Platini e lo sceicco di Spagna ’82

30 Luglio 2015 di Stefano Olivari

Difficile che Michel Platini trovi veri avversari, al di là di qualche figurina di prestigio, il prossimo 26 febbraio a Zurigo, quando con tutta probabilità succederà a Joseph Blatter come presidente della FIFA. L’annuncio della candidatura, con una lettera inviata a tutte le 209 federazioni affiliate alla FIFA, è stato di quelli soft anche perché la campagna elettorale vera il sessantenne numero uno della UEFA l’ha già di fatto conclusa lo scorso fine settimana a San Pietroburgo in occasione dei sorteggi dei gironi di qualificazione per Russia 2018. Facendo due conti, Platini può contare sull’Europa (non unita, ma almeno 45 federazioni su 53 e l’appoggio decisivo della Germania, mentre l’Italia ispirata da Malagò sta facendo la furba pensando anche alla partita per Roma 2024), sul Sudamerica (10 soli voti, ma con federazioni pesanti e storiche), sul votificio del Centroamerica dilaniato dai recenti e meno recenti scandali (almeno 30 voti su 41, visto che Le Roi non ha intenzione di toccare i suoi 3/4 posti nella fase finale della Coppa del Mondo) e soprattutto sull’Asia (46 voti) sia nella sua parte orientale che, soprattutto, in quella musulmana che a Parigi qualcosa conta. Continua sul Guerin Sportivo.

Share this article