Israele o Palestina?

27 Dicembre 2016 di Indiscreto

Dietro la decisione di Netanyahu di costruire 618 nuove case israeliane a Gerusalemme Est ci sono due discorsi distinti. Il primo è il dispetto che un Obama ai tempi supplementari ha voluto fare ai danni di Trump, facendo astenere (gli USA sono uno dei cinque paesi ad avere il diritto di veto, insieme a Russia, Cina, Regno Unito e Francia) l’ambasciatrice americana quando il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha condannato gli insediamenti israeliani. Fin qui siamo sul personale, perché politicamente gli USA di Obama non si erano in otto anni mai schierati contro Israele (non in maniera ufficiale, almeno).

Il secondo discorso, che è quello che più ci interessa, è lo sbocco politico della questione palestinese: un Israele di fatto allargato a tutta Gerusalemme e a parte della Cisgiordania, con il resto della Cisgiordania e la striscia di Gaza di fatto sotto tutela internazionale sia pure con un formale autogoverno, oppure uno stato palestinese propriamente detto, in territori da difinirsi e confinante con l’Israele attuale? Ci sono molti pro e molti contro in entrambe le situazioni, nello spirito di Indiscreto citiamo i principali contro: nel caso del grande Israele si priva in un popolo (quello palestinese) di un suo stato, nel caso dello stato palestinese si pongono basi solide (solidissime se la nuova entità sarà guidata da Hamas) per la terza guerra mondiale.

Il ‘Di qua o di là’ vorrebbe quindi prescindere dalla simpatia per le parti (la nostra è per Israele, perché è un paese democratico oltre che l’unico della zona dove le minoranze abbiano una reale tutela) e scegliere che cosa convenga al resto del mondo: Israele (nel senso di grande Israele, più Cisgiordania e Gaza  sotto tutela ONU) o Palestina (nel senso di uno stato palestinese propriamente detto)? Parliamo del presente, senza ripercorrere decenni di storia e con la consapevolezza che una soluzione che accontenti tutti non esiste: diversamente l’avrebbe già presa la Gran Bretagna, che fino al 1948 ha avuto in mano il pallino del gioco e con numeri da gestire molto inferiori a quelli attuali.

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