Zverev e l’ora della Next Generation

27 Maggio 2016 di Indiscreto

Pochi luoghi comuni giornalistici sono fastidiosi e al tempo stesso azzeccati come l’espressione Next Generation, per riferirsi a un gruppo di giocatori di età leggermente diverse ma accomunati dal talento e dalle prospettive: Thiem, Sock, Zverev, Kyrgios, Coric, solo per citare i migliori. Tutti ancora in corsa dopo quasi una settimana di Roland Garros, una buona notizia. Ovviamente nelle storia del tennis e di qualsiasi altro sport è sempre esistita una Next Generation, pronta a prendere il posto dei campioni del presente, ma questa è forse la più attesa di tutte perché mai nella storia di questo sport un gruppo ristretto di campioni ha dominato i tornei più importanti per oltre un decennio come sono stati capaci di fare Federer, Nadal, Djokovic e tutto sommato anche Murray che di tornei dello Slam ne ha incredibilmente, visto che ha 29 anni, vinti soltanto due. Il pretesto per parlare di questa svolta ci arriva dalle due partite più interessanti del terzo turno del Roland Garros, quella fra Zverev e Thiem e quella fra Kyrgios e Gasquet che nella generazione Nadal fa parte dei grandi delusi insieme a Berdych e Tsonga: gente che infilandosi nella corsia temporale giusta (l’inizio degli anni 2000, per esempio, quando numeri 1 sono stati Kuerten, Hewitt, Ferrero e Roddick) o in un tabellone particolare (gli U.S. Open di due anni fa, quelli della finale Cilic-Nishikori) avrebbe senz’altro molti più trofei nella metaforica vetrinetta in soggiorno. Della Next Generation quello che gioca il tennis più al limite e più divertente è Thiem, il più personaggio Kyrgios, ma quello che forse diventerà numero uno è, a detta della maggior parte degli addetti ai lavori, Zverev. Continua sul Guerin Sportivo

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