Assad o Isis?

6 Ottobre 2015 di Indiscreto

I bombardamenti putiniani in Siria, anticipati e seguiti da movimenti di terra, hanno reso più ridicolo di quanto già non fosse il dibattito su cosa fare contro l’Isis. Come se la Seconda Guerra Mondiale sia stata vinta dai ‘buoni’ per la bontà delle loro idee e non per la loro superiorità militare, unita al sacrificio di milioni di giovani (e andando al Milan o al Florence War Cemetery, per dire due posti visitati più volte e consigliabili a tutti, si può fare qualche riflessione su cosa fregasse della nostra libertà a un ragazzo neozelandese). Ma non divaghiamo… Il nostro ‘Di qua o di là’ di oggi è solo apparentemente sull’attualità e riguarda la scelta delle scelte, già fatta (sbagliando) ai tempi della Libia: a parità di violenza, meglio un tiranno che faccia da punto di riferimento o una serie di gruppi fanatici e/o prezzolati con cui è impossibile trattare? La Siria si presta, purtroppo per lei, benissimo a fare da esempio. Dal 2011 ad oggi anche noi lettori di destra di Internazionale abbiamo perso il conto di frazionamenti e accorpamenti di filo-Assad e anti-Assad, ma volendo proprio tirare un riga possiamo dire che da una parte c’è il regime (non è una democrazia nemmeno per finta, esiste un partito solo) sostanzialmente laico di Assad, la maggioranza degli sciiti e una significativa minoranza di sunniti, ma anche Iran, Hezbollah, palestinesi, sciiti iracheni e chissà quanti ne dimentichiamo, oltre ovviamente all’immenso Vladimir. Dall’altra invece mille gruppi che messi insieme fanno una maggioranza sunnita, alcuni anche abbastanza famosi (tipo Al Nusra, affiliato ad Al Qaeda, o il Nurreddin Zenki che ha rapito le turiste non per caso Greta e Vanessa incassando 11 milioni di euro dallo stato italiano), l’Esercito Siriano Libero che è quasi interamente composto da ex militari che hanno lasciato Assad e rappresenta la parte laica dei cosiddetti ribelli, e poi chiaramente l’ISIS o Stato Islamico che dir si voglia che alla fine inghiottirà tutti per la sua forza e anche per un consenso popolare che non si deve negare. Impossibile da parte nostra non parteggiare per i curdi del nord della Siria, che combattono sia contro gli assadiani che contro l’Isis, e anche contro chi indirettamente sostiene i secondi, come Stati Uniti e Turchia: avessimo i soldi li doteremmo di armi atomiche. Ecco, semplificare è impossibile ma al di là delle politiche di giornata una linea bisogna averla: Assad o Isis? Perché anche non scegliere è una scelta, nel senso che si fa scegliere agli altri.

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