Skill da Occhionero (Palacio non è da Inter)

15 Gennaio 2017 di Stefano Olivari

Il giorno dopo Inter-Chievo è una domenica come tante altre, per lo meno al Champions Pub. Mezza Italia spiata dai fratelli Occhionero, lo stent messo a Gentiloni, i Cinque Stelle che provano a tornare con Farage e la lista dei debitori eccellenti del Montepaschi sono notiziole, buone giusto per riempire un Tg di provincia con in coda un servizio sui quarant’anni di Manuela Arcuri e uno terroristico sull’allarme meningite. Tutto ovviamente scompare di fronte al 3-1 con cui i nerazzurri hanno battuto la squadra di Maran a San Siro, di fronte agli infreddoliti Gianni, Walter, Franco e Budrieri (nel pomeriggio l’Erminia aveva regalato a Yannick tutte le sue giacche pesanti e l’anziano ex tramviere nell’armadio ha trovato soltanto un vecchio giubbetto di renna tipo Fini quando era fascista, con anche nella tasca vecchi Ray Ban a specchio), oltre a Max che era in tribuna stampa di fianco all’inviata di Nerazzurrecontaccododici.net (Testata giornalistica registrata al tribunale di Melzo), una sedicenne con borsetta tarocca di Pinko che per tutta la partita ha mandato alle sue amiche messaggi, sbirciati da Max, in cui diceva che da Gagliardini si sarebbe fatta fare qualsiasi cosa. Così anche oggi, mentre il mondo brucia, nella periferia ovest di Milano il parlare di calcio è l’unica cosa che tenga attaccati alla vita insieme agli sconti 30% del Simply, al video poker, al centro massaggi Tuina, al Nails Paradise, a Diletta Leotta e al ritorno di Wanna Marchi.

Sono le due del pomeriggio, su Sky sta finendo un Cagliari-Genoa che non frega a nessuno e Paolo-Wang non ha troppi caffè da servire, anzi. I dipendenti della Tuboplast sono a casa loro e non soltanto perché è domenica. In settimana la Marisa, la delegata sindacale meno ascoltata del mondo dopo quelli di Foxconn, ha letto sul sito del Sole 24 Ore che il cavalier Brambilla e Tosoni si sono incontrati a Roma con Padoan: il ministero del Tesoro starebbe valutando l’ipotesi di entrare nel capitale della Tuboplast e ne starebbe analizzando con attenzione i bilanci, pur fra varie difficoltà (prima fra tutte che l’ultimo depositato risale al 1998). Non lavora a favore dell’azienda milanese il fatto che sia risultata fra i principali debitori di MPS dopo De Benedetti, Zunino, Punzo, Mezzaroma e altri, anche se la Tuboplast ha sempre goduto di buona stampa e gli analisti finanziari dei giornali l’hanno sempre omaggiata con uno strong buy. Intanto Cogodi sta trattando l’uscita dei singoli dipendenti e alcuni è anche riuscito a convincerli, chiudendo l’incontro con una maschia stretta di mano e la frase “La vita è questa: si chiude una porta ma può aprirsi un portone. Specialmente per chi ha skill come le vostre”. Intanto la sede di via Novara rimane quasi deserta, Tosoni prendendo spunto da quanto fatto da Cairo alla RCS ha anche smesso di pagare l’impresa di pulizie. Del resto, questo il ragionamento non privo di una sua logica, se non ci sono dipendenti non c’è nemmeno qualcuno che pisci o caghi. Venerdì scorso José Luis nella sua guardiola era così annoiato che ha fatto il primo gesto gentile della sua vita, regalando a Mariella una biografia di Edy Bivi scritta da Senad Gutierrez (di cui ovviamente ignora le posizioni filosandiniste), al 90% incentrata sul Catanzaro 1981-82, in cui si sostiene che il mancino friulano fosse boicottato da Mauro e Sabato, i quali per motivi tattici (ma in realtà politici) gli preferivano Borghi.

Zhou è quasi venuto alle mani con Ping, che voleva proporgli zampe di orso che però avevano l’aspetto di arti umani. Ha infatti letto della vicenda di Padova, con il pm che ha chiesto una perizia su un piatto servito al ristorante cinese del centro commerciale China Ingross. Nella stessa perquisizione i carabinieri hanno anche trovato 55 chili di pesce scaduto o in scadenza, ma qui decisamente la notizia non c’è. A Zhou dispiacerebbe per l’orso e meno per i clienti del Champions Pub, ma soprattutto sa che i Tong non vogliono casini. La salsa rosa scaduta e la mortadella di cartone non fanno attirano l’attenzione, le zampe d’orso e a maggior ragione quelle umane sì. Non è per questo comunque che ieri hanno picchiato Lifen, ma perché si sono innervositi leggendo che l’Italia sta importando meno acciaio dalla Cina e più da Taiwan, con un aumento del 71% in un anno. Ovviamente una cassiera diciannovenne che sta ascoltando i Kolors non c’entra niente con l’aumento di produzione dell’Ilva e in generale con il mercato dell’acciaio, ma a caldo i Tong non sono riusciti a fare questa analisi e così Lifen con uno zigomo spaccato è finita al Pronto Soccorso del San Carlo, accompagnata da Samantha, dove è stata messa però in coda, quattordicesima dietro a dodici zingare incinta che accusavano un calo di pressione (un antico metodo rom per alzarla è fottere i portafogli ai degenti) e ad una novantaseienne italiana che aveva appena avuto un infarto.

Max sta pensando seriamente di lasciare SuperMegaInter.com, dove l’inspiegabile (visto che non lo pagano) mobbing di Vincenzo e Pier Luca lo sta facendo riflettere sull’utilità di scrivere 145 post sulle visite mediche di Gagliardini, 75 sugli addii di Jovetic e Felipe Melo, più tanti, troppi altri sullo scenario Berardi, sul caso N’Diaye, su Gnoukouri che schifa il Crotone, su Verratti e su tanti argomenti che nemmeno vuole ricordare. Bella la vita nei grandi portali di informazione, dove un selfie di Emily Ratajkowski o una photo gallery di oggetti anni Ottanta ti fa arrivare alla fine della giornata in scioltezza. Tutto sarebbe più sopportabile senza gli articoli di Ridge Bettazzi, che lui deve correggere e impaginare per il numero zero di Hidegkuti, per cui ci sono grandi novità: Pier Luca asserisce di avere tre fondi di venture capital californiani pronti a investire, ma prima vogliono incontrare di persona i vertici dell’azienda. Nella casse della società non ci sono fondi nemmeno per prendere il trenino da Cadorna a Malpensa, così Vincenzo ha chiesto al padre un contributo speciale di 10.000 euro e l’anziano dentista di Isernia non ha saputo dire di no al suo figliolo più brillante, non come gli altri mediocri che sono rimasti al paesello a fare i medici, gli avvocati, i farmacisti, i geometri e non hanno sogni, ambizioni, speranze di cambiare il mondo con le loro start-up.

Ridge ha mandato anche una sua nuova minibiografia da mettere dopo il sommario: ‘Ridge J. Bettazzi, 25 anni, scrittore e viaggiatore. Vive fra New York e i Balcani, ma si sente a casa soltanto a Rosario. Adora lo stile di Michelle Obama e detesta ogni tipo di populismo’. L’ultimo pezzo prende spunto dalla Coppa d’Africa in Gabon ed è in sostanza un’analisi, purtroppo della lunghezza di 324.456 caratteri, dei portieri della serie B italiana in relazione allo stile di Didier Ovono. ‘Chi è l’Ovono d’Italia?’, questo l’accattivante titolo di un pezzo davvero alla Buffa. Questa volta Michels è solo, Happel si è incupito perché è stato escluso dall’elenco dei dieci allenatori più influenti nella storia dell’UEFA nonostante rimanga uno dei cinque allenatori capaci di vincere la Coppa Campioni-Champions con due club diversi: il santone olandese ha provato a consolarlo dicendogli che di questo elenco sono stati esclusi anche Ancelotti, Hitzfeld ed Heynckes, con soltanto Mourinho che si è salvato, forse per una svista. Allora Michels si mette a parlare con Cruijff, che dopo avere ricoperto di insulti Jongbloed cita il solo portiere nella storia della serie B a suo giudizio più forte di Ovono: il Bistazzoni della Pistoiese 1983-84, che non riuscì a evitare la retrocessione in C della squadra ben allenata da Riccomini, ma riuscì a limitare a 34 gol subiti che avrebbero potuto essere 300, pur avendo la difesa sicurezze come Chiti e Parlanti.

Chiusura con la solita citazione di Senad Gutierrez, che su Explotadores y Explotados facendosi largo fra venti pezzi che rimpiangono lo stile di Michelle Obama ha voluto ricordare quella Pistoiese dura e pura: “Quando Garritano metteva piede al Comunale si osservava chiaramente la trasformazione: Pistoia diventava un misto di Rosario e Macondo, senza steccati e muri. Poi è chiaro che il turboliberismo reaganiano impediva a lui e Russo di segnare anche quando erano soli davanti alla porta, e che soltanto il povero Perugi riusciva davvero a battersi contro la globalizzazione, ma il cuore di quella squadra batteva a sinistra ed è per questo che è rimasta nell’anima di chi vuole costruire ponti e non muri, mentre è tuttora odiata dai beceri seguaci del dio risultato. A mia memoria soltanto il presidente Melani in quegli anni si batté davvero contro la deriva del calcio in direzione dello showbusiness ed è significativo che quei parrucconi dell’UEFA abbiano inserito nei dieci Clough e non Riccomini”.

Budrieri pare stia per riavere la sua pensione, del resto le accuse di razzismo per i fatti di Gorino non stavano in piedi ed in ogni caso il razzismo non è un buon motivo per cancellare una vita di contributi. Certo è che il seminterrato della zia è stato requisito dalla prefettura di Ferrara e assegnato a una cooperativa, la ‘Braccia aperte’, che ne ha fatto un centro di accoglienza per finti profughi. Le nigeriane sempre incinta (ma forse sono nuovi figli, nessuno lo sa bene) sono sempre lì, mentre ovviamente sono spariti i due hacker russi. La CIA ritiene che a taroccare le presidenziali americane siano stati loro e Obama pur di sputtanare Trump è disposto a tutto, in questi suoi ultimi giorni di presidenza: dalla Casa Bianca sarebbe partito un ordine segreto per catturare Budrieri, trasferirlo a Guantanamo e sottoporlo a waterboarding. L’inconsapevole ex colonna dell’ATM sta intanto cercando di rimettere in piedi il suo matrimonio ed è felice che anche l’Erminia la pensi alla stessa maniera: venerdì ha trovato sul comodino un sacchetto di Victoria’s Secret, un chiaro messaggio rivolto a lui. E così ieri, prima di andare a Inter-Chievo, ha chiesto a Ping un succedaneo del Levitra, che il disonesto grossista cinese ha ordinato a Prato. Questo che Ping definisce ‘il miglior generico sul mercato’ si chiama Duretra e a suo dire è usato da tutti i migliori attori porno cinesi.

Oggi Budrieri voleva godersi un bel pranzetto domenicale con la famiglia, ma l’Erminia era assente per un impegno in parrocchia: Budrieri approva questo impegno della moglie nel volontariato e gli hanno dato un po’ fastidio le interpretazioni del Gianni (“Le figlie di Maria son le prime a darla via”). Ha quindi cucinato Marilena, due confezioni da 18 di bastoncini Findus, con un contorno di songino del Simply che l’Erminia aveva lasciato scadere. 20 bastoncini a D.J. John, che per tutto il pranzo ha inveito contro Linus che a Dee Jay chiama Italia ha letto in dialetto pugliese i messaggi su WhatsApp di due rapinatori minorenni di Barletta (“Rinnega le sue radici, fa ridere i milanesi prendendo in giro la Puglia. Albertino non lo avrebbe mai fatto”), 10 a Budrieri che ci ha spremuto sopra un limone raggrinzito e 6 a Marilena che è a dieta. Budrieri per sviare il discorso dal solito Linus ha provato a commentare i fatti di cronaca nera, ma quando è andato sulla vicenda dei coniugi Vincelli ha avuto una rivelazione scioccante. Marilena gli ha infatti confessato che a sedici anni anche lei aveva pensato di uccidere i genitori, con l’aiuto del suo fidanzato di allora, un salumiere 49enne sposato e con sette figli. Tutto era pronto per la sera del 27 settembre 1989, con il salumiere che si era portato i coltelli dal negozio e si era appostato nel bagno. Marilena era convinta che i genitori sarebbero tornati verso le sette e mezza, come al solito, ma non aveva fatto i conti con la sfortuna: quella sera Budrieri era infatti andato a San Siro per Inter-Malmö di Coppa dei Campioni, mentre l’Erminia aveva un romantico appuntamento con un muscoloso bidello del liceo di Marilena, nei cessi sporchi (il bidello aveva ottenuto l’esenzione dai lavori pesanti, causa depressione) della scuola stessa. Dopo un paio d’ore di riflessione il salumiere si era reso conto che stava per fare una cazzata ed era fuggito, mentre Marilena pur continuando a odiare profondamente i genitori aveva rimandato il progetto. Così quando Budrieri era tornato a casa incazzato per l’eliminazione, dicendo che Matteoli non era un vero regista, Marilena si era ormai calmata. Il padre nemmeno l’aveva sentita quando lei gli aveva detto in maniera leggermente provocatoria “Quella puttana della mamma si sta facendo chiavare da Salvatore, mentre tu pensi all’Inter” ed era andato a pisciare nel bagno gelido, mormorando insulti contro Trapattoni, Zenga e soprattutto il giovane Morello.

Mentre Lifen spiega ai pochi avventori che potranno avere lo scontrino compilando l’apposito modulo (da scaricare dal sito del Champions Pub, che però risulta in costruzione), Budrieri cerca di leggere la Gazzetta sul bancone della Sammontana ascoltando in sottofondo il Gianni, il Walter e il Franco analizzare la vittoria con il Chievo, mentre Ibrahim e Nabil (preoccupato perché alla Casa Bianca non ci sarà più lo stile di Michelle) e gli altri spacciatori maghrebini cercano di tirare sera lamentandosi del freddo che non fa uscire di casa i tossici (“Pezzenti, non hanno più nemmeno 20 euro in tasca”) e delle ragazze italiane meno pregiate (“Cos’avranno quei terroni della Santa Barbara più di noi?”) che da un po’ di tempo li evitano e non certo perché siano contro la droga. L’anziana ex colonna dell’ATM, al quale l’INPS ha quindi comunicato il ritorno della pensione (‘Ma senza arretrati’, specificava la fredda raccomandata, ‘Che saranno versati al Gruppo Bilderberg, per il suo impegno a favore di globalizzazione’), da socialista riformista è sempre stato lontano dai populismi, ma quando sente frasi copiate dai giornalisti, del tipo ‘‘Pioli dà maggiore libertà a Perisic’, ‘Adesso c’è più chiarezza in società’, ‘Kondogbia punto fermo per il futuro’, ‘Meggiorini fa sempre un gran lavoro’ e ‘La svolta è stata l’entrata in campo di Palacio’ getta per terra la Gazzetta spiegazzata che titola ‘L’Inter ingrana la quinta’  e soltanto con l’arma del suo carisma affronta le migliori menti del Champions Pub, gente che passa le giornate a parlare di Kessie ma ritiene di poter risolvere entro l’ora dell’aperitivo tutti i problemi del Medio Oriente. Anche se lui che in nerazzurro ha visto giocare Georgatos e Sinigaglia non dovrebbe mettersi sullo stesso piano di chi crede che l’Inter sia stata inventata da Gnoukouri.

“Finalmente un bel primo tempo: intenso, ordinato, cazzuto. Poi il calcio non è uno sport e ha segnato Pellissier, con marcatura di D’Ambrosio davvero non da Inter. Bene Gagliardini, senza strafare, con la sua presenza che ha svegliato anche Kondogbia. Tanti cross e la maggior parte dal fondo, quindi bene. Sento che non vi è piaciuto Joao Mario, del resto per parlare di calcio non è obbligatorio capire di calcio. Ma avere lui invece di Banega ha significato cercare sempre la profondità, senza ritardare il gioco con svolazzi da oratorio. Siccome voi e i giornalisti guardate soltanto il risultato, direte che l’ingresso di Banega ha cambiato la partita. Invece da lì in poi l’Inter ha perso qualcosa e il Chievo ha avuto anche minuti per respirare. Se non avesse risolto Perisic con un’azione personale sareste qui a linciare Pioli, invece adesso è diventato il mago dei cambi. Giusto quello di Ansaldi con Eder, sbagliato ma se ne può discutere quello di Joao Mario con Banega, alla cazzo di cane quello di Candreva con Palacio anche se poi è andata bene lo stesso. Sinceramente non so cosa ci troviate in Palacio, forse era l’unico decente nelle squadre di Stramaccioni e Mazzarri ma in questa davvero sembra un ex. Detto senza offesa, Palacio non è da Inter”.

(Continua. La versione riveduta e corretta di questa puntata, con tutti i personaggi, sarà pubblicata a fine maggio 2017 con il nuovo libro).

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