Per gentile concessione di ZDF

28 Agosto 2015 di Stefano Olivari

Vista mercoledì sera su ZDF la diretta di Bayer Laverkusen-Lazio, sul canale 546, non criptata e a dirla tutta nemmeno pubblicizzata da Sky Sport, che di Mediaset Premium sarebbe la teorica concorrente. I casi sono due e mezzo: se ZDF doveva criptare il segnale e non lo ha fatto la situazione è stata illegale, se invece la trasmissione era libera allora Sky e i giornali che non hanno segnalato la trasmissione hanno fatto un favore a Mediaset. Il ‘mezzo’ è questo: la trasmissione era legale, ma Sky non ha voluto farla troppo sporca anche se tutti gli  spettatori davvero interessati alla partita alla fine sono riusciti a saperlo. Il fuoco del giornalismo di inchiesta arde dentro di noi, anche se ben nascosto, quindi abbiamo chiesto a chi per mestiere tratta diritti televisivi. E le risposte sono state sorprendenti, perché in un campo dove volano centinaia di milioni di euro una vera regola non c’è (ricordiamo che ZDF si vede anche al di fuori del mondo SKY): di solito i detentori dei diritti contano sull’auto-oscuramento di chi non li detiene per un determinato territorio (esempio: la RAI spesso, ma non sempre, si auto-oscura sul satellite per certi eventi), in modo da evitare cause o altri tipi di grane. I contratti con l’UEFA sono chiari per quanto riguarda chi può trasmettere cosa e dove, ma pare (non li abbiamo letti) che siano carenti dal punto di vista delle sanzioni. In parole povere: l’UEFA interverrà su ZDF per oscurare la visione italiana di Gladbach-Juve, che di sicuro Mediaset Premium cripterà, ma ZDF accetterà il consiglio giusto per il quieto vivere. Uscendo dal calcio, per tante altre situazioni (meeting di Diamond League, gran premi di Formula Uno, eccetera) abbiamo notato buchi satellitari di questo tipo con canali free di varie nazioni. Dipende principalmente dalla capacità di una lega di far rispettare il proprio prodotto: mai notata una situazione simile con la NBA o la NFL, per dire.

2. A proposito, bel punto del Sole 24 Ore sulla situazione calcistico-televisiva, visto che non può esistere in natura un appassionato di calcio che si abbonerà a tutto: Mediaset Premium, Sky Calcio e magari anche la semiclandestina opzione web (114 partite in totale), Serie A Tv, tenuta ‘bassa’ probabilmente per non dare fastidio alle due galline dalle uova d’oro (più dorate quelle di Sky). Molto interessante la notazione sull’unica squadra straniera che in Italia produce ascolti su base nazionale paragonabili ai tre soliti club: si tratta del Barcellona, capace di share da oltre il 20% anche senza avversarie italiane. Come ascolti medi, fra i campionati esteri, vince ovviamente la Premier League, mentre tornando all’Italia è logico che per tutte le squadre siano maggiori gli spettatori criptati Sky di quelli criptati Mediaset, essendo differente il numero di abbonati. Curiosamente la differenza è minima soltanto in Campania: ci inventiamo spiegazioni fantasiose per tutto, ma per questo fenomeno non ci riusciamo. Perché la Campania ama così tanto (Pier) Silvio?

3. L’operazione ‘Balotelli buon padre di famiglia’ è iniziata con un’intervista a doppia pagina sulla Gazzetta dello Sport, con concetti ribaditi il giorno dopo, in cui l’ormai ex bad boy di Liverpool ha regalato perle di saggezza, aiutato da domande come ‘Mario, cos’è il sorriso di una figlia?’. Risposta: “È una tenerezza infinita. Quando Pia sorride il mondo che a volte sembra ad essere in bianco e nero torna ad essere a colori”. E poi, sull’esperienza a Liverpool: “Mi prendo le mie colpe, ma anche il modulo scelto da Rodgers non era congeniale alle mie caratteristiche”. ‘Congeniale alle mie caratteristiche’ è proprio una frase tipica di SuperMario. E il top, in piena contrizione: “A Milanello andrò con l’Audi della società, come tutti compagni”. A differenza di altri casi analoghi, qui però c’è la sostanza. Per motivi sbagliati (favore a Raiola) Galliani ha fatto una mossa giusta.

4. Per puro caso abbiamo incrociato Vieri e Ba alla pizzeria Malastrana (non è una marchetta, la pizza ci è stata pagata da un nostro caro amico e non dal proprietario del locale), in zona Brera a Milano. Entrambi rilassati, non avendo del resto alcun motivo per essere tesi, si preparano alla nuova stagione: Bobone con una interessante autobiografia in uscita per Rizzoli, anche se per evidenti motivi non potrà essere sincero fino in fondo (su una bizzosa top model e sui caloriferi la nostra curiosità forse rimarrà insoddisfatta), Ibou (unica persona al mondo amica sia di Galliani che di Maldini) come osservatore.

5. Carlo Freccero non è soltanto un prezzemolino della tivù, intervenendo senza problemi sull’avanzata dell’ISIS come sulla giusta posizione di Cassano, ma è anche un consigliere RAI. Per questo la sua partecipazione di lunedì a Tiki Taka, in parziale (inizia quando la trasmissione RAI sta finendo) concorrenza con il Processo del lunedì, sta facendo discutere nei vari corridoi. Lo schema è collaudato: l’intellettuale che con poche frasi ad effetto movimenta un po’ salotti calcistici bolsi, pieni di addetti ai lavori reticenti e fighe silenziose Rispetto al Mughini della situazione c’è però un filo, facciamo due fili, in meno di auto-ironia.

6. L’Italia dell’atletica sta terminando il suo disastroso Mondiale, con Tamberi ultima speranza per evitare non solo gli zeri tituli ma anche gli zero finalisti (cioè un piazzamento nei primi otto, per entrare nella classifica per nazioni) nelle specialità da stadio, quindi escludendo maratona e marcia. Bragagna ha fatto del suo meglio per tenere viva l’attenzione, pur esagerando l’importanza dei concorsi (non ci si può interessare del mezzofondo a partire dall’ultimo giro), ma fra le seconde voci rispetto al recente passato ci sono mancati Attilio Monetti e soprattutto Giorgio Rondelli. Tilli si accende soltanto per lo sprint, mentre Ponchio è interessante giusto per la parte didattica: l’ex c.t. della nazionale femminile, nonché ex tecnico di Evangelisti (anche ai tempi del famoso salto dei Mondiali di Roma), è bravo quando parla di traslocazione e rotazione, meno quando c’è da dare giudizi (che sarebbe poi il compito degli ‘esperti’). Più Bergomi-Ambrosini di Boban-Mario Boni, insomma.

7. Notizie da Cialtronia. Chi è quel popolarissimo e benestante giornalista sportivo che si fa pagare 40 euro l’uno palloni autografati dai giocatori della Juventus? L’aspetto simpatico della situazione è che li firma lui stesso, senza nemmeno curarsi di cambiare lo stile della firma fra Marchisio e Coman. Di restituire i soldi a chi scopre il trucco nemmeno se ne parla.

Twitter @StefanoOlivari

Share this article