Karina Huff, grazie

18 Aprile 2016 di Stefano Olivari

Addio alla Susan dei due Sapore di mare e alla Samantha di Vacanze di Natale, ma anche alla Ambra di Giochi d’estate. Senza contare i ruoli minori, fra cui le menzioni d’onore vanno a Domani mi sposo e al tremendo La partita: inguardabile e folle film in costume, forse il meno conosciuto lavoro dei Vanzina, in cui però viene schierato oltre a lei un dream team comprendente Faye Dunaway, Corinne Clery, Ana Obregon, Jennifer Beals e Federica Moro. Sì, Karina Huff se ne è andata dopo quasi dieci anni di lotta contro il cancro, con momenti sì che l’hanno vista tornare ospite in qualche trasmissione tivù e ovviamente tanti momenti no, che ha raccontato in diverse interviste (la più famosa concessa a Barbara D’Urso). È morta a 55 anni nella sua Londra, dove era tornata dopo la fine del matrimonio con un italiano e la nascita di un figlio, Alessandro. Sopravviverà nell’immaginario collettivo non soltanto di chi è stato adolescente negli Ottanta, ma anche di chi grazie all’eterno presente della nostra era può cogliere i momenti di autentica poesia, a volte involontaria, nascosti in prodotti studiati per noi del popolo. Tutti sanno chi è Karina Huff, noi vogliamo ricordarla non come una grande attrice (magari però lo era, le icone non sono giudicabili) o come l’ingannevole archetipo della straniera ‘facile’ che ha turbato generazioni di italiani, ma come una compagna di vita che per più di tre decenni con grazia e classe ci ha ricordato la magia della giovinezza e della vita tutta da scrivere, convincendoci sempre che la vita è ancora tutta da scrivere. Rimarrà sempre il rimpianto per quella festa anni Ottanta che due anni fa l’amico Alessandro stava organizzando e che avrebbe avuto lei come ospite d’onore: onestamente non avremmo saputo cosa dirle, l’avremmo adorata e basta. Ognuno ha le sue scene con Karina viste migliaia di volte, le nostre preferite sono tante. Medaglia di bronzo: quando nel primo Sapore di Mare, quello dei Vanzina, Felicino (Christian De Sica) presenta Susan al fratello Luca (Jerry Calà) e ai genitori (fra cui il grandissimo commendator Carraro, con Ugo Bologna a incantare). Medaglia d’argento: il ballo anni Sessanta sulle note de I Watussi (con il vero Edoardo Vianello a cantare) e il maglioncino leggero sulle spalle di Felicino, che da solo spiega un mondo (anzi: IL mondo, come dovrebbe essere). Medaglia d’oro: quando nel Sapore di Mare due, quello di Bruno Cortini, viene abbordata da Romildo Bettazzi, salumiere che si presenta come ‘Bettazzi Romildo’. Hors categorie: lei in quasi tutte le scene di Vacanze di Natale che la vedono coinvolta, ma in particolare sulla neve, nei dialoghi con un De Sica (Roberto Covelli) strepitoso e nel saluto a Claudio Amendola (Mario). Da Hall of fame: la scena dell’erba fumata insieme a Luca nella pipa del commendator Carraro. Frase cult: “Qui si passa il tempo a decidere cosa fare e poi non si fa mai niente”. Grazie di tutto, Karina.

Share this article