Vita a Madrid

28 Gennaio 2017 di Oscar Eleni

Oscar Eleni dalle colline madrilene di Alcobendas. Museo del basket. Fondazione Pedro Ferrandiz. Ideale per una sfida Real-Olimpia. Pedro e Cesare Rubini. Amici dopo la guerra delle rose, le loro rose di damasco, squadroni che dominavano il mondo del basket. Dipendeva molto dagli arbitri. Forse è così anche oggi, almeno a Madrid se trovi i direttori di gara che ha incontrato l’Emporio Armani: una squadra, una società che sembra davvero meritevole di una poesia sull’amica risanata. Dentro, nel gruppo, nel gioco. Presto per dichiarare la grande depressa guarita e pronta a dominare in Italia, ci è quasi riuscita anche nei giorni dei limoni neri, e a farsi rispettare in eurolega: lo ha fatto e bene come due prime della classe, Olympiacos e Real, perché le ricadute sono sempre possibili se non credi che il muro costruito quest’anno sia più solido delle paratie da sfilata del passato. Certo qualcosa è cambiato, ora sembra che i giocatori ci tengano a restare nella “famiglia” Armani, basta che non trovino sponde interessate a far male, gente che sembra godere se la macumba fa girare male una partita giocata bene come quella di venerdì a Madrid. Sulla Milano risanata torneremo magari martedì dopo la trasferta di Avellino, così parleremo della seconda di ritorno per capire se qualcosa si muove alle spalle della favorita, una peccatrice che forse si è redenta dopo aver bonificato il territorio intorno alla panchina di Gelsomino.

Tornando a Madrid ci è venuto in mente che un tempo, quando Milano andava a giocarci, il primo a venire in albergo era il fratello di Juanito Santonoli, esiliato per amore in Castiglia, gran tifoso merengues, perché voleva sapere del suo amatissimo Juan allenatore, appassionato. Juanito era alla milanesiana nella casa romana della vedova Alice Feller quando un gruppo di sognatori, Sales, Bianchini, Viganò, Innocenti, seguiva il clinic di Lou Carnesecca, beveva, mangiava, pensava, vedeva più avanti e si guardava indietro. Era un bel gruppo e a Castelgandolfo la carbonara rendeva tutto più semplice. Per chi si guadagnava le tasse universitarie allenando anche nel campionato femminile FARI un momento di riflessione. Se eri stato mandato a Magenta, dove non c’era traccia del basket, pensavi di essere stato fortunato ad esplorare un territorio del genere. Certo sembrava la periferia dell’impero. E adesso cari amici della milanesiana, quelli che ci sono ancora, i caduti che si divertiranno sui campi elisi del vero basket delle ombre, cosa avete da dire visto che la nuova vice presidentessa federale è Mara Invernizzi, nata a Magenta, provincia di Milano, il 25 giugno 1978, qualche anno dopo gli sforzi della Noemi per far nascere il basket in quel giardino delle suore, un bel giardino?

Ne parleremo martedì se avrete la pazienza di resistere e intanto cantiamo insieme per ricordarci di Shackleford che a Caserta ha avuto la felicità negata spesso nella sua terra americana. Campione d’Italia, un grande nell’arte e nel peccato.

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