Rifiutando i Kinder CereAlé (ovvero, De Boer non è da Inter)

19 Settembre 2016 di Stefano Olivari

Tavola_Fredda_2014Il giorno dopo Inter-Juventus è un lunedì come tanti altri, per lo meno al Champions Pub di via Novara. Se Ciampi fosse morto proprio lì davanti, uscendo dal Simply, quasi nessuno lo avrebbe riconosciuto e in ogni caso adesso tutte le migliori intelligenze del locale stanno vivisezionando gli errori di Allegri, in quattro giorni passato da genio della gestione a sopravvalutato da esonerare. Per fortuna Tuttosport aiuta a mettere tutto in prospettiva. Lifen sta alla cassa, piuttosto annoiata, vorrebbe iscriversi a Singing in the car ma non sa come dirlo al padre, Tong Guo, forse il più duro di tutti i già duri Tong (il bisnonno fu uno dei pochi a sopravvivere alla Lunga Marcia dell’Armata Rossa cinese, anche se era comunista quanto Verdini). La ragazza conosce a memoria tutte le canzoni dei Modà, Kekko è il suo ultimo pensiero prima di addormentarsi nella parte superiore del suo letto a castello, al primo piano di una casa popolare di via Abbiati dove i cinesi sono pochissimi rispetto ai maghrebini. Paolo-Wang la sera prima ha rivisto per la ventesima volta Wall Street, dopo avere fatto il botto con covered warrant cavalcati al momento giusto il suo sogno numero due è comprare Inter, Milan e Juventus, fonderle e poi chiuderle in modo che tutta quella gente di merda, che urla nelle case a fianco guardando la partita con smart card tarocche, rimanga senza uno scopo nella vita. Anche Alessandro-Zhou non è un grande appassionato di calcio, ma non lo detesta. Certo non capisce come mai la Cina si sia fissata con questo gioco noioso, in ogni caso lui sogna un’Inter di Fraizzoli e un Milan di Felice Colombo. La sua domenica sera è stata a Brera, complice l’entrata a due euro: di Piero della Francesca e del Bramante gli importa il giusto, per lui è importante che la Pinacoteca sia stata fondata da Maria Teresa d’Austria.

Presentato il nuovo prodotto Ferrero Kinder CereAlé, Milano, 31 marzo 2016. ANSA/MOURAD BALTI TOUATI Presentato il nuovo prodotto Ferrero Kinder CereAlé, Milano, 31 marzo 2016.
ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

In casa Budrieri l’atmosfera è ormai intollerabile. L’Erminia credeva di aver fatto una bella pensata proponendo per la colazione i Kinder CereAlé, ma è stata respinta con perdite. Stamattina Marilena nemmeno si è alzata dal letto, mentre Budrieri dopo aver guardato per qualche minuto la nuova merendina ha deciso di non abbandonare la vecchia via e ha mangiato i suoi soliti Oro Saiwa. Icardi gli ha procurato una minierezione, arrivata a tre quarti (facciamo due terzi) dopo una corsa in bagno annusando la sempre fragrante ciabatta della zingara: deve assolutamente ritrovare quella ragazza, forse solo lei può risvegliare la sua anima ribelle. Quanto a D.J. John, per la prima volta ha dato in escandescenze contro l’unica sua alleata in famiglia, visto che Budrieri lo odia e Marilena ormai di fatto sta con un altro, un forforoso family banker di Mediolanum appena separatosi dalla moglie ninfomane. Il motivo della rabbia dell’attempato dee jay pugliese è facile da intuire: il testimonial scelto dalla Ferrero per Kinder CereAlé (a proposito, che nome del cazzo) altri non è che Linus, che nello spot addirittura compare insieme alla moglie. D.J. John ha urlato che finché la radio in Italia sarà rappresentata da gente come Linus questo paese non si risolleverà nemmeno con il quantitative easing protratto per secoli. Albertino invece gli piace: lo trova profondo, intrigante, cazzuto. Intanto D.J. John in gran segreto sta preparando un nuovo format, dal titolo ‘Sdedicato a te’. In pratica dediche in diretta ma non alla persona che si ama di più, come nella radio degli anni Ottanta, ma a quella che più si odia, con i protagonisti che intervengono telefonicamente insultandosi. La proporrà a Carlo Conti per RadioRai, Conti sì che è un gran professionista.

Appoggiato pigramente al bancone della Sammontana Budrieri sta sfogliando la Gazzetta mentre il Walter sta raccontando al Gianni che vuole sbattere fuori di casa i peruviani ed entrare nel mondo di Airbnb. Ylenia sta confessando a Samantha, già tesissima per la Fashion Night di domani (Quest’anno va il verde?), che il cingalese dei selfie stick si è rifatto vivo dicendo che vuole costruire qualcosa di solido: per il momento si è iscritto a CL, all’ANPI, al PD e al Get Fit, spera che qualcosa succeda. Max continua a chiedere a Zhou il significato del tatuaggio di Mariella, ormai palesemente una quinta coppa C e tanto simile alla versione milfica di Demi Moore, ma Zhou cerca di portare il discorso sui Gufi, di cui ha appena acquistato la discografia completa da Joker, in viale Pisa. Lui è cresciuto nel mito di Nanni Svampa, ma sta sempre più rivalutando l’arguzia e i tempi di Gianni Magni. Comunque è il giorno dopo Inter-Juve e tutti sono lì a magnificare la svolta data dalla mano di De Boer, maestro di calcio ma fino alle 17 e 59 di domenica considerato lì al bar (non certo nei giornali, pieni di esperti di tattica che la partita te la spiegano meglio di Capello) un coglione da cacciare a costo di richiamare Hodgson. Budrieri sorride amaro, quei discorsi in fondo gli permettono di dimenticare i problemi che ha a casa: fra l’altro l’Erminia, che era di fretta per andare dal podologo, inciampando ha fatto cadere e spaccato un altro dei suoi piatti veneti, quello con scritto La dona, per picola che la sia, la vince el diavolo in furberia. Comunque lui che ha visto giocare Acanfora e Roselli non può mettersi a discutere con chi vorrebbe assegnare il Pallone d’Oro a Biabiany: “Dire che De Boer è un allenatore è come paragonare un bambino sul triciclo al Sercu o al Gaiardoni. Se Icardi non avesse pareggiato subito con un colpo di testa su cross da calcio d’angolo, roba che anche all’oratorio sanno che devono disturbare il più pericoloso, la Juventus avrebbe vinto due a zero e adesso ciao De Boer. Date retta a me che ho visto tanto calcio: De Boer non è da Inter”.
NonèdaInter (Copertina eBook)‘Non è da Inter – Alla periferia della vita’ contiene le puntate pubblicate fino al giugno 2015 ed è disponibile per Kindle di AmazoniPad-iPhone-Mac , ma anche per tutti i gli altri tipi di eReader attraverso la piattaforma di Bookrepublic. Prodotto da Indiscreto, ma giusto perché non lo abbiamo voluto dare a Mondadori e Feltrinelli, costa 4,99 euro. Il cialtronismo della cifra non è nostro, in periferia sappiamo benissimo che si tratta di 5 euro, ma dei poteri forti dell’e-commerce che pretendono che un prezzo termini in questo modo. 

Avvertenza per i nuovi lettori: Non è da Inter trae ispirazione dalla realtà, ma non è la realtà. Chi lo ritiene volgare o si ritiene offeso può semplicemente non leggerlo. 

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