Roma 2024, giornalisti che contano niente

23 Settembre 2016 di Indiscreto

La storia della candidatura olimpica di Roma 2024 si presta a tante considerazioni discutibili, comunque la si pensi sull’opportunità di organizzare i Giochi, ma almeno una certezza emerge granitica: i grandi media e i giornalisti non contano più niente e quelli sportivi ovviamente meno di niente, nonostante l’autostima di qualcuno rimanga smisurata. Perché mai c’era stata a livello televisivo e di carta stampata (fatta eccezione per il Fatto Quotidiano) una unanimità simile, a prescindere dalle posizioni politiche ed editoriali, riguardo all’operazione portata avanti da Malagò e Montezemolo. Dalla Rai a Sky, dalla Gazzetta al Corriere dello Sport, dal Corriere a Repubblica, per non parlare del Messaggero, pur con diversi distinguo (sostenibilità, manutenzione dell’impiantistica di base, no al gigantismo, eccetera), mai dagli anni Trenta i media italiani hanno marciato come un sol uomo come in questo caso. Eppure quando gli stessi media hanno proposto un sondaggio ai loro lettori, i risultati sono stati inequivocabili: esempio, quello di ieri della Gazzetta ha indicato che il 64% dei lettori è d’accordo con la Raggi. Proporzioni opposte rispetto a quelle dei sondaggi sempre citati dal CONI… In altre parole, l’informazione è oggi così frammentata che l’ultimo dei blogger può spostare opinioni come la grande firma tromboneggiante e magari inserita in qualche rivolo del Comitato organizzatore, anche per interposta persona. Più verosimilmente, nel 2016 ognuno di noi si forma un’opinione in maniera diversa rispetto a quanto accedesse anche solo venti anni fa ed il No, a qualsiasi iniziativa, ha una potenzialità più compattante rispetto al Sì.  Detto questo, non tutti quelli pro Giochi sono (erano, a questo punto) in malafede o sperano di avere a prezzi calmierati un appartamento ricavato dal villaggio olimpico: i Cinque Stelle hanno ragionato come quei condomini che dicono no a ogni miglioramento e preferiscono la manutenzione di una casa che cade a pezzi piuttosto che la sua ricostruzione. Dando per scontata la visione di un’Italia popolata soltanto da ladri, preferiscono insomma farsi derubare dall’amministratore invece che dal costruttore.

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