Una Puglia da cento e lode

23 Agosto 2016 di Indiscreto

La recente discussione sulla scuola è stata una delle più interessanti nella storia di Indiscreto e quindi riproponiamo il tema, lasciando perdere le vacanze ormai al termine di insegnanti, bidelli e alunni (pochi gli alunni che ci leggono, stando a Google Analytics, a meno che non siano tutti ripetenti alla Chicco Lazzaretti). Lo spunto arriva dalla recente polemica riguardante i voti di maturità, di cui hanno nelle scorse settimane scritto tutti i giornali. In estrema sintesi: nella tornata 2016 in tutta Italia ci sono stati 5.133 cento e lode (ai nostri e forse vostri tempi il massimo era sessanta), circa l’1,1% del totale di chi chi si è presentato alla Maturità a prescindere dal tipo di scuola frequentata.

Prima curiosità: al Sud i diplomati con lode sono più della media delle altre regioni. Un record le statistiche della Puglia dove i cento e lode sono stati il 2,6%, più del doppio rispetto alle performance dell’italiano medio. Ma le statistiche nazionali sono alzate dal Sud stesso, visto che la Campania ha più del doppio (713 contro 300) dei cento e lode della Lombardia nonostante abbia poco più di metà della popolazione. La Puglia dei record ha poi la stessa popolazione del Piemonte, ma 934 cento e lode contro 225… I dati sono reperibili ovunque sul web, ognuno può fare qualsiasi tipo di confronto.

Seconda curiosità: i dati PISA, quelli che molti insegnanti contestano (alcuni nel merito, anche se ci sembra di ricordare che questi dati sono divisi per tipo di apprendimento, altri perché non concepiscono che il loro lavoro venga valutato), dicono che la preparazione degli studenti del Sud è inferiore alla media nazionale con numeri diversi a seconda dell’ordine di scuole e della regione. In positivo, ma è un positivo negativo, i migliori d’Italia sarebbero i veneti che però crollano al traguardo della maturità con lode ottenendo un risultato che è il 25% di quello pugliese.

Al Sud ci sono quindi scuole che regalano i voti e il problema non è di presentare ai genitori una bella pagella, ma quello di falsare i concorsi per accedere alle università migliori, dove i voti di maturità (e in certi casi anche degli anni scolastici precedenti) sono uno dei parametri per l’ammissione. Questa la fotografia della situazione, difficile da discutere. Più interessanti sono le cause. Con ragazzi ed ex ragazzi di queste terre da cento e lode, in particolare calabresi, abbiamo di recente avuto una accesa discussione sul tema e riportiamo le loro considerazioni: 1) Al Sud la classe media esiste molto meno che al Nord, c’è chi a casa non parla nemmeno in italiano e c’è chi invece è stramotivato ad eccellere; 2) La pressione ambientale sugli insegnanti è superiore, perché in molti casi la conoscenza personale con le famiglie degli studenti porta ad essere di manica larga con i voti; 3) I concorsi pubblici sono considerati una questione di vita o di morte, molti insegnanti vogliono regalare una buona carta ai loro allievi al di là della preparazione; 4) In gran parte del Sud la scuola ha una centralità che nel resto d’Italia non ha, viene in ogni caso presa più sul serio e il voto è quasi un giudizio di Dio. A nostro modo di vedere interessanti la 1) e la 4), ridicole la 2) e la 3). In ogni caso una vicenda scandalosa e paradossalmente istruttiva: già a 18 anni impari che qualcuno proverà a fregarti, oltretutto offendendosi se glielo fai notare. Anche questa è scuola, in fondo. Ma proprio in fondo.

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