Lotto infinito, l’anima di Enzo Avitabile

10 Ottobre 2016 di Paolo Morati

Enzo Avitabile

Ci sono musicisti che entrano, escono e tornano nella vita di chi li ascolta, improvvisamente, come un vecchio amico che si ripresenta alla porta. Uno di questi è per noi Enzo Avitabile, personaggio atipico e certamente poco italiano (ma molto napoletano) nel proporre inizialmente un insieme personale di musica e parole attingenti alla tradizione della musica afroamericana tra soul, funky e R&B. Lo avevamo scoperto a metà anni Ottanta, innamorandoci di dischi come S.O.S. Brothers e Alta tensione, di canzoni come Soul Express e Resta Bob, Mamma che caos e Punta il naso a nord e Solo, di suoni veri, accompagnati da una voce graffiante e del tutto riconoscibile. Fino al 1991 e all’uscita di un album omonimo, più patinato e meno ‘sporco’ rispetto ai precedenti, realizzato con la collaborazione di Corrado Rustici e contenente una grande canzone come Io non ci resisto più, trampolino di lancio per un possibile ulteriore balzo in avanti in termini diEnzo Avitabile popolarità.

Invece Avitabile ha sorpreso un po’ tutti cominciando un lavoro di ricerca di suoni e parole (e viceversa), e compiendo un salto oltre il discorso precedente. Mantenendo nel contempo la rotta della sua bussola lontana dai clamori, con in testa il mondo nella sua unicità, partecipando zitto zitto a eventi internazionali, pubblicando studi come Scale rare e ritmi del mondo e insegnando, tra musiche primitive e sperimentali. Come per chiudere un cerchio è poi arrivato il film intitolato Enzo Avitabile Music Life, girato da Jonathan Demme che ne è stato il promotore. In pratica il regista americano – non nuovo a progetti del genere – si è interessato a lui dopo averlo ascoltato alla radio negli Stati Uniti (la canzone era Salvammo u mundo), contattandolo e realizzando un lungometraggio presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Lotto InfinitoArrivando al presente, in questi giorni Avitabile ha pubblicato un nuovo album, intitolato Lotto infinito, che prosegue il suo viaggio sonoro mantenendo quell’approccio alla world music innestata su temi del sociale guardando con speranza al futuro. Napoli Nord è la cavalcata che apre una serie di quattordici tracce puntellate da alcuni ospiti, dove la lingua napoletana si alterna a quella italiana, e si fa suono per chi non la comprende appieno. Splendido il lento De Profundis con l’intervento in punta di piedi di Giorgia, così come la title track con quello di Giovanna Marini e Jastemma D’Amore impreziosita dal recitato di Pippo Delbono. Un disco capace di emozionare, non immediato ma evidentemente pensato, non facile da proporre ai tempi della fine degli album, a tratti teatrale, certamente diverso dal concetto di one shot, da ascoltare in un attimo di calma. Con temi che vanno dalle periferie alle migrazioni (Attraverso l’acqua con Francesco De Gregori) alla spiritualità, e dove i diversi contributi – da Caparezza a Renato Zero – non invadono mai la scena.

In definitiva da Lotto Infinito emerge l’anima dell’uomo  Enzo Avitabile che si distingue come un artista impegnato, ma non nel senso politico della parola (o comunque non solo in quello). Lui va oltre i generi, tra parole e suoni, a partire dal saxofono passione fin da bambino, per diplomarsi poi al conservatorio in faluto ed entrare a far parte di quella pattuglia che ha fatto la storia della musica napoletana di respiro internazionale: da James Senese a Pino Daniele. Passato attraverso varie fasi, e dolori, Avitabile si definisce un intellettuale di strada… anche perché ‘chi nun cunusce ‘o scuro nun po’ capì ‘a luce’.

Share this article