Divise olimpiche per rumeni

9 Agosto 2016 di Dominique Antognoni

Non siamo grandi appassionati di Giochi Olimpici, tolti quei pochi grandi sport che seguiamo sempre: continuiamo a preferire un’amichevole con Cristiano Ronaldo o Ibrahimovic alle medaglie di grassoni cinquantenni o di sconosciuti in discipline praticate da venti persone in tutto il mondo. Però ammettiamo che i Giochi regalano storie stupende, come quella che sta facendo grandissimo rumore in Romania e ovviamente meno in Italia, riguardante proprio una notissima azienda italiana (di Torino), la Kappa, che fra le squadre vestite ha anche quella olimpica rumena. Il problema è molto semplice: le divise e il materiale tecnico dati agli atleti rumeni sono di qualità infima, indegna anche dei tarocchi cinesi o napoletani. Magliette che si strappano, loghi che si staccano, fili che pendono, materiali buoni ma lavorati male. Di seguito l’intervista fatta da Gazeta SporturilorSabina Dumitrache, la responsabile dei contratti che il comitato olimpico rumeno ha firmato con la Kappa in quanto fornitore delle squadre rumene.

Gazeta Sporturilor: Buongiorno, siete voi ad aver fornito l’abbigliamento sportivo che si sta rompendo in Brasile?
SD: Sì, e fin dall’inizio vi voglio dire che avete ragione: negli anni ho lavorato con aziende di prim’ordine e mai avrei immaginato che una compagnia si potesse comportare come ha fatto la Kappa. Mai avrei creduto si potessero compromettere così: incredibile. Noi abbiamo subito segnalato i difetti e abbiamo subito scritto al nostro distributore regionale che si trova in Serbia, facendo notare che Kappa si sta facendo ridere dietro.

GS: Quando avete notato i difetti?

SD: il 7 luglio 2016, appena abbiamo ricevuto la merce. Le etichette avevano un altro nome invece di Kappa, ovvero Sol’s Europe. Le tute erano rifinite male, erano poi piene di fili.

GS: Come vi siete comportati, come avete reagito? Era chiaro che si sarebbe creato uno scandalo, stiamo parlando della delegazione olimpica del paese.
SD: È proprio quello che ho fatto notare ai distributori serbi.

GS: E poi?
SD: Ho mandato una mail, lunedì 11 luglio: ci hanno risposto con molta fatica, ammettendo però i problemi. Fra l’altro non avevano ancora mandato tutto quello che c’era da mandare, il resto lo abbiamo ricevuto il 12 di luglio. Ci hanno chiesto di fare un elenco dei difetti.

GS: Un po’ tardi, visto che stavano per iniziare i Giochi Olimpici.
SD: Avevamo due soluzioni: mandare indietro tutto e in tal caso le squadre non avrebbero avuto vestiti, oppure tenerci i vestiti e fare delle osservazioni. Abbiamo optato per la seconda soluzione: si tratta di una situazione mai vissuta prima. Noi abbiamo ricevuto tutto direttamente dall’Italia, anche se il nostro distributore ha sede in Serbia. L’etichetta non è la loro: i materiali sono di qualità, però probabilmente hanno fatto fare ad altri il lavoro. Questi altri non hanno fatto le rifiniture, probabilmente per via dei ritardi. Ovviamente a noi non interessano i motivi di quanto accaduto. Ci hanno fornito roba di qualità pessima con il marchio Kappa.

GS: Chi ha incollato i nomi e la scritta Team Romania?
SD: Loro.

GS: Semplicemente si scollano, cadono dalle magliette.
SD: Hanno fatto tutto loro, noi abbiamo solo preso nota del fatto che non si trattava di maglie SMU, ovvero special made unit.

GS: Dunque state dicendo che si tratta di materiale contraffatto? E che Kappa ne era al corrente?
SD: Sì, esattamente. Stiamo pensando come agire in seguito. E siamo sicuri che pure Kappa stia pensando a come uscire da questa situazione, anche se dubitiamo la possa fare.

Insomma, una situazione incredibile. Forse esistono clienti di serie A e altri di serie B (nel caso la Romania sarebbe fra quelli in B), ma non facciamo illazioni e registriamo soltanto i fatti. Che al momento sono questi: le divise olimpiche dei rumeni, in teoria fornite dalla Kappa, sono scadenti. E alcuni atleti rumeni sono arrivati ad una soluzione paradossale, quella di usare al di fuori delle sfilate e delle premiazioni (quindi ben poche occasioni) le tute di vecchie edizioni dei Giochi, in particolare quelle Adidas di Sydney 2000. Bisogna anche ricordare che la Romania per quella fornitura ha tirato fuori dalla sue magre casse 571.032 lei, l’equivalente di 130.000 euro, per rifornire ognuno dei suoi 168 atleti anche di maglietta, scarpe, capellino, zaino e borsa.

Share this article