Berlusconi ha deciso, il Milan forse ai cinesi e di sicuro a Lippi

27 Aprile 2016 di Indiscreto

Dopo trent’anni finisce al Milan l’era di Silvio Berlusconi, che a meno di clamorosi colpi di scena nel prossimo fine settimana o al più tardi nella prossima metterà la sua firma sulla cessione del 70% della società rossonera a una cordata cinese i cui uomini forti sono Jack Ma, una fortuna (la seconda della Cina, parlando di imprenditori privati) fatta con l’e-commerce di Alibaba, e Robin Li, anche lui cinese diventato ricco grazie al web (Baidu e altro). Le anticipazioni del Corriere dello Sport e di Repubblica stanno trovando riscontri ai livelli più più alti, con il tavolo che a questo punto può essere ribaltato soltanto da Berlusconi. La differenza con il passato è che quasi nessuno adesso gli sta chiedendo di ribaltare quel tavolo, né in famiglia né nel mondo Fininvest-Mediaset. Ci sarà un periodo di transizione, sempre con Adriano Galliani al timone della società, in cui Fininvest rimarrà azionista di minoranza del Milan, ma al termine della stagione 2016-17 tutto passerà in mano cinese. Sempre se, e sottolineiamo se, Berlusconi non si tirerà indietro al momento di firmare. Quello che però interessa ai tifosi del Milan è il futuro sportivo della squadra, arrivata ai suoi minimi (non per il piazzamento, che è stato in certe stagioni anche peggiore, ma per l’ambiente di negatività irreversibile che si è creato) del trentennio. E questo futuro si chiama Marcello Lippi direttore tecnico, scenario che avrebbe cittadinanza anche con un ripensamento di Berlusconi visto che da mesi Galliani ha creato questo rapporto. Va detto che Lippi probabilmente direbbe sì anche ad un progetto berlusconiano di Milan dei giovani, dove fra l’altro avrebbe meno da rischiare come immagine. Quanto al nome di chi realmente siederà in panchina, in questo momento vale tutto (anche Brocchi, se in finale di Coppa Italia farà l’impresa). Continua sul Guerin Sportivo. 

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