Pac-Man o Space Invaders?

30 Gennaio 2017 di Indiscreto

La morte di Masaya Nakamura, fondatore negli anni Cinquanta della Namco e quindi in un certo senso l’uomo che ha reso possibile Pac-Man anche se non l’ha creato lui (il merito è di Toru Iwatani, nel 1980 poco più di un ragazzo), è il pretesto per ricordare l’impatto che questo gioco ebbe sulla cultura popolare dei primi Anni Ottanta, quando le sale giochi erano popolate prevalentemente da sparatutto, con Space Invaders a dominare, simulatori di guida e sportivi davvero primordiali (‘vettoriali’ non rende l’idea). Pac-Man è fondamentale nella storia dei videogiochi per moltissime ragioni: era un personaggio originale che si imponeva nella realtà e non un personaggio reale portato in sala giochi, piaceva anche alle ragazze, era più semplice anche dei già semplici giochi di allora e faceva parte di un sistema commerciale di oggetti marchiati Pac-Man. Il mitico merchandising, insomma. Oggi tutte banalità, nel 1980 una vera rivoluzione. Un gioco che tutti giocavano, un gioco prettamente da sala giochi (disastrosa la prima conversione per console, che fece quasi fallire l’Atari), quando le sale giochi non sembravano il set di Gomorra. Un gioco che ispirava simpatia anche a chi non se ne faceva catturare. Per questo il ‘Di qua o di là’ va fatto con i veri rivali ideologici, cioè gli sparatutto che per loro stessa natura si rifacevano e si rifanno ad un immaginario maschile. Pac-Man o Space Invaders?

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