Messina senza denaro

18 Gennaio 2016 di Oscar Eleni

Oscar Eleni da Civita di Bagnoregio, altura tufacea del viterbese, uno dei piccoli paesi in via d’estinzione. La città che muore. Un po’ come la decenza in questo borgo dove impera la delazione, il regno dei sanfasò che hanno scoperto la risposta a comando, dietro pagamento senza ricevuta, scontrino, come nelle gelaterie dove smerciano cacao in ghiaccio, ma non vogliono farlo sapere. Come gli incassi della serie A. Nel quaderno delle doglianze ci mancano risposte. Da tempo. Abbiamo invitato, sfidato, i signoroni di Lega, partendo dal presidente agitato che fa bene a soffrire per la sua Brindisi, ma la protesta plateale agli arbitri, in diretta TV, dovrebbe saperlo, forse, coinvolge il presidente della Lega, a seguire in una delle nostre tante tribune stampa una partita.

Milano andrebbe bene. Ci sarà anche la Coppa Italia. Vedere, quello che si può. L’associazione superuomini ha rinunciato. Se sei troppo in basso hai davanti l’esercito sconosciuto dei viandanti televisivi, dello staff, se stai a destra non vedi il campo a sinistra e viceversa. Trasmettere? Se ci sono tanti spettatori, come succede a Milano, diventa dura. Poi telecamera a braccio, fotografi, be’ se non ci si mette d’accordo sul reale aumento del pubblico possiamo dire che quello dei fotografi è decuplicato, anche se i giornali che pubblicano sembrano sempre meno. Una volta avevamo tantissimi inviati, sul campo, adesso soltanto a quel paese. Un settimanale, anche due, e un mensile di pallacanestro. Ora due mensili. Certo le foto per i siti sono utili, ma restiamo perplessi sul modo in cui l’esercito del clic (esisterà ancora il clic?) si muove.

Tornando alle sfide. Avevamo chiesto che per certificare comunicati gaudiosi sull’aumento del pubblico ci fosse anche la segnalazione dell’incasso. Sembra che nel basket non sia possibile quello che invece fanno nella pallavolo. Da cosa lo si capisce? Be’, sullo stesso giornale dove alla rubrica basket danno soltanto gli spettatori in quella della pallavolo mettono affluenza ed incasso, salvo qualche omissione. Insomma essere chiari per giustificare la richiesta di tanta attenzione ed affetto. Lo facessero anche per i contratti dei giocatori depositati in Lega eviteremmo di sparare alla luna con cifre dedotte in maniera logica dopo qualche ammissione di spesa. Forse il caso Siena non si sarebbe mai verificato se davanti al monte ingaggi qualcuno avesse chiesto come era possibile avere la squadra che vinceva tutto pagando meno delle molte che non riuscivano mai a vincere nulla.

Parentesi. Non è vero che si vince soltanto se si è più ricchi. Serve ben altro. Nei gialli d’autore dicono: sempre cerca la grana, le donne. Nel basket no. Tutela della privacy. Come nel calcio? Non sembra, se chi ha voglia può tranquillamente pubblicare le cifre d’ingaggio. Ne abbiamo letta una di recente sull’Empoli che gioca benissimo e sta in alto nella classifiica. Ma deve essere l’aria della Toscana. Guardate Pistoia nel basket. Moretti faceva meraviglie, è arrivato Esposito e sembra fare ancora meglio. Ma chi ha lasciato Empoli, o Pistoia, quindi Sarri, è primo col Napoli, e Moretti in bella ripresa con Varese sempre povera in canna ma in zona franca per la salvezza e addirittura vicina all’ottavo posto.

Torniamo a noi per questi guanti di sfida che restano nelle buche delle nostre strade cestistiche dove si litiga in maniera meschina, con gente che davvero non avrebbe il diritto di scagliare la prima pietra, certe pietre. Siamo nella settimana dove faremo osanna al ritorno in Patria di Messina, il nostro, il più bravo, quello delle tante vittorie nel basket vissuto alla grande, non certo del Messina Denaro che resta fra i grandi latitanti, come il buon senso sulle tribune. Anche se fanno sorridere certe paternali, certi sfoghi, con ammissione implicita di colpa, se un cretino tira la monetina che ferisce l’allenatore ospite e nessuno ferma il perfido balilla, se due bestie da tribuna insultano il giocatore infortunato ch esce dal campo. Succede da tutte le parti, certo è peggio se avviene quando sei il capitano della tua squadra e te ne vai zoppicante dal Forum come Ale Gentile che il fratello Stefano considera vittima dell’ignoranza di chi non sa la fatica che ha fatto e la fame che aveva, che ha, per essere quello che è oggi. Il vittimismo al centro di un problema che non esiste. Milano sapeva di rischiare costruendo una squadra intorno alla sua stella. Ora chiedergli di reagire mandando tutti al diavolo per andare subito a Houston non è davvero il consiglio di gente che gli vuole bene. Secondo voi in quella squadra del Barba quanti palloni potrebbe giocare? Per fortuna chi lo amministra e chi lo ha istruito, chi lo guida anche oggi, sa bene come stanno le cose. Ora lui deve soltanto recuperare, senza prendere peso. Gioca in una maniera che affascina, sfonda i muri, ma qualche volta se ci sbatti contro ti fai male.

Ora, tornando al Messina nostrum, chiaro che deve avere la squadra tutta sana e al momento si teme sempre di veder apparire in lista infortunati il Gallinari che è davvero capo giocatore di Azzurra, non si sa ancora se Bargnani è al centro della solita isola degli scoraggiati, si spera che Belinelli abbia luce, sognando pure che i bravi giocatori prestati all’Europa non perdano la visione di Petrucci. Alessandro Gentile è al centro del sistema. Come piace a lui. Deve guarire. Doveva riposare, ma gli impegni della società non lo permettevano. Repesa ha fatto il possibile per tutelarlo, è arrivato anche al compromesso nel rientro, meno cariche di Balaclava e più viaggi a testa alta per scaricare, non per mettere fuoco in quelle gambe che portano oltre le torri nemiche spalle forti. Con Trento non si sono accorti che le due trappole di Buscaglia avevano fatto andare il sangue alla testa al re della cazzimma. Doveva andarsi a sedere. Ha voluto attaccare, ne aveva tre intorno. La gamba ha detto non ce la faccio. Certo poteva ribellarsi con arresto e tiro, con azioni stando più alla larga. Non è il meglio del suo repertorio. Lo sa.

Per questo andrebbe incoraggiato a studiare e lavorare ancora, non spinto da chi venderebbe libri di psicologia al mercato, come quei poveri ragazzi che ti offrono volumetti sulla vita di Mandela, a non cercare nemici, perché nessun giocatore, anche il più grande ha avuto soltanto consensi. Bird o Magic Johnson, Kobe e Shaq, insomma la storia dello sport mondiale. Bartali era migliore di Coppi? Rivera più bravo di Mazzola? Esiste da sempre la critica, soltanto adesso viene considerata ostile perché c’è chi si sente davvero uno dei re Magi, anche se l’oro glielo hanno prestato, l’incenso lo confonde e la mirra non la capisce. Soltanto adesso la guerra per bande porta addirittura alle scomuniche, ai famosi libri di proscrizione che fecero di Roma un posto meno vivibile anche quando dominava il mondo. Comunque li capiamo bene questi nuovi farisei e ora è più facile rendersi conto che Ponzio Pilato arrivò davvero ad un compromesso con Gesù. Serviva ad entrambi quella fine.

Per finire su Messina. Torna e siamo felici. Toccata e fuga. Ci si rivede a giugno. Certo tutta questa aspettativa sembra esagerata. Come se avessimo tolto la Nazionale dalle mani del giovane Frankenstein per ridarla al vero scienziato facendo nitrire i cavalli del Foro Italico ogni volta che si fa il nome di mister Pianigiani. Stateve accuorti, dicono in curva a Napoli. Nella pentola dovremo far bollire lo spirito santo del gruppo. Senza quello, la salute e riconoscendo che il culo non serve soltanto per sedersi, auguriamoci che il Messina nostrum, tornato a casa non per denaro, segua il concetto diventato sacro anche prima di Sacchi: occhio, buonsenso e fortuna, o come si chiama. Siamo davvero più forti di Serbia o Francia

Pagelle ringraziando prima tutti quelli che hanno telefonato, mandato messaggi di solidarietà per la patetica “squalifica” Peterson che ci ha negato il piacere del suoi giubileo alla sala Buzzati nel palazzo rimasto solo al Curierun. Come è andata? Cara gente avete poco da fare se vi incuriosisce una vicenda così triste, ma così semplice da capire visti i personaggi in questione, considerando che nel domani saranno questi a determinare. Magari anche una rielezione presdidenziale in Lega, garantendosi di avere Iago sempre in sala rinfreschi. Allora spiego. Un mese fa chiamata dalla Gazzetta: “Sappiamo che con Peterson hai fatto molta strada, potresti raccontare qualcosa?”. Certo. Silenzio. Chiamata di verifica. Conoscendo certi polli e certa gente: se crea problemi non vengo, lo capirei. “Ma cosa dici. Una tua invenzione”. Va bene, ci si vede il 12. Telefonata il giorno 11: “Avevi visto giusto. Dan gradirebbe che tu non fossi sul palco”. Bene. Incontro con Peterson, lo stesso, giorno, in una notte europea al Forum: auguri Dan, te li avrei fatti personalmente sul palco, ma mi hanno detto che non gradivi… “ Io, chi io?”, cinguettava il Nano Ghiacciato. Ho capito. Tutti hanno capito, anche quelli che pensano davvero di essere figli di Sun Tzu e sono stati sempre a sbucciare finocchi nelle cucine in casa Machiavelli.

10 A SACCHETTI per aver transato con la società che lo ha licenziato. Non aveva senso fingere di godersela perché si poteva stare a casa a ricevere lo stipendio. No, questo è da combattimento. Ora al Banchi hanno dato la nazionale under 20 che era di Sacripanti. Gli auguriamo di avere lo stesso successo del Pino. Se lo merita. Così come non meritava gli stracci in faccia dopo le sfilate mancate a Milano. Per Meo sembra che ci possa essere uno sfogo verso Azzurra. Sarebbe l’ideale nella squadra di Messina.

9 Alla RADIO per come riesce ancora ad emozionare e la trasmissione domenicale, la verve del campo centrale, il misto con la pallavolo. Insomma una bella cosa. Ci manca sempre la voce di Carboni, ma per il resto complimenti. Non è vero che esiste soltanto il cicaleccio televisivo.

8 Al BUSCAGLIA di Trento perché ha avuto, giustamente, il rinnovo anticipato del contratto, come si deve fare nelle società serie, quando bisogna impostare il futuro. Certo meriterebbe anche una settimana premio in qualche convento Certosino perché fra la Turchia e il Forum abbiamo visto tanti regali, qualche pericoloso passo indietro verso il branco.

7 Ad Ettore MESSINA se oggi, incontrando tutti gli allenatori della famiglia di Azzurra, riuscirà a spiegare bene in quale ufficio deve stare Pianigiani che, stranezze del sistema, era in tribuna alla farsa delle stelle di Trento, dopo essere stato assente dove la palla scottava davvero.

6 A DE NICOLAO e Stefano GENTILE perché questo viaggio che fanno insieme, alternandosi alla guida di Reggio Emilia, ci fa credere che qualcosa possa tornare a fiorire in certi ruoli, anche se restiamo sempre scettici in un sistema dove il Luca Vitali da 0 su 9 al tiro, 8 assist, 11 rimbalzi, viene guardato con sospetto.

5 Al professor LOGAN amatissimo docente nella Sassari campione d’Italia perché sulle sue crisi è caduto Sacchetti e non sembra poter volare come sognava il Calvani che ora cavalcherà Mitchell, ammesso che non si scordi che l’anno scorso a Trento il tipo certe rose e certi fiori se li mangiava.

4 Al TEMPO LIBERO dei professionisti dello sport che guadagnano abbastanza per non sentirsi prigionieri se recuperano la fatica mangiando sano e dormendo bene, piuttosto che nei privati delle discoteche. L’associazione giocatori ha in mente qualcosa per il risarcimento danni alle società vittime delle notti brave dei suoi presunti assi?

3 Alla GIBA che ha bocciato il sei più sei. A tutti quelli che pensano di risolvere i problemi di crescita di un movimento tecnico, persino dirigenziale, con formulette che fanno diventare importanti i creativi del trucco. Come ai tempi del proibizionismo con Al Capone. Si leggano Mandela e Invictus.

2 Ai BECERI che hanno insultato Ale Gentile mentre usciva infortunato dal campo di casa. Indignarsi per una bravata così vergognosa è giusto. Bisognerebbe farlo per ogni “devi morire “ delle tribune quando cade un “nemico”. Anche la reazione del capitano di Milano ci ha stupito: nessuno piace a tutti. Lui, almeno, sul campo, può, potrebbe, vendicarsi.

1 Alla FORTITUDO che ci manca, che porta 5000 persone alle sue partite in A2, perché non la vediamo ricrescere serena come si spera possa succedere a Treviso, Siena e Roma, come meriterrebbe il capo minatore Boniciolli. Ogni giorno una novità e poi questo incivile che ferisce con una moneta l’allenatore avversario. Eravamo già depressi per i mandanti del caso Peterson. Adesso lo siamo ancora di più.

0 A Ferdinando MARINO per la plateale protesta verso la terna Martolini, Bartoli, Ranaudo, nel finale perso dalla sua Brindisi contro Pistoia, meritatamente, secondo quanto ha dichiarato in RAI ,a lla fine, Riccardo Pittis rischiando quello che ha messo fuori gioco Alice Pedrazzi. Come presidente di società sarebbe già fuori legge. Come presidente di Lega ancora peggio. Vero che la televisione amatissima capace di regalare al basket di tutto, non di più, sia chiaro, ha questa bella pensata di fare scopa con le grandi partite di calcio, per cui, secondo voi, in Toscana, ad esempio, hanno visto più volentieri Milan-Fiorentina o Brindisi-Pistoia? Ma state attenti a desiderare tanta televisibilità. Si rischia la rivolta come in quel centro accoglienza dove davano agli immigrati sempre pastasciutta mentre nella loro cultura alimentare è il riso il vero sale della vita. Già, il riso, come cereale, ma anche come voglia di divertirsi fra di noi, ironizzando, scherzando, non temendo sempre di essere inseguiti dai pretoriani di questo o quel caporalicchio .

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