Festa del gatto ogni giorno

17 Febbraio 2017 di Biro

È sempre la giornata mondiale di qualche cosa: dalle ricorrenze condivise che poi tanto condivise non sono fino alle malattie più improbabili, con il filo conduttore del senso di colpa e di una non meglio identificata ‘memoria’. Il 17 febbraio è la festa del gatto, con la precisazione che lo è soltanto in Italia perché tutto parte da un’iniziativa di 27 anni fa della rivista Tuttogatto. Negli Stati Uniti, per dire, il National Cat Day è il 29 ottobre, mentre in Francia i gatti vengono onorati l’8 di agosto, in Russia l’1 marzo e così via.

La festa è spesso il pretesto per iniziative commerciali, ma anche per raccolte fondi e presentazione di progetti che purtroppo non bastano mai, da tanti abbandoni si verificano ancora oggi nel nostro paese: la LAV stima che ogni anno vengano buttati (o ributtati) in strada più di 80.000 gatti, senza contare quelli già di loro sono ‘liberi’ (di morire di fame, freddo o schiacciati da un’auto, di solito). Esistono quindi ogni anno 80.000 famiglie, quindi realisticamente sulle 300.000 persone spregevoli (il presunto bambino ‘buono’ è spesso il primo a dimenticare, anche se il grande classico è il fidanzato/a intollerante del momento), che considerano gli animali come un giocattolo di cui sbarazzarsi una volta che diventano di intralcio alle vacanze o alla quotidianità. I gatti e i cani non sono esseri umani, con buona pace di chi li umanizza, ma esseri senzienti che devono purtroppo vivere in un mondo costruito dagli e per gli esseri umani: non sono leoni che possiamo rimandare nella savana (sempre che non siano cresciuti in uno zoo o nel politicamente corretto bioparco), ma animali che devono sopravvivere in un ambiente a dir poco ostile.

Non è spiegabile quanto i gatti diano come amore, espresso ovviamente in maniera da gatti, e gioia di vivere: nei momenti peggiori della giornata basta incrociare gli occhi di un micio che chiede cibo, coccole, uncinamenti, gioco, uscite, ma più spesso semplice considerazione della sua presenza, per tornare alla vita e riflettere sull’esistenza di un’entità superiore. La gestione del gatto è in pratica semplice, perché è molto indipendente a prescindere dalle singole razze, ma quando bisogna partire diventa a volte complicata: viaggia malvolentieri (eufemismo) e quindi a meno di situazioni di emergenza è meglio lasciarlo a casa sua, con conseguente coinvolgimento di amici a cui chiedere senza scrupoli la restituzione di un favore, parenti poco entusiasti e catsitter dedicati. Riteniamo difficile avere gatti o cani senza che tutti gli altri familiari nutrano nei loro confronti una devozione assoluta, anche se nella realtà ci sono molti casi (soprattutto canini) in cui l’animale si lega in particolare ad una persona. Per noi ogni giornata è la giornata mondiale del gatto e non soltanto perché siamo gatti.

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