Super Mario Abe e il Totocalcio

23 Agosto 2016 di Stefano Olivari

Cosa avremmo detto in Italia di un Matteo Renzi in mondovisione con il costume di Super Mario (facciamo Pulcinella, italianizzando) per lanciare i Giochi di Roma 2020? Perché teoricamente la candidatura buona era quella, prima che il sobrio Monti e il suo loden la facessero ritirare. Avremmo tutti, anche i renziani più convinti, parlato di Renzi buffone e di Italia paese di cialtroni che non possono organizzare grandi eventi. Invece il Giappone di Shinzo Abe, il cui debito pubblico è superiore addirittura al nostro (246% del PIL, secondo i dati di fine 2015 del Fondo Monetario), è stato commentato in maniera diversa. Cosa vogliamo dire? Che un carattere nazionale, davvero nazionale da Nord a Sud, è quello dell’autoflagellazione a prescindere, con presa in giro conservatrice (di solito da sinistra-sinistra o da parte dei Cinque Stelle) di chi prova a fare qualcosa di nuovo. Pensiamo all’immancabile critico d’arte secondo il quale “Pompei non deve diventare una Disneyland della cultura”…  Insomma, non si può mai fare un cazzo al di là dell’ordinaria amministrazione. Però se ‘Ce lo chiede l’Europa’… Altro esempio di autoflagellazione olimpica è quello del modello Gran Bretagna, in certi casi con articoli scritti da gente che non si ricorda (o non sa) che il CONI per mezzo secolo è stato finanziato dal Totocalcio e non dallo Stato come invece avviene adesso. Così il segreto delle medaglie britanniche per gran parte dei media copia e incolla (senza citazione della fonte) non è che a Londra i soldi vengano spesi (e bene) soltanto per gli atleti potenzialmente di elìte, invece che per parastatali che salutano il colonnello dopo tre nulli, ma che quei soldi derivino da una lotteria. Una lotteria! Innovativi questi inglesi!

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