Renzi è finito?

7 Dicembre 2016 di Biro

Il referendum costituzionale è stato vinto dal fronte del No con il 59,11% dei (tantissimi, a livello dell’era Segni) votanti contro il 40,89. Risultato imprevedibile soltanto nelle proporzioni, perché non esisteva sondaggio ‘riservato’ degli ultimi giorni che non desse il No in vantaggio e soprattutto a favore del Sì c’era un solo partito, il PD, oltretutto spaccato anche se più nella sua classe dirigente che nei suoi elettori: per quello che contano i sondaggi, l’87% di chi vota PD avrebbe votato per il Sì, mentre più oggettivo è il fatto che il Sì abbia vinto soltanto in Emilia Romagna, Toscana e Trentino-Alto Adige. Vale a dire due regioni in cui ‘il partito’ potrebbe candidare anche Totò Riina e vincere lo stesso, più una di quelle a statuto speciale lasciate fuori dalla riforma per mero calcolo politico. Con le dimissioni da presidente del consiglio che Renzi presenterà a Mattarella, doverose ma accompagnate da un discorso di accettazione della sconfitta che mai in Italia avevamo ascoltato (sarà stato anche furbo, ma non è che i suoi predecessori lo fossero meno), si chiude quindi la prima fase del renzismo e tutti si chiedono quale forma avrà la seconda. Leader di partito, dove la sua maggioranza sembra saldissima, giocando allo pseudooppositore di un governo tecnico? Ancora presidente del Consiglio, ma con ruolo quasi notarile e cercando un Nazareno bis per bloccare i Cinque Stelle? Giocatore di una partita in proprio, in base alla legge elettorale e a prescindere dal PD? Ritiro più o meno temporaneo dalla scena, per potere più avanti ancora incarnare il nuovo? Queste ed altre le opzioni di un politico di razza e di professione, che come tutti gli esseri umani fa prima di tutto i propri interessi. Ma al di là del ruolo futuro che si ritaglierà, il ‘Di qua o di là’ che comprende tutte le altre domande è scontato: dopo questo referendum Renzi è politicamente finito? Visto che per mesi si è parlato e scritto di personalizzazione del referendum, più che del merito delle riforme (ma quindi rimane il CNEL?), chiederselo non è banale.

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