Il valore di Reggio Emilia

28 Settembre 2015 di Oscar Eleni

Oscar Eleni in contestazione davanti alla giuria di Cremona che ha dato ad un francese l’oro nell’olimpiade dei liutai, quando in giro per l’Italia che scrive, che parla, ci sono violinisti con strumenti fatti proprio da loro, ben accordati, che te la cantano e te la suonano. Se non ti piace quello che propongono vai a rifugiarti con Lorenzo Esse alla fiera della cipolla di Mezzolara. Il gusto è straordinario, la visione immensa. Tagliatelle con cipolla, stinco con cipolle stufate, cipolle fritte, birra di castagne.

Dovevano farla in quel paradiso dove il Parma ha pareggiato la bella mostra sulla storia NBA per immagini ideata dal Finazzer creativo a Milano, in via della Liberazione. Certo degli ospiti presenti all’inaugurazione ci saremmo portati a Scandolara soltanto la nuova miss Italia che giocava a basket in A2, magari Danilo Gallinari per fargli portare a Denver qualcosa da non dimenticare, sicuramente Meneghin che deve preparare il suo cimento più duro come ministro degli esteri del nostro basket ottenendo la sede italiana per uno dei gironi del durissimo preolimpico. Se non ce la farà sai i violinisti cosa metteranno nella bocca del povero Petrucci che a Rio ci vuole andare e non per ballare la samba. Già deve scoprire una maniera per sistemare tante cose nella torre d’avorio del suo principe allenatore, soprattutto adesso che ha messo Capobianco alla guida del settore femminile, doppio incarico come Bocchino e Cuzzolin mago della preparazione, che sta facendo venire la cellulite al movimento che si sente defenestrato, anche se la sua finestra era proprio al piano terra.

Meglio le cipolle dei violini dopo l’uragano che ha investito la Virtus Bologna dove gli esperti delle Vu Nere dovranno capire se il domani continuerà ascoltando la voce tonante   dall’aldilà di Gigi Porelli o cambiare tutto, tornando a quello che c’era prima di investire, nel senso buono all’inizio, dolorosamente alla fine, Renato Villalta caduto sui centimetri nascosti del simbolo dei fieri e forti che l’avvocatone non avrebbe mai nascosto fra sigle che pure garantiscono esistenza in serie A. Eravamo tornati da Bologna convinti che la coppia Villalta-Crovetti avrebbe portato a termine una buona stagione. Neppure il tempo del brindisi, delle battute sulla connection reggiana ed eccoci alla gogna. È un periodaccio. Tutto sbagliato sull’Europeo, tutto frainteso anche tornando nel branco per vedere meglio certe facce. Doloroso addio a due persone di cui avevamo fiducia. No, cari violinisti, non stiamo difendendo ad ogni costo Renatone o Alessandro Crovetti l’africano. Sono bravi abbastanza per difendersi da soli. Ci dispiace. Nella speranza che Basciano e Bertolini diano il meglio e restituiscano, ad una città non proprio felice nello sport, quella che era l’unica vera Virtus del basket: la società reinventata e presa per i capelli sull’orlo della retrocessione da un avvocato di Mantova cresciuto all’Alma Mater, giocatore d’azzardo che rispettava una sola regola, quella della Vu nera sopra ogni altra cosa.

Dicevamo di Cremona. Al presidente della giuria nell’olimpiade dei liutai abbiamo chiesto di organizzare, in futuro, un premio che coinvolga anche i violinisti di spalla per gentucola mediocre, per giocatori con il moccio al naso e la scusa sempre pronta. Lui, orgogliosamente, ci ha detto che un bel violino avrebbe dovuto comunque usarlo per la vittoria di Cremona nel trofeo Lombardia sul campo di Desio dove la nuova Cantù e la nuova Varese si sono trovate con le braghette stinte e le braccia un po’ corte.

Dovendo dargli ragione allora siamo andati davanti al Pala Ruffini dove il basket di serie A ha iniziato la sua vera stagione con la supercoppa che non interessa a nessuno se la perdi, ma vale tanto per chi se la porta a casa. A Torino i violinisti erano tutti sul pezzo, al microfono, davanti a computer che non trovavano connessione. Diciamo che questa supercoppa ha risarcito in parte Reggio Emilia per quello che non ha potuto prendersi nella finale scudetto dell’anno scorso. Dire che giustizia è fatta sa tanto di festa della cipolla con violini scordati. È andata bene a Menetti, male a Sacchetti, è filato tutto per il verso giusto in casa degli Arzan da combattimento e male, malissimo, in quella della Reyer, non come avrebbero voluto nel castello di Repesa tornato sotto la protezione di Livio Proli. Piano con il canto troppo libero. Verità dal parco torinese?

Siamo amareggiati per Carlo Micione Recalcati perché la Reyer soffrirà tantissimo in mano Green e Goss e non è detto che tutti i riconfermati meritassero di prendere talleri in Laguna piuttosto che pannocchie a Mestre.

Per i campioni d’Italia bagno salutare nello stagno dove è meglio lavare subito certi panni che hanno qualche buco: la squadra nuova è meno imprevedibile di quella che l’anno scorso ha fatto il triplete, ma forse più quadrata, solida. Certo bisogna guidarla in modo diverso. Lo capiranno i giocatori se Meo Maramao glielo farà capire subito.

Sull’Emporio Armani niente da segnalare. Sarebbe davvero stupido giudicare adesso una squadra che si è praticamente assemblata a Torino. Repesa è la “Mano” santa, lo sarà. Ha quasi tutto per non temere avversari nel nostro campionato. Forza fisica, qualità tecniche, con una ciurma arruolata proprio per soddisfare il re sole del gruppo: Alessandro Gentile avrà tutte le prime opzioni, ora dipende da lui tenerseli tutti cari, convincerli che devono dargli la palla e una striscia di pelle in difesa quando lui comincia a sbuffare, guardando gli arbitri come si faceva a Versailles se scoprivano che non ti eri inchinato abbastanza, dimenticandosi che esiste felicità nella vittoria e questa si ottiene non soltanto attaccando alla grande come gli avrebbe detto cento volte il povero Banchi, ma, forse, anche Pianigiani. Comunque ci ispira più fiducia questa Armani battuta a Torino che quella caduta l’anno scorso a Sassari con tutti quei pavoni da ingozzare. Certo doversi mettere a posto viaggiando, perdendo i fusi orari e il senso della misura fra Chicago, New York, la partita contro Boston al Forum due giorni prima di esordire in campionato a Trento, nel nostro Grigo Day, sarebbe un’impresa. Per lo scudetto, comunque c’è tutto il tempo e questa Armani ha i cannoni, le spie, gli incursori e i difensori della fede difensiva di Gelsomino. Deve soltanto normalizzare tutto, i turni di lavoro, di riposo. Certo anche l’Eurolega bussa subito. Vedremo la reazione, basta essere sereni e capire dove nasce il caos appena le chiappette mordono il pigiama, rileggendo tutti i finali degli ultimi due anni per scoprire quello che non ha funzionato. Due più due, ma non come si fa nelle aziende. Questo è sport.

Su Reggio Emilia inutile chiedere al primo violino il massimo. Siamo tutti d’accordo che hanno rifatto bene la squadra finalista dello scudetto. Ci sarà soltanto un problema in playoff ravvicinati con i due grandissimi lituani. Si è visto a Torino che due partite in meno di 24 ore fanno diventare le gambe più pesanti. Fortunatamente c’è stata la forza della testa e quella conta, ma forse servirebbe un aggiunta nella rotazione dei lunghi.

Dicono al violinista sul tetto di ricordare che anche un altro reggiano da esportazione si è bevuto birra, questa non di castagne, nella supercoppa tedesca perché il Melli arruolato nelle truppen di von Trinchieri in arte Custer ha fatto un partitone. Siamo contenti. Con lui però è vietato esagerare e chi lo rimpiange a Milano ha quasi ragione, ma non del tutto perchè Nic era sempre alla ricerca di qualcosa che non poteva avere, trascurando cosa serviva per tenersi quello che aveva e meritava. Criptico? Be’, diciamo che lui pensava di essere un giocatore più forte di quello che è in realtà, ed un uomo squadra più debole di quello che è veramente.

Pegelle aspettando di capire come cambierà la ricerca e l’allenamento dei giovani a Milano se Nando Gentile entrerà ufficialmente dove ufficiosamente è sempre stato. I suoi due gioielli sono stati protagonisti nelle ultime stagioni e anche a Torino. Dunque per Milano, per Proli, per l’Olimpia, un acquisto importante che dovrebbe rasserenare il re sole della squadra anche adesso che hanno pubblicato l’elenco dei 50 giocatori più pagati in eurolega senza trovarne uno nelle due squadre italiane:

10 Al FINAZZER attore che si è inventato una mostra sulla storia della NBA per immagini che andrà bene abbinata ad una visita dentro l’EXPO. Due tappe per la Milano nuovamente da bere. Da viale della Liberazione alle code per l’albero della vita. Ci sta. Ci dovrebbero stare tutti quelli che amano il basket. Cari amici della casa della gloria senza sede affidatevi al Finazzer, lui è uno che arriva fino a Spike Lee.

9 Al MENETTI che ci scuserà se lo mettiamo dietro ad un attore, organizzatore, che viene quasi dalle sue parti. Anche l’occhio merita premi, così come questo piatto di supercoppa cucinato da un grande cuoco. La sfida ai fornelli con Sacchetti verrà più avanti. Adesso che hanno scelto il basket diciamo che c’è un futuro per la loro sana rivalità.

8 Ad Amedeo DELLA VALLE se metterà in una cesta da aprire dopo tutta la stagione il premio di MVP conquistato nella casa del padre a Torino. Certo ha fatto cose che, lo ripetiamo, avrebbe potuto fare anche a Berlino o Lilla, ma si è anche incartato come deve essere capitato col Pianigiani se questo allenatore dei VIP si è sempre ricordato di lui quando i titolari erano già a farsi una doccia, mai bagni d’umiltà sia chiaro, e si è visto. Ci piace questo Potter da castelli incantati, ma guai fermarsi, c’è tanto lavoro da fare.

7 A CREMONA che nel silenzio generale scala gradini che portano dove sarà meglio temerla. Pancotto alla presentazione del campionato ha avuto soltanto un sussulto, il fastidio di sentirsi esposto alla luce, come del resto Brindisi, quando invece preferiva fare la parte della provinciale che non disturba. Le nostre Chievo e Sassuolo crescono. La vittoria di Cremona nel Lombardia dice già molto.

6 A Stefano GENTILE che per la seconda volta, in poco tempo, ha tolto al fratellino-fratellone con vista sul Texas il sorriso. Una bella sfida e fa piacere ritrovare un giocatore che a Cantù si era perduto. Basta che resti questo e non vada oltre lo spartito.

5 Per Andrea NICCOLAI, il Saturnino di Rubini, se non farà una grande stagione come allenatore a Monsummano. Ci piacciono i campioni che restano nell’ambiente e lavorano tanto.

4 A ROMA totiana, FORTITUDO Bologna, TREVISO e SIENA se non ci costringeranno a viaggi difficili in A2 per poterle vedere, gustare come una volta. Certo una sola promozione rende tutto più difficile, ma se voi accendete la luce avremo magari una estensione in video che adesso sembra mancare.

3 Alla GRAFICA SKY di coppa Italia. Ci avevano abituato così bene e adesso siamo quasi alle elementari. Non risparmiamo su quella che è l’informazione base per teleutenti che hanno bisogno di cambiare musica, riposarsi e, spesso, staccano l’audio. Certo che danno di tutto e di più, ma allora meglio curare certi particolari.

2 Per HAYNES (Sassari) e GREEN (Venezia) perché insistono nel volerci far credere di essere capitati per caso e per sfortuna fra gente più scarsa. Le loro scelte a Torino meriterebbero scissione immediata del rapporto. Esageriamo in precampionato? Ce lo diremo alla fine, se restano.

1 Agli ARBITRI che a Castel San Pietro non devono essere stati tanto chiari con gli allenatori se ancora adesso si fa confusione con questo benedetto fallo antisportivo. Siamo sempre nel vago dell’interpretazione e sapete cosa succede in regni sportivi dove si è convinti che ti diano la vacca soltanto se urli più degli altri o, peggio, se chiudi negli spogliatoi i dannati col fischio se non sei riuscito a fargli vedere tutto con il colore della tua maglia.

0 A VILLALTA e CROVETTI perché la loro lite, questo duello rusticano, ci toglierà la possibilità di capire se il basket può fare progressi con gente che lo ha vissuto veramente da dentro. Tutto andava accomodato, magari alle festa della cipolla, tirandosele anche dietro, ma bisognava fare ancora muro e ora invece al Vallo di Valli potrebbero arrivare scomodi messaggeri. La Virtus ha bisogno di tutti, ma se è gente giusta e chi squittisce per ritorni dal passato dovrebbe allarmare.

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