Schengen o frontiere?

8 Gennaio 2016 di Indiscreto

I recenti fatti di Colonia si prestano a considerazioni politiche di vario segno e anche a ricostruzioni differenti da parte delle stesse istituzioni. Di certo c’è che molte donne tedesche sono state aggredite, con varie modalità, per strada, da centinaia di nordafricani e mediorentali di diversa estrazione (freschi profughi, residenti di lunga data, persone in transito da altri paesi europei). Situazioni analoghe a quelle di Colonia sono accadute in altre città europee, da Zurigo a Helsinki, ma è presto per trarre conclusioni dal nostro bar: un qualche disegno di destabilizzazione, come sogna il giornalista in in giacca di velluto (magari l’ultimo piano di Gelli, prima di lasciare questo mondo, con l’ausilio di servizi deviati e della Banda della Magliana), oppure l’ordinario atteggiamento culturale del musulmano verso la donna occidentale o, peggio ancora (ai suoi occhi) di quella che vive all’occidentale? Se anche Svezia e Danimarca, terre promesse del welfare e dell’accoglienza (soprattutto la Svezia), mettono in discussione il trattato di Schengen (che riguarda 29 stati, non tutti delle UE: comprende, per dire, anche la Svizzera), significa che il problema ha un’origine più antica rispetto all’ultimo Capodanno. Poi trincerarsi dietro Schengen può avere senso in pratica (il problema è chi, come l’Italia, fa entrare dall’esterno praticamente chiunque contando sul fatto che poi se ne vada in altri paesi) ma non in teoria: la maggioranza degli europei, di qualsiasi orientamento politico, non è contraria ad aiutare chi sta male ma è contraria al doversi adattare ad una religione, quella islamica, che non preveda la laicità. Più diretta la posizione del premier slovacco Robert Fico (il suo SMER sarà sì populista, ma di certo è anche un partito di sinistra), non contro l’immigrazione ma contro quella musulmana. Comunque il dibattito del momento, almeno nei paesi in cui se ne parla, è su Schengen e il nostro ‘Di qua o di là’ si adatta: conferma di Schengen o ripristino dei controlli di frontiera come li abbiamo conosciuti fino a metà degli anni Novanta?

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