Una serata Bella, un autore grande

10 Giugno 2015 di Stefano Olivari

Pochi come Gianni Bella hanno vissuto da protagonisti gli anni d’oro della discografia italiana e di questi pochi ancora meno sono quelli che lo hanno fatto come autori, nonostante il fratello di Marcella abbia avuto una buona carriera anche da solista (più volte in gara a Sanremo, nel 1976 vinse il Festivalbar con ‘Non si può morire dentro’), limitata dall’essere poco personaggio e soprattutto dall’avere dato ad altri le sue canzoni migliori. Per questo ieri la prima serata che Retequattro ha dedicato a Gianni Bella era imperdibile. Al Teatro dal Verme di Milano, presentatrici non casuali Marcella e Rosita Celentano (che forse non presentava dal Sanremo 1989…), insieme ad un Alfonso Signorini misurato e nel mood giusto, davanti allo stesso Gianni si sono ritrovati colleghi e amici, proponendo il meglio di una sterminata produzione. Lui li ha applauditi ma ovviamente non ha potuto duettare visto l’ictus che lo ha colpito cinque anni fa e da cui si è in parte ripreso, ma non al punto di fare la popstar. ‘Una serata bella… per te, Gianni’ è stata registrata l’8 marzo scorso ed ha avuto proprio Marcella come organizzatrice: a rendere omaggio a questo grande autore sono stati Umberto Tozzi, Loredana Berté (poco in forma come voce ma sempre presenza scenica strepitosa, uscita rinvigorita da Amici: gli scazzi con Briga le hanno fatto bene…), Mario Lavezzi, Annalisa (ottima), Debora Iurato (così così), Mario Biondi (molto emozionato, con Bella ha iniziato la carriera) e Mogol che con lui ha firmato capolavori assoluti e che è stato il suo secondo grande partner artistico dopo Giancarlo Bigazzi (anello di congiunzione con Tozzi). Marcella non è stata soltanto ‘Montagne verdi’ o ‘Nell’aria’, ma anche brava nel fare un mestiere non suo, molto simpatica anche Rosita Celentano (nostro culto da sempre, non riusciamo a credere abbia cinquanta anni) mentre il grande assente, inutile negarlo, è stato Adriano. Che a Gianni Bella deve tutta la sua seconda parte della sua carriera musicale, quella che parte da ‘L’emozione non ha voce’, ma che si è materializzato soltanto con un video nel quale si è limitato a fare il Celentano: un’occasione persa, visto che Lecco non è che fosse a venti ore di volo. L’unica nota stonata, in una serata in cui si respirava affetto, ammirazione e nostalgia per un’epoca in cui gli autori erano importanti come chi andava sul palco.

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