Mezzi pubblici gratis?

28 Gennaio 2016 di Biro

Gli anni Settanta non sono ancora finiti, così come per certi versi gli Ottanta. Così capita di ascoltare proposte come quella di rendere gratuito l’utilizzo dei mezzi pubblici: è accaduto a Milano da parte di uno dei candidati alle primarie del centrosinistra (fra dieci giorni), l’attuale vicesindaco Francesca Balzani. Non una del bar, ma l’assessore al Bilancio della giunta Pisapia (che infatti ‘endorserà’ lei), con un passato da tributarista. Ma al di là delle boutade elettoralistiche e del fatto che in quasi nessuna città del mondo progetti simili abbiano funzionato, la proposta merita di essere presa in considerazione almeno nell’ottica della limitazione del traffico automobilistico all’interno delle città. Intanto la Balzani parla soltanto di mezzi di superficie, quella che in sostanza è la serie B del trasporto pubblico cittadino, dove il controllo dei biglietti è inesistente e quindi gran parte dei viaggiatori (magari gli stessi che ‘non ci sentiamo rappresentati da questi politici’) non lo timbra. E nemmeno tutti quelli di superficie, ma di alcune linee che in teoria potrebbero autofinanziarsi con sponsorizzazioni (lo diciamo noi) o introiti derivanti da un allargamento dell’Area C (lo dice lei), la zona dove per circolare in auto si paga un ticket giornaliero. Da ricordare infatti anche che l’uso dell’auto è già stato abbastanza disincentivato: chi la usa per spostarsi all’interno delle città, soprattutto di giorno, è un tossico con soldi che gli crescono. Pensiero realistico: la gratuità di autobus e tram potrebbe essere finanziata anche da una metropolitana che costasse il doppio o anche più. Comunque senza fare l’esempio scontato di Londra, dove i prezzi del trasporto pubblico sono una sassata (ma l’ il concetto di ‘area metropolitana’ è leggerissimamente più esteso), in tutto il mondo biglietti e abbonamenti contribuiscono almeno a una parte delle spese di gestione. Per venire al nostro orticello, la media italiana è di circa il 30% e quella milanese attuale del 50. Il ‘Di qua o di là’ è quindi, come quasi sempre, ideologico e non tiene conto delle soluzioni intermedie: mezzi pubblici gratis o a pagamento?

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