Poca curiosità per Cervi

27 Luglio 2015 di Oscar Eleni

Oscar Eleni dai piombi roventi di Venezia, dove è stato incatenato dal feroce badante TonyCi, che voleva godersi i fuochi per la festa del Redentore, felice soltanto per aver saputo che il sindaco Brugnaro, quando ancora era presidente della Reyer, ha già fatto una cosa per cui andrà comunque ricordato: la vecchia Misericordia torna a splendere e chi visita la città dovrà sempre fare tappa fra gli affreschi del Sansovino e due canestri, meglio se ad accompagnarlo saranno i fioi del paron Zorzi, cominciando dal Gorghetto che conosce arte e mestiere, che è stato un bel giocatore oro granato.

Dai Piombi, questa volta maiuscolo, per urlare contro il diretur che si è scatenato contro Pianigiani con furore? Non proprio. Opinioni libere su questo Indiscreto che non tradisce etica e buon senso. Pianigiani non sarà tanto simpatico, soprattutto adesso che pensa di essere il faccio tutto io per l’evoluzione di una specie che, come abbiamo visto con la under 20, dovrebbe preoccupare, ma di certo ha molte giustificazioni per i non risultati della nazionale. Non è sempre stata colpa sua se Azzurra è diventata così tenera, magari coraggiosa, bellina come a Capodistria nell’ultimo europeo, ma pur sempre nel gruppo in quarta, quinta fascia. C’entra sicuramente il bayon, infortuni, lacerazioni più o meno evidenti, assenze più o meno giustificate.

Diciamo che il vero esame sarà quello di Berlino, girone europeo con vista sull’inferno, perché dovrebbero essere tutti abili ed arruolati e riavere in squadra Danilo Gallinari conforta moltissimo. Con lui, dopo il super contratto della Denver che gli piace tanto anche al freddo, abbiamo la certezza che le gerarchie interne saranno rispettate anche se temiamo tanto la mala educacion che circonda e destabilizza la vita dei nostri prescelti. Vedremo. Purtroppo non a Trento, dove saremo per il fine settimana. Certo è davvero comico veder trattare così male, dalla Federazione ospitata e pagata per allenarsi in Trentino, proprio l’Aquila di Longhi e Trainotti. Il regolamento NBA che impediva allenamenti e partite prima del 5 agosto era conosciuto. A Trento, però, sono gente seria, hanno già fatto sapere che rimborseranno chi si sentirà gabbato dalla locandina con i ragazzi NBA in prima fila. Soltanto Datome dovrebbe essere in campo. Rispetto al passato, almeno, far parte della comitiva che girerà in città, firmare autografi, parlare ai ragazzi, insomma saranno icone da venerare in semiborghese. Accontentarsi e godere. Così è la vita di oggi e pretendere chiarezza da chi si presenta soltanto dietro compenso, alla catena dell’avidità imperante su ogni schermo, non ha senso. Teniamoci tutto, o magari niente, mentre le televisioni che contano decidono il futuro del basket da pagare pochissimo. Vogliono tutti esclusive per format sempre uguali, pedanti e petulanti. Mettersi in coda per le proteste battendo le mani quando passa il Maifredi, passione antica e di famiglia, vera, che anche con il movimento del tre contro tre dimostra di essere migliore dei Brutos che lo fecero cadere dal trono federale.

Dai Piombi si vede tutto sfuocato, ma il Casanova di fianco a noi ci sta spiegando come si potrebbe fuggire anche se non sapremmo dove andare, in quale isola bella del basket italiano, perché tutto cambia come diceva quella splendida cantante utilizzata da Moretti per il suo Habemus Papam. Il basket ha il suo Papa e papà, si chiama Petrucci. Per il resto rimandiamo tutto alla foto emblematica che pubblicizza il tricolore di Sassari nel DVD della Gazza orgasmica. Al centro della scena il presidente di Lega come un prigioniero nel deserto, come se avesse il presagio di dover stare fra l’incudine di SKY con i suoi faraoni e il martello della RAI che deve accontentare, soprattutto nello sport, ogni tipo di cliente. Faccia triste, un accanimento di chi avrebbe potuto scegliere immagini diverse per celebrare la vittoria di Meo e della brigata dei diavoli che si è separata il giorno dopo la vittoria.

Tutti dicono che cambiare spesso fortifica la pianta. A Milano lo sperano. Quante squadre,con denaro in uscita su fiumi mormoranti, hanno rifatto per uno scudetto soltanto? Questa dovrebbe essere la volta buona. Lo dicono e lo sperano i diecimila fissi del Forum. Sanno che vedranno gente in tuta da lavoro, niente brillantini sulle cosce e sulle mani, niente balli fino all’alba e conti stratosferici per magnum da servire agli amici scrocconi e a anche a finti fratelli d’arme. Fidarsi di Repesa, ma attenzione, anche Lancillotto pagò il furore di Malagant e, soprattutto, la gelosia di chi vorrebbe essere Artù ed è soltanto una fata Morgana. Sassari, pensiamo per non far sentire sola Milano, ha cambiato pure lei, la squadra dello scudetto, tenendosi, giustamente, oltre ai tre italiani, giusto addio al grande Vanuzzo, soltanto il professor Logan. Vedremo come andrà la terza rivoluzione di Sardara. Anche Reggio Emilia è stata costretta a cambiare regista e qualche pedina, ma almeno resiste nella difesa del vero marchio Arzan contro quello padano e quello della Sardegna.

Prima di lasciarci una preghiera per capire dai Piombi come è diventato il giornalismo nostrano. Dunque la Gazza anticipa tutti facendo sapere che Cervi non fa più parte dell’Emporio che pure aveva annunciato un biennale con il pivottone tampinato in piena stagione, noi siamo noi, lasciato e poi preso e quindi lasciato di nuovo. Un bel mistero. Regola vorrebbe che la società spiegasse, che il giocatore chiarisse. Niente. Non sta ancora bene dopo l’operazione ? Eppure è con Azzurra e i medici di Petrucci sono tutti garantiti. Allora perché non chiedere a lui? Ah saperlo. Per la Nazionale in raduno solo briciole. Brevi.

Dicono che Cervi abbia capito in ritardo di essere stato scelto come quinto lungo. Infatti al suo posto hanno preso Magro che non vale certo più del Gigli panchinaro per tutta la scorsa stagione. Strani questi ragazzi e i loro agenti. Dove vivono? Non si guardano intorno. Sanno davvero cosa valgono? No, se pensiamo a Lignano e al povero Sacripanti con i suoi musoni cominciando dal capitano.

Aspettiamo luci dai fuochi del Redentore, pronti a difendere, contro il diretur, anche il Pianigiani che ha messo le gote da pupone come capita a chi deve viaggiare troppo e sbuffa spesso, perché prima di criticarlo vogliamo vedere fino a dove sarà lui a sbagliare o, come capitò all’orchestra felliniana in subbuglio, saranno i coristi della squadra a ribellarsi se dovranno essere soltanto mediani, perché il timore che ci siano assemblee improvvise, mentre fuori la ressa dei cronisti, poca gente e , come nel caso Cervi, neppure tanto curiosa, forse per non disturbare i manovratori, anche quelli che viaggiano con le porte aperte, quando viaggiano, si domanda quale potrebbe essere il giusto capro espiatorio per salvare le capre federali e i cavoli dei super agenti. Se lo chiedessero oggi a Luca Banchi, il Battista immolato alla Salomè di turno, saprebbe già cosa rispondere.

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