Roma 2024 e il dividendo dell’Isis

20 Novembre 2015 di Stefano Olivari

Gli attentati di Parigi e il ruolo sempre più esposto della Francia, anche nelle varie operazioni militari in Medio Oriente e in Africa, rendono più forte la candidatura olimpica di Roma 2024? Con questa domanda inauguriamo l’angolo del cinismo. Ma è una domanda che ha cittadinanza, visto che al CIO non esiste il voto di opinione e tutto viene valutato in base all’interesse personale dei suoi membri, come sempre, ma anche in base a quello dell’istituzione. L’ultima cosa di cui ha bisogno il movimento olimpico è un’edizione blindata dei Giochi, oltretutto in un paese democratico dove i giornalisti possono, avendo voglia di lavorare, raccontare ciò che vedono. Non saremmo insomma a Pechino o a Sochi. Malagò è stato prudente nelle dichiarazioni post-attentati, ma l’ottimismo che molti politici (alcuni del solito partito del cemento) manifestano in privato ha un suo fondamento. Poi per una scelta che comunque sarà fatta a settembre del 2017 ci sarebbero anche Budapest, che i suoi confini ha dimostrato di difenderli in maniera più concreta della Francia (per non dire di noi), Amburgo e Los Angeles, ma un avversario azzoppato, sempre con cinismo parlando, è meglio di un avversario sano. Continua sul Guerin Sportivo.

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