Sapore di te, un seguito da seguire

20 Agosto 2015 di Indiscreto

Quasi tutti i film di culto trash degli anni Ottanta italiani hanno avuto un seguito, regolarmente inferiore all’originale e non lo diciamo soltanto per l’effetto nostalgia. Addirittura imbarazzanti, per la povertà di idee e la troppa consapevolezza (il vero trash è inconsapevole), Eccezzzziunale veramente – Capitolo secondo… me e L’Allenatore nel Pallone 2, con Abatantuono e Banfi palesemente  alla caccia di soldi e basta. Ma nonostante il pregiudizio negativo il seguito di Sapore di mare, visto pochi giorni fa su Sky, è riuscito a regalare qualcuna delle sensazioni del passato. A differenza dell’originale di 32 anni prima questo è stato girato davvero a Forte de Marmi ed è ambientato negli anni Ottanta (esattamente 1984 e 1985) contro i Sessanta del primo e anche del secondo, in cui i Vanzina non c’entravano (comunque film sottovalutato, con il miglior Maurino Di Francesco di sempre).

Protagonisti sono Vincenzo Salemme, politico socialista che si districa fra moglie e amante aspirante showgirl televisiva (Serena Autieri), la coppia buzzicona-romana che  i Vanzina si sparano sempre (nell’occasione Maurizio Mattioli e Nancy Brilli), la cui figlia (Katy Saunders) si barcamena fra due amici (lui ama lei che ama l’altro che ama un’altra) con l’inserimento di Martina Stella e Giorgio Pasotti a scombinare la varie combinazioni. Mancava il vecchio milanese, ma di Dogui e di Ugo Bologna ne nascono due ogni mille anni. Il film non è trash e nemmeno brutto, ha anzi quella professionale leggerezza alla Moccia e quell’assenza di volgarità che permettono di seguirlo con piacere, senza cambiare canale. Le caratterizzazioni estreme del primo ma anche di Sapore di mare 2 – Un anno dopo non ci sono: un male per l’entrata del film nella leggenda, un bene per la visione da parte di un pubblico non legato a cose del passato.

Il problema è semplicemente che si tratta di un altro film, che può rientrare tranquillamente nella produzione meno conosciuta dei geniali figli di Steno (noi siamo appassionati di Tre colonne in cronaca: soggetto di Corrado Augias, musiche di Morricone, attori Volonté, Castellitto, Massimo Dapporto e nei ruoli di contorno un numero incredibile di attori che sarebbero diventati famosi) ma che non scatena gli stessi meccanismi liberatori negli adolescenti di oggi. Perché il punto è questo: negli anni Ottanta il pubblico di Sapore di mare non erano adulti che rimpiangevano la loro infanzia ma ragazzi che negli anni Sessanta erano al massimo nati e che li conoscevano solo tramite il circuito dei revival. Ragazzi che in qualche modo avevano la loro nostalgia per un’epoca non vissuta, che i due artigiani romani avevano portato al livello dell’arte di Fellini. Invece un ragazzo di oggi perché dovrebbe rimpiangere storie di ragazzi di trent’anni prima se non ci sono tormentoni (dov’è il Riva del commendator Carraro?), battute e personaggi che assumano vita propria?

Detto questo, il post è anche un pretesto per ricordare Bruno Cortini, morto giovane, regista di Sapore di Mare 2 – Un anno dopo (nel primo era stato assistente dei Vanzina), sceneggiatore e a volte anche regista (L’Estate sta finendo è da rivedere) di tanti film di tema giovanilistico. Intercettato qualche notte fa su Retequattro Yesterday-Vacanze al mare con la regia di Claudio Risi e la presenza di tanti attori dei Sapore di Mare: Ciavarro, la Giorgi, Jerry Calà, Di Francesco, addirittura il personaggio di superculto (anche sanremese) Giorgia Fiorio. Yesterday, che riprende tantissimi temi dei Sapore di Mare, è del 1985 ma aveva già perso l’ispirazione e la magia dell’inizio: inguardabile, senza quel tocco di grazia che nemmeno chi ce l’ha (o ce l’ha avuto) sa spiegare.

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