Cinesi contasoldi (Pioli non è da Inter)

3 Dicembre 2016 di Stefano Olivari

Il giorno dopo Napoli-Inter è un sabato come tanti altri, per lo meno al Champions Pub. Il ritiro di Rosberg dalla Formula 1, le cure speciali dell’anestesista di Saronno e della sua infermiera, la rinuncia di Hollande a correre per le presidenziali francesi e le accuse preventive di brogli al referendum sulla riforma Boschi sono argomenti banali, buoni giusto per riempire un Tg di provincia con in coda una marchetta sul mercatino natalizio, ma scompaiono di fronte al 3-0 che la squadra di Sarri ha rifilato a quella di Pioli. Anche oggi nella periferia ovest di Milano il parlare di calcio è l’unica cosa che tenga attaccati alla vita insieme agli sconti del Simply, al videopoker, al centro massaggi Tuina e alla sfida Parisi-Cuccarini.

Sono le due del pomeriggio e Paolo-Wang sta servendo ai pochi avventori un caffè meno peggio del solito, forse perché fatto con una moka casalinga (la Cimbali ereditata dalla gestione del Nino è in manutenzione, Ping ha promesso di inviare presto suoi tecnici di fiducia) usando la miscela Simply Basic, gusto delicato, da 0,99 euro a pacchetto da 250 grammi. Il Gianni, il Walter, il Franco e Budrieri stanno guardando Manchester City-Chelsea e ironizzano sulle mosse di Guardiola e Conte che domani saranno spacciate come geniali, in attesa del Clasico alle quattro e un quarto e di Juventus-Atalanta la sera: finalmente una giornata degna di essere vissuta. Paolo-Wang però li disprezza, lui pensa molto più in grande: la Algoritmic sta aggredendo i mercati di tutto il mondo e presto il vecchio Wang capirà che il suo figlio minore non è soltanto un barista fallito. Purtroppo Michael non è un CEO all’altezza, inoltre giovedì è anche stato denunciato da Dolores O’Riordan per stalking: sulla sua pagina Facebook aveva scritto 我爱你 (‘Wo ai ni’, in cinese qualcosa di simile a ‘Ti amo’: nessun cinese negli ultimi cinque millenni aveva mai detto o pensato una frase del genere ed è per questo che la polizia di Dublino sulle prime non aveva dato molto credito alla denuncia della cantante dei Cranberries) e alla fine non si è rivelata una grande idea. Michael non c’è più con la testa: 24 ore al giorno sui mercati o meglio, 16 sui mercati e 8 alla rosticceria vegana, lo hanno fatto scoppiare e i tempi sono maturi per la sostituzione. Il candidato unico è Budrieri, a detta di Michael graditissimo ai grandi fondi di investimento e alla Yellen (secondo noi stava scherzando, comunque così ha detto), a meno che la società di cacciatori di teste contattata da Paolo-Wang non proponga un profilo migliore. Stamattina mentre ricomponeva i panini avanzati ieri, da riproporre ovviamente oggi dopo una scaldata e qualche aggiunta di salsa rosa, stava comunque già pensando alla strategia di lunedì sui mercati valutari: aprire long sul dollaro USA e short su quello australiano, poi arbitrare con il timing giusto.

I vecchi Tong sono ovviamente coinvolti nell’omicidio del cinese in via Paolo Sarpi, avvenuto mercoledì verso mezzogiorno, ma non possiamo dire di più visto che ci teniamo a continuare questa rubrica ed in fondo i cinesi sono l’ultima nostra speranza che un po’ di milanesità arrivi al prossimo secolo. Alcuni grandi giornali hanno parlato genericamente di ‘un cinese’, perché ovviamente sono tutti uguali, ma questo 32enne aveva anche un nome: Xue Chengxina. Il fatto che il cadavere sia stato ritrovato nel suo ufficio di fianco a una macchinetta contasoldi dice già qualcosa. Per i Tong sono momenti di tensione, come sempre quando gli italiani mettono il naso nei loro affari, e ieri sera si sono sfogati con Lifen, che davanti al televisore si era messa ad imitare la Cuccarini con il balletto di ‘La notte vola’. A fine anni Ottanta loro invece di guardare Canale 5 facevano i contadini nella Cina di Deng Xiaoping, riformista ma non troppo. Il fratellino Bao ha ripreso tutto, pisciate di disprezzo comprese, non manca nemmeno il solito audio a base di ‘puttanella taiwanese’ e ‘stronzetta del Kuomintang’. Come ci hanno insegnato decenni di Rai Tre, l’Italia fa schifo e ogni altra cultura è un arricchimento.

‘Belen, il relax è sexy: selfie in topless dopo la palestra Le immagini. La showgirl si conferma regina dei social, lo scatto dopo l’allenamento fa impazzire i fan. Ma si sussurra che con Iannone sia già crisi’. Non sono parole chiave messe insieme da un bimbominkia particolarmente astuto che vuole pagarsi il gelato con i soldi di Adsense, ma un titolo odierno del sito del Corriere della Sera. Max è quindi disperato: non sarà mai così bravo. Vincenzo gli ha detto che se non fosse suo amico non lo farebbe scrivere nemmeno sulla Gazzetta di Isernia: il lettore vuole essere emozionato, stimolato, coccolato. 654 post negli ultimi tre giorni scritti per SuperMegaInter.com sulla nuova mentalità data da Pioli all’Inter trasformerebbero Proust in Amedeo Goria, figuriamoci quindi cosa è diventato questo laureato in scienza delle comunicazioni che già di base come massimo sbocco aveva quello di fare il pubblico a Tv Talk. Un’altra cattiva notizia è che su Sky inizieranno gli speciali di Buffa su Muhammad Alì ed è probabile che ispirino qualche centinaio di dementi desiderosi di collaborare a Hidegkuti. Gente che farà rimpiangere Ridge Bettazzi, che ieri per il numero zero ha mandato 114.454 caratteri di Word sulla Pistoiese 1980-81, dal titolo ‘Il sogno spezzato di Luis Silvio’. E pazienza se ‘Il sogno spezzato’ è usato in un titolo su due dei magazine o webmagazine di qualità. Nel pezzo i soliti resuscitati Happel e Michels salendo sul campanile del Duomo di Pistoia, e quasi rimorendo di infarto per il numero infinito di scalini, si chiedono in quale stagione si sia visto il miglior Bellugi e, dopo avere a lungo litigato trovano un accordo sul Bellugi di quella Pistoiese bellissima e sfortunata: scelta un po’ telefonata, i due santoni possono fare di meglio. Siccome non hanno un cazzo da fare si chiedono anche se qualche portiere dell’epoca fosse superiore a Poerio Mascella. Happel dice che Zoff gli si avvicinava come tranquillità trasmessa alla difesa, anche se Mascella era più forte fra i pali, mentre Michels lo colloca al livello dei giovani Dasaev e Preud’homme. Entrambi concordano sul fatto che se se la loro Olanda avesse avuto Mascella e non Jongbloed avrebbe vinto il Mondiale sia nel 1974 sia nel 1978. Ridono del fatto che Jongbloed sia diventato un mito all’estero, per i giornalisti del new football writing: a pensarci bene non si pretendevano Mascella o Tomaszewski, per alzare la coppa gli sarebbe bastato anche Carrizo. I due amici-rivali si salutano ricordando tutte le innovazioni tattiche portate da Mondino Fabbri e Lido Vieri in quella stagione, con Happel che quasi si fa scoppiare l’aorta dalle risate quando Michels dice che Lippi mai avrebbe tampinato la moglie di un compagno e mai tampinerebbe quella di un suo giocatore.

Chiusura con citazione di Senad Gutierrez, che sul sempre più antifranchista Explotadores y Explotados, fieramente schierato per il no al referendum italiano, ha ricordato quella squadra entrata nel mito: “Quando Bellugi metteva piede al Comunale, Pistoia si trasformava in una piccola Rosario, che sfidava l’arroganza di Prato e Lucca. Vito Chimenti era un dio greco: la sua bicicletta era uno sberleffo al capitalismo finanziario e alla standardizzazione. Le chiusure di Lippi erano poesia e il cuore di quella squadra era profondamente antifascista: Frustalupi, Badiani, Paganelli, Agostinelli e Rognoni, gente così tutta insieme non l’ha avuta nemmeno la Grande Ungheria. Fabbri era Marx, Vieri era Engels e quella Pistoiese era la squadra del popolo, forse l’ultima squadra del popolo che abbia calcato i campi prima dell’avvento del calciobusiness”.

Danny è in piena trance da referendum, ha seguito ogni dibattito e certe sere si è anche dimenticato delle solite dosi di creatina. Ha trovato la Appendino troppo morbida sulla TAV e stamattina parlava a Ylenia di un gesto dimostrativo da fare alla stazione di Cadorna, al di là del fatto le Ferrovie Nord non c’entrino con l’alta velocità. Poi Danny si è calmato, grazie alla lettura di un saggio di Onida uscito nel 2008, ‘La Costituzione ieri e oggi’ (“Figa mai?”, gli ha chiesto Ylenia, forse omofoba) e la stazione Nord si è salvata. Certo è che Malagò non prenderebbe mai un treno, nemmeno per sbaglio: lui viaggia soltanto sulle Maserati della sua concessionaria oppure a spese del CONI. Ylenia è contenta che adesso un uomo così brillante possa di nuovo esprimersi in un grande evento come le Universiadi 2019 a Napoli. E la sua mente, mentre si tocca nella camera tappezzata di poster di Malagò e dei Tokio Hotel (che però non ascolta più, al contrario di Malagò), vola al luglio 2019, quando cenerà a Posillipo con il presidente del CONI, strappandolo a quel mondo di pubbliche relazioni che non lo merita e che di sicuro non è affine ad un uomo di sostanza come lui. “È proprio vero che a questo mondo bisogna sapersi vendere – ha detto Ylenia a Danny ma soprattutto a se stessa -, persone come Giovanni saranno sempre sottovalutate”. Samantha è una dei pochi frequentatori del Champions Pub ad avere un’opinione politica, domani da berlusconiana voterà sì come del resto la renziana Ylenia, mentre per il no sono schierati Danny e l’unico degli spacciatori maghrebini ad avere la cittadinanza italiana (per matrimonio), tale Youssef, perché, parole sue, “Questa riforma costituzionale non è organica e il CNEL ce lo invidiano in tutto il mondo. Inoltre la riforma del Titolo V mi sembra un passo indietro dal punto di vista del federalismo”. Tutti gli altri del Champions Pub rientrano nella categoria ‘Non sa, non risponde’, andranno a votare se questo non ostacolerà la visione di Milan-Crotone.

In casa Budrieri si è vissuto un giovedì sera molto più emozionante del solito, guardando Rischiatutto. Il padrone di casa ricorda con affetto il Rischiatutto originale: una delle tre volte all time in cui ha avuto rapporti sessuali con l’Erminia risale proprio a cinque minuti dopo una puntata del Rischiatutto di Mike Bongiorno, con l’allora conducente ATM molto ispirato da Sabina Ciuffini. Giovedì sera però l’Erminia non c’era, con Yannick e la signora Minghetti era a un convegno dal titolo ‘Perché dobbiamo ringraziare i migranti’, organizzato dalla Caritas ambrosiana con all’uscita senegalesi che vendevano fiabe gambiane. Non c’erano nemmeno Marilena e il business angel già family banker, invitati a un evento organizzato da un start-up di cui Pier Luca detiene il 5,7%: in pratica una app che collegata a un sensore piazzato nello scroto, che ricorda all’utente (maschile, va da sé) da quanto tempo non si hanno rapporti sessuali. Non è bene chiaro in tutto questo il ruolo del fidanzato di Marilena, ma l’idea nel mondo del venture capital è molto piaciuta e presto Pier Luca proverà a coinvolgere Arpe e Artom. Tornando a Rischiatutto, Budrieri si è emozionato quando al concorrente che si presentava sui Mondiali di ciclismo Fabio Fazio ha fatto una domanda su Gap 1972: l’apoteosi di Marino Basso, ma anche di Budrieri stesso. Emozione interrotta dagli smadonnamenti di D.J. John, non appena ha intravisto la sagoma di Linus fra il pubblico: “Si infila dappertutto, è il classico italiano che vive di apparenze e non di sostanza. Poi gli Albertino e i Fargetta devono lavorare il doppio per mantenerlo, altro che patto fra generazioni”. Per la rabbia l’uomo di spettacolo tarantino ha preso dalla libreria senza libri una piccola Torre di Pisa comprata nel 1981 da Budrieri, che quell’estate era andato in vacanza proprio a Marina di Pisa, scagliandola contro il muro e spaccandola. Budrieri in altri tempi si sarebbe arrabbiato, ma adesso si sente sempre meno legato alle cose materiali anche perché gliele stanno togliendo tutte, dalla pensione (già partito il ricorso) al seminterrato di Gorino. Quella vacanza in Toscana non sarà stata a Forte dei Marmi ma è rimasta comunque nel suo cuore, come tutta un’epoca in cui nella famiglia Budrieri regnava l’armonia. Com’era dolce l’Erminia quando diceva di essere stata per quattro ore sul pedalò, quando Budrieri sapeva benissimo che era andata a fare volontariato nella vicina parrocchia. Com’era dolce Marilena quando gli diceva che voleva morire, Budrieri sapeva benissimo che aveva per la sua vita grandi ambizioni.

Mentre Lifen spiega ai pochi che ancora chiedono lo scontrino che “Di sabato il sistema non funziona, la rete è sovraccarica”, Budrieri cerca di leggere la Gazzetta sul bancone della Sammontana ascoltando in sottofondo il Gianni, il Walter e il Franco analizzare la partita di ieri, mentre Ibrahim, Nabil e gli altri maghrebini aspettano istruzioni circa lo spaccio del sabato sera. L’ex pensionato ATM pensa che la sua vita non sia poi in fondo così male, ma a un certo punto sente frasi del tipo “Se Icardi avesse sfruttato subito una delle occasioni la partita si sarebbe riaperta…” e “Stiamo a fare tanti ragionamenti quando sul primo gol del Napoli Callejon era in fuorigioco”. Getta per terra la Gazzetta che titola ‘Napoli 3, Inter a zero’ e butta il suo carisma in faccia al resto del Champions Pub, anche se lui che visto giocare Nello Russo non dovrebbe mettersi sullo stesso piano di chi crede che l’Inter sia stata inventata da Joao Mario: “Premesso che la società mi fa schifo e che i cinesi, diciamolo, di calcio non capiscono un cazzo, questa squadra è il risultato delle varie teste, teste nemmeno di prima qualità, che l’hanno messa insieme. Ma avremo tempo sei mesi per riparlarne, mentre lorsignori stanno sulla riva del fiume a sparare puttanate come quella di Messi… Primo gol in fuorigioco, ma atteggiamento sbagliato fin da subito, molto diverso da quello del derby. Nessuno ha giocato bene, salverei solo Handanovic, Brozovic, Icardi ma giusto per come si è mosso. La cosa peggiore è stata la lunghezza della squadra, con distanze anche superiori a quelle che si vedevano con De Boer: è chiaro che a soffrire di più siano stati gli esterni, sia difensivi che offensivi, ma parlare di tattica per una partita del genere sembra quasi una presa in giro. Comunque Banega non c’entra niente con il calcio italiano, con lui in campo i due centrocampisti sono sempre in affanno, al di là della loro scarsezza: avrebbe senso solo se tirasse fuori cinque assist a partita, ma non mi sembra sia così. È arrivato il momento di parlare anche di Pioli, preso non per fare il fenomeno ma solo per seguire la logica. Se la logica è insistere su Ansaldi a sinistra e mettere in mostra Kondogbia per non deprezzarlo allora tanto vale che in panchina ci vada Ausilio. Pioli è un discreto allenatore, che può funzionare ma solo senza pressioni: insomma, è chiaro che non è da Inter”.

NonèdaInter (Copertina eBook)‘Non è da Inter – Alla periferia della vita’ contiene le puntate pubblicate fino al giugno 2015 ed è disponibile per Kindle di AmazoniPad-iPhone-Mac , ma anche per tutti i gli altri tipi di eReader attraverso la piattaforma di Bookrepublic. Prodotto da Indiscreto, ma giusto perché non lo abbiamo voluto dare a Mondadori e Feltrinelli, costa 4,99 euro. Il cialtronismo della cifra non è nostro, in periferia sappiamo benissimo che si tratta di 5 euro, ma dei poteri forti dell’e-commerce che pretendono che un prezzo termini in questo modo. 

Avvertenza per i nuovi lettori: Non è da Inter trae ispirazione dalla realtà, ma non è la realtà. Chi lo ritiene volgare o si ritiene offeso può semplicemente non leggerlo. 

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