Vasco Rossi, il re della Disco music

19 Maggio 2015 di Glezos

Alla ricerca del Vasco perduto

CopertinaVascoNella primavera 1976 Vasco ha 24 anni, e la programmazione la decide lui. Nei locali è già un disc jockey famoso e ben pagato. E Punto Radio fa rimbalzare la sua popolarità anche alle orecchie di chi in disco non ci va. Il suo programma ‘Sound On Sound’ (che lancia al grido di “Suono Su Suono, dischi a tutto volume, speciale discoteca!”) va in onda alle 5 di pomeriggio con replica alle 8 del giorno dopo, piace a tutti e la sera lo show prosegue in sala. I suoi regni sono il Punto Club a Zocca d’estate e lo Snoopy’s Dream nella periferia di Modena, dove è resident dj il resto dell’anno con licenza di colpire su e giù per l’Emilia: Jeans Club a Finale Emilia, Ciak a Bologna, Due Stelle a Reggiolo, Picchio Rosso a Formigine, Bataclan a Bazzano, Mac 2 sempre a Modena, Due Scoiattoli a Pian Del Falco vicino a Sestola e qualche altro locale. Lo confermerà anni dopo: “Disco music? Sì. Ero l’unico che aveva già fatto lo speaker e all’inizio parlavo solo io, poi tutti volevano mettere bella musica e a me è rimasta la disco music. Ma li ho fregati, perché mi ha aiutato ad andare a lavorare in discoteca. Agli altri gliel’ho detto: potevate farla voi, la disco. Guadagnavo un sacco di soldi, facevo il dj a Bologna, Modena, la mia vita era quella, mi sentivo proprio arrivato, macchine sportive, pagavo a tutti la cena’” (2). Tra qualche invidia locale, visto che tutto il mondo è paese e in zona i PuntoRadioAttivi iniziano persino ad avere la nomea di brutti, sporchi e cattivi.

I soldi della pubblicità non bastano ovviamente mai: è un classico. E l’idea di organizzare feste della radio è quasi ovvia. “Punto Club – il locale – è all’aperto e funziona solo d’estate, quindi per organizzare feste durante l’autunno o l’inverno Vasco e gli altri devono prendere accordi con qualche locale al chiuso della zona, inventandosi un motivo o una ricorrenza per costruirci intorno le feste, che comunque sono meno numerose di quanto si sia detto poi” (1). In verità Vasco qualche volta ne inventa anche più di una a settimana. Un esempio: tra il 13 e il 17 dicembre 1976 vanno in scena 5 feste, rispettivamente allo Snoopy’s Dream, al Marabù di Villa Cella (Reggio Emilia), al Due Stelle, al Bataclan e al Jeans Club. Non solo: nei pomeriggi prima delle feste si organizzano laboratori musicali (“Nel senso che tutti vanno a suonare, o perlomeno si suona”, annuncia gasatissimo Vasco ai microfoni), proiezioni di filmati, dibattiti, partite di pallone, “insomma nello stile Punto Radio, splendido come sempre” (sempre Vasco). Spunta qualche sponsor che dà una mano a spingere le serate. Un esempio: Phill Green. “E’ un’azienda di maglieria sportiva credo del carpigiano, che sponsorizza una delle feste di Punto Radio in una discoteca a Cento. L’annuncio è del tipo: “Venite a incontrarci alla discoteca tal dei tali… e noi vestiti di Phill Green”. Questo perché l’azienda ha dato a tutti i componenti dello staff della radio una tuta verde da ginnastica con bordi bianchi e il logo Phill Green sul petto. Conosco praticamente già tutti in radio e dopo avere fatto una testa così ai miei genitori – portatemi alla festa, portatemi e dai, portatemi – ci mettiamo in viaggio con un nebbione terrificante e quando arriviamo al locale vediamo una masnada di ragazzi, ragazze, donne, uomini e bambini capitanati da Vasco, tutti in questa tuta verde quasi psichedelica e la scritta ‘Phill Green’ sul petto. Sono quelli della radio, sembrano gli omini verdi dei film di fantascienza degli anni Cinquanta, una scena quasi inquietante” (1). Ma con il tempo orrendo è venuta poca gente e l’incasso non è di quelli che risolvono i problemi. Ci si passa sopra.

Ovviamente Vasco non fa il dj solo nelle feste e promuove le sue serate in discoteca ai microfoni della radio. Nei locali in Emilia i disc jockey del momento sono lui, Giancarlo Mandrioli in arte Mandrillo e Leo Persuader, che accettano l’invito di Vasco e arrivano entrambi nella radio di Zocca. Leo Persuader: “Nel 1976 Vasco a Punto Radio aveva bisogno di qualche personaggio che avesse un po’ di nome oltre a quelli che già aveva, cioè i suoi amici a Zocca, tutti bravissimi ma al tempo stesso nomi per così dire di paese. Quindi c’era la necessità di inserire in radio qualcuno che fosse molto popolare nell’ambiente delle discoteche. E in quel momento i più famosi in assoluto – e qui non voglio sottovalutare né offendere nessuno – eravamo io e Mandrillo. Da buon imprenditore, Vasco con me e Mandrillo puntava a due personaggi che gli servivano. E anche a noi la cosa interessava: io avevo già avuto qualche esperienza radiofonica, ma avevo accettato subito la proposta di Vasco perché sentivo la grande crescita di Punto Radio in termini di popolarità”. Gli ascolti salgono vertiginosamente in pochissimo tempo. Ancora Persuader: “Allora l’etere era libero e con un segnale anche piccolo si arrivava dappertutto, da Roma addirittura ai paesi del Nord Europa. Luciana Migliori, la segretaria della radio, ogni giorno andava a ritirare la posta con la sua A112 e tornava con il baule pieno di lettere da tutta Europa. Ci avevo messo poco a capire che la proposta era molto interessante. Quindi facemmo questo scambio di opportunità: Vasco mi offriva la chance di seguire a ruota il suo successo radiofonico, io gli aprivo la porta delle discoteche in cui lui si voleva buttare a capofitto” (3).

Vasco è sempre e comunque iperattivo nell’etere: crea e dà la voce a spot pubblicitari pieni di humour che diverranno celebri, affianca gli amici di sempre Riccardo Bellei e Mario Giusti in programmi come ‘Spazio Aperto’, incentrato sui cantautori e lanciato da sigle come ‘Madame’ di Renato Zero e ‘Quelli Che…’ di Enzo Jannacci, caposaldo dell’immaginario del futuro Kom. Il tempo confonde i contorni e i biografi, così si leggerà in seguito che Vasco avrebbe condotto il seguitissimo programma ‘Il Muretto’. “No, no, un momento. ‘Il Muretto ‘ è un programma divertentissimo e famosissimo, dura un’ora e va in onda tutti i giorni di pomeriggio, ma qui Vasco non c’entra: lo conduce Maurizio Ferlito, personaggio scoppiettante e pieno d’inventiva. Un autentico autore surreale, altro che Giorgio Faletti” (1). Maurizio Ferlito spara personaggi a raffica: Libero Giovanardi, il reporter più lento del mondo; Osvaldo, finto corrispondente dalla Romagna; ‘Spazio Donna’, con la sua improbabile inviata dal mondo della moda e altri ancora, tutti caratterizzati dalle sue voci e con l’aiuto di effetti sonori, una cosa un po’ alla ‘Alto Gradimento’ di Arbore & Boncompagni, “un Mario Marenco più bravo”(1). Ferlito viene coadiuvato nelle sue acrobazie da chi è in studio al momento: a volte il giovanissimo Massimo Riva, a volte Vasco. Ma il programma è tutto suo, e Vasco gli fa da spalla qualche volta a turno con gli altri. Con buona pace di Wikipedia. (2 – continua) 

1 – Laura Ferrari/Eletttro, intervista, 2 – La Repubblica, 19-12-2005, 3 – Leo Persuader, intervista.

Estratto del libro Alla ricerca del Vasco Perduto – Creazione di una rockstar italiana, di Glezos. Indiscreto Editore, 320 pagine a 15 euro. La biografia non autorizzata del cantante più amato: dai giorni da dj alla svolta di Albachiara, passando per l’epopea di Punto Radio, gli inizi e la strada verso il successo come chiavi per capire la musica e l’Italia degli anni Settanta, ma anche il Vasco Rossi dagli anni Ottanta ad oggi. In vendita su Amazon.it e in libreria. Il libro è disponibile anche in versione eBook a 6,99 euro, per Kindle di Amazon e per tutti i tipi di eReader attraverso BookRepublic, oltre che per iPad e iPhone andando su iTunes.

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