occasionale questo… Insomma, in pratica è il solito Renzi sì-Renzi no ma a noi interessa la questione ideologica. Ideologia 1: meglio far pagare regolarmente chi in passato veniva pagato in nero, senza gravare i datori di lavoro di adempimenti amministrativi. Ideologia 2: il voucher dà una patina di legalità al precariato e si presta a molti abusi, anche stando dentro il limite. Voucher sì o no?

Share this article