E basta con George Best

25 Novembre 2015 di Indiscreto

Sappiamo tutto e purtroppo anche di più su George Best, dopo libri, film, vecchie telecronache, rievocazioni ad ogni anniversario (oggi il decimo della morte), della nascita e la citazione ripetuta delle stesse quattro frasi. In realtà non molto intelligenti, se avessero detto le stesse cose Cerci o Cassano sarebbero stati linciati. In fondo per trovare un calciatore interessato soltanto ad auto, donne e locali basta entrare a caso in uno spogliatoio del 2015… È arrivato quindi il momento di dire basta a questa mitizzazione che tutti noi mitizzatori del calcio britannico (perché lo intravedevamo e basta, grazie alla tivù della Svizzera Italiana e sognando con i reportage del Guerino, comunque quando Best già era emigrato) facciamo di default per quello che è stato un grande, grandissimo campione, per tre anni e poi ha vissuto di rendita in diversi campionati trascinandosi fra alcolismo e botte alla fidanzata di turno (“Quando era sobrio però era buono”, la splendida giustificazione dei fan). Partendo da un livello tecnico così alto che addirittura a 36 anni, quando giocava a Hong Kong, rischiò di essere convocato per il Mondiale spagnolo nella memorabile Irlanda del Nord di Billy Bingham. Insomma, per il poco che è durato ad alto livello un fenomeno in campo (ma attenzione: tutti quelli che ne parlano, noi compresi, lo hanno visto o su You Tube o in quelle tre partite contro squadre italiane) e un’icona pop nel decennio ‘giusto’ dell’Inghilterra. Ma tutto qui. Dire che ci manca Best, senza averlo ‘vissuto’ (quindi avendo almeno dieci anni nel 1968) è come dire che ci mancano Scarone o Sindelar. Continua sul Guerin Sportivo.

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