Thohir non è da Inter

29 Maggio 2015 di Stefano Olivari

Il venerdì dopo Genoa-Inter al nostro solito bar è un giorno come tanti altri, la certezza di una stagione senza Europa scatena ragionamenti del genere ‘tanto peggio tanto meglio’ e domande sulla reale consistenza di Thohir, anche in chi vive nel mito del grande manager che risolve tutto dai tempi del Montezemolo di Italia Novanta. Il problema è che questo mito suggestiona più i giornalisti che i frequentatori del bar. Non che in molti abbiano letto l’articolo sul Corriere della Sera, i più intelligenti hanno a malapena visto il titolo, ma tutti stanno notando che l’architrave del mercato non può essere la speranza che un centrocampista trentaduenne si dimezzi l’ingaggio (per il piacere di stare fuori dalle coppe, invece che disputare la Champions con il Manchester City) e convinca il suo club a lasciarlo partire gratis. Nel nome di cosa, poi? Ah già, il fascino di Mancini. Sono cose che di solito funzionano con i tifosi del Milan, queste dell’autoriduzione e del fascino, ma è chiaro che dall’Indonesia sembri tutto uguale.

Paolo-Wang subisce invece il fascino soltanto dei soldi, nessuno sa di cosa si interessi a parte la gestione del bar e piccoli prestiti che fa soprattutto a cinesi ma non soltanto a loro. In fondo nemmeno Zhou sa molto di lui, se non che la sua famiglia è tutta di imprenditori. Quella di Zhou è invece in prevalenza di semi-schiavi (suo fratello lavora in un ristorante cinese in zona Buenos Aires per tre euro l’ora e con obbligo di condividere le mance), ma lui è convinto di uscirne presto grazie alla fotografia. Il negozio di Taschen appena aperto in via Meravigli gli ha fatto venire l’idea che un libro di foto sui luoghi dello sport milanese potrebbe spaccare. Già qualcuno l’ha fatto, Zhou vuole differenziarsi associando alle immagini non i soliti articoli retorici ma testimonianze di spettatori d’epoca. I racconti di Budrieri sulle vecchie Sei Giorni gli danno più brividi dei filmini porno del genere Bukkake che Hector ha avuto da Oscarito e poi gli ha passato dopo l’uso (e l’abuso). E non si stancherebbe mai di ascoltare dal sardo di Andria il resoconto di Milan-Cavese: Cupini e Piangerelli per Zhou valgono CR7 e Messi.

Alle gente dell’ultimo scandalo FIFA importa meno di un cazzo, e tutto sommato poco anche delle nazionali, quindi Max seduto a un tavolino rosso brandizzato Algida sta vergando un pezzo di calciomercato per SuperMegaInter.com, che qualche giorno fa Vincenzo e Pier Luca con un colpo da new economy hanno inserito nel circuito SuperMegaCalcio.com. In pratica SuperMegaCalcio.com non dà niente ai siti affiliati, ma gli permette di copincollare gratis le sue notizie, peraltro scritte da diciannovenni pagati meno di Max. Pier Luca sostiene che la visibilità è importante e Vincenzo è riuscito a far pubblicare la notizia della partnership sul Corriere di Isernia, con tanto di sua foto con la felpa di Harvard. Fuori da questa imprenditoria 2.0 Max si limita a copiare quanto è stato scritto da media prestigiosi negli ultimi giorni: Kondogbia, Suarez (Mario, non Luis), Carrillo, Darder, Balotelli, Kranevitter, ovviamente Touré e Dybala. Lunedì sera ha meditato sulla sua vita, mentre era nel cesso con l’Ipad su You Porn: ha 29 anni, una laurea in scienze delle comunicazioni e l’attestato di frequentazione di un corso da giornalista sportivo tenuto da Bruno Longhi e Gian Luca Rossi, a cui si era iscritto dopo aver visto il manifesto dal parrucchiere (Antonio & Antonino, MM Bande Nere, situati fra una rosticceria e un posto di telefonia/trasferimento soldi per maghrebini). Con il sito e qualche marchetta per riviste sconosciute alza 400 euro al mese e la tendenza è al ribasso. Non ha una donna, nonostante sia uno dei pochi etero di aspetto decente della zona, è costretto a vivere con i genitori ed ha nel cassetto un romanzo ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale. Crede soltanto nell’Inter e in Mariella, che ieri gli ha parlato delle prossime vacanze (le ultime della sua vita, se la TuboPlast proseguirà su questa china): un viaggio di sole donne single a Mykonos, in agosto visto che per la prima volta l’azienda sarà chiusa tutto il mese, come la Mirafiori di un tempo, senza imporre ferie a rotazione. Max sta facendo due conti, così come Tosoni che in una delle sua puntate a Lugano si è visto con Mino Raiola, amico di un suo amico svizzero. In sostanza il procuratore di Ibra, Pogba e Balotelli sta rilevando il club locale e Tosoni sta pensando di investirci anche lui qualcosa.

Il business plan di Andrea è quasi pronto, ma il giovane imprenditore è un po’ dispersivo e preferisce passare le serate al Jazz Café, poco lontano dalla vecchia casa di Paola & Chiara e dalla vecchia redazione milanese di Tuttosport, ascoltando i racconti dell’Antropiovra. Com’è come non è, si parla di una Marica Longini che è rimasta una delle poche persone in televisione con qualcosa di interessante da dire. Se ne parla con classe e moralità, non nei termini in cui il discorso verrebbe affrontato al bar di via Novara. L’Antropiovra l’ha frequentata qualche anno fa e con lei ha discusso molto di calcio, trovandola più preparata di tanti procuratori-santoni: aveva da poco portato Gaston Cellerino al Livorno e seguiva anche un’operazione riguardante Papa Waigo. Un Erminio Ottone molto lucido gli ha ricordato che la Longini vive in zona Piazza De Angeli e l’informazione, pur di nessun interesse, gli ha fatto guadagnare l’ammirazione di due milf di Bruzzano sedute al tavolo vicino con i mano un Cosmopolitan (il cocktail, non la rivista che peraltro leggono entrambe). Vito ha voluto stravincere ricordando che con l’Antropiovra lì al Jazz ha scambiato due parole anche con Nicolò Frustalupi, la cui fidanzata Jolanda De Rienzo conduce una trasmissione a Sportitalia, oltre che con Ruben Botta. Insomma, un buon clima, solo che questa app sull’abbigliamento non prende quota e l’estate si avvicina: si sa che manager, incubatori e simili fanno quattro mesi di ferie e quindi è probabile che prima di ottobre Zuckerberg non debba subire la concorrenza di Vincenzo, Pier Luca e degli altri.

Carlos si è fottuto due settimane di lavoro nel magazzino di Mazzo di Rho per colpa della Radwanska, peccato perché per il resto in questo Roland Garros stava beccando tutto. Si è accorto di avere toccato il fondo quando ha chiesto un prestito a Hector, che come pusher dei video porno di Oscarito sta avendo un certo successo: quel nano ha una clientela affezionata, che capisce la differenza fra un amatorial vero e uno tarocco, Hector in pratica deve soltanto fare il fattorino. Ci sono settori del porno che ancora non sono stati cannibalizzati dal web e Oscarito ha ben eseguito la sua analisi del mercato. Vorrebbe conoscere Ariana, ma Hector tentenna: non perché gli dispiaccia che sua sorella prenda cazzi di pseudoculturisti (Oscarito è anche produttore) o di vecchi in modi inimmaginabili, ma perché se lo venisse a sapere sua madre addio ai soldi per le scommesse.

Samantha ha scoperto che Cristina vive all’Hotel Emmy, è stata anche in camera sua ma senza sviluppi di alcun tipo. Ha notato soltanto il disordine e un cappellino da ciclista che sembra vecchio di decenni, sponsorizzato Magniflex. Con la catalana civatiana è andata più volte al Calafuria, divorando un numero sorprendente di piatti di cozze (6,80 euro l’uno), più la pizza mari e monti (con porcini e gamberi) a 8,30 euro e ascoltando la sua storia. Ha fatto di tutto, dalla giornalista alla bigliettaia all’acquario di Barcellona, adesso sta scrivendo un libro di aneddoti sulla Vuelta ma in sostanza è in attesa di una causa per cui battersi. È dai tempi di Zapatero che non trova un politico credibile, con Civati le sta tornando a battere il cuore anche se non è stato un colpo di fulmine visto che lo segue in pratica da sempre. Comunque adesso le interessa il libro e fra le persone che intervisterà in Italia c’è anche il presidente del Marino Basso Fan Club, che ha contattato al telefono. Samantha si è vergognata di conoscere di persona Budrieri e non ha detto niente. Delle milf orobiche soltanto Deborah frequenta ancora piazzale Siena, le sue amiche si sono accoppiate e a lei stare da sola in quella tristissima pizzeria non dispiace, mentre il marito ormai viaggia tranquillamente sui 4 e 40 al chilometro e medita di partecipare alla mezza di Treviglio. Si è ritenuta soddisfatta ostentando l’Anti-Edipo, certa che nessuno lì dentro (ma nemmeno fuori) sappia chi siano Deleuze e Guattari, almeno fino a quando dal tavolo dietro è partita una gara di rutti. Cate e Luigi stanno facendo discorsi sul lasciare i rispettivi coniugi, sapendo benissimo che non lo faranno mai: lei per i figli, peraltro già maggiorenni, lui perché non ha un centesimo. Intanto ha recuperato la Uno 45S, al deposito del Comune vicino al campo Rom: è riuscito nell’impresa di farsi rapinare sia entrando (orologio) che uscendo (catenina), sempre dallo stesso personaggio. Ha sporto denuncia, ma il carabiniere di via Forze Armate ha scosso la testa. Maria Antonietta e Matteo proseguono con le loro cene clandestine al Mon Amour, lì non c’è il rischio di incontrare chi li conosca. Anzi, non c’è proprio il rischio di incontrare nessuno, a parte alcuni travesta davvero gentilissimi che volte sono lì ed altre più vicini al Goiaba.

Hossam ha trovato il biglietto per Berlino. O meglio, non l’ha trovato ma suo cugino Ibrahim, che fa l’operaio a Potsdam, tramite un altro egiziano che ha eseguito lavori nella sede dell’Hertha si è detto in grado al 90% di trovarlo. Hossam ha quindi deciso in ogni caso di mettersi in viaggio, con la sua maglia di Sturaro partirà domani per Canazei, sull’auto di un collega spacciatore che deve consegnare un pacco, poi si arrangerà. Gli dispiace perdersi le dirette di Sette Gold e Marika Fruscio, le registrerà con il vecchio videoregistratore VHS della Inno Hit che gli ha regalato il Walter. Ma non può non davvero perdersi Juventus-Barcellona finale di Champions League, dopo un’infanzia passata sognando Sergio Brio. Hadiya esulta, ha deciso che la sera del 6 giugno perderà la verginità con un compagno di classe di ragioneria, con il sottofondo dei Modà e pensando ovviamente di farlo con Kekko. Il Lele ha avuto una gradita sorpresa: la ragazza che gestisce il gattile a cui la zia ha lasciato quasi tutto, Milena, lo ha contattato chiedendogli se fosse intenzionato ad adottare Sergio. In cambio, si è andati subito al sodo, il Lele potrebbe avere ulteriori 20.000 euro a totale discrezione di Milena: “Non si preoccupi, questa era la volontà di sua zia. Aveva paura che Sergio non avesse una casa e tutto l’amore necessario, quindi seguirò le sue indicazioni: le passerò un mensile di 500 euro fino a quando il micio vivrà, interrompendo i pagamenti se noterò qualcosa di sbagliato. Si fidi di me, per sua zia avevo una venerazione. Lei deve soltanto trattare bene il gatto”. Questa entrata imprevista ha tirato su di morale il Lele, che già si è fatto fare da Samantha un preventivo dei costi di mentenimento di un persiano: con circa 120 euro al mese, visite escluse, si può fare. Ne rimangono 380 da spendere al bar sparando cazzate sull’Inter.

Il sardo di Andria non si vede più, tramite suoi amici spacciatori di Settimo Milanese Nabil ha saputo che ha abbandonato il suo appartamento e che la polizia non lo ha trovato. Della casa, un bilocale con vista sui campi di calcetto della DDS, non pagava l’affitto da tre mesi. Avendo trovato tanti biglietti da visita della pizzeria Oasi Rosa i poliziotti sono andati lì a chiedere, ma più che dirgli che lo conoscevano i gestori non hanno potuto fare. Andava spesso anche da un kebabbaro lì vicino, ordinando quasi sempre falafel e Sprite, ma nessun indizio su dove sia finito e soprattutto del perché la polizia si interessi a lui. Nabil sostiene che ci deve essere dietro una storia di froci, magari con ricatti o minacce. Samantha gli ha risposto che il musulmano, un po’ come il fascista, tende a considerare froci tutti gli  altri, e Nabil è tornato a occuparsi di droga.

Il Gianni e il Roberto hanno ieri sera usufruito dei servigi della tardona che sta davanti all’Upim di piazza Frattini con la gamba che spunta dalla macchina, poi si sono concessi un hamburger al Fatto Bene di piazza Wagner, dove hanno incontrato Ylenia e il fratello bodybuilder, con addosso una maglietta nera stretch con la scritta Crew. Il Gianni ha saputo che la ex moglie è malata di tumore ai polmoni ed è preoccupato: di lei non gliene frega ovviamente un cazzo, ma non vorrebbe vedersi tornare in casa la figlia comunista. Franco ha osato chiedere ai fratelli forestali quando se ne andranno e questi l’hanno presa malissimo: non che se ne siano andati, è che adesso mangiano in silenzio.

Il Walter una volta tanto non ce l’ha con i giocatori dell’Inter o con l’allenatore, ma con Thohir: “Il problema non sono le scatole cinesi, perché è probabile che dietro ci sia sempre lui, ma il fatto che il suo orizzonte non vada oltre il 2016. I prestiti al 9% sono una barbonata, che gli porterà in ogni caso qualche milione in tasca, ma anche l’indicatore che non vuole o non può ricapitalizzare. E le scommesse sportive sono andate tutte male, perché questa squadra quinta e in Europa League poteva arrivarci tranquillamente, con Mazzarri o con Mancini. Anzi, con Mazzarri quinta era anche arrivata. L’unico che può spiegare cosa stia succedendo è Moratti, ma non può”.

Budrieri nemmeno apre la Gazzetta che ha scoperto la corruzione della FIFA grazie all’FBI, in attesa che il procuratore generale degli Stati Uniti si occupi della Lega Calcio e di alcuni suoi club. Fra l’altro guardando il notiziario ESPN insieme a suoi amici, Loretta Lynch si è chiesta perché un incontro fra Galliani e Ancelotti, che si conoscono da quasi trent’anni, abbia bisogno della mediazione di Bronzetti. Budrieri sta ripensando all’incontro che ha avuto mercoledì pomeriggio con Cristina e alle domande che la spagnola gli ha fatto, nella mezz’ora in cui si sono visti al bar d’angolo fra piazza Siena e viale Aretusa, quello con le auto della polizia sempre fuori. Lei per il suo libro sulla Vuelta sta affrontando l’edizione 1975, quella in cui Marino Basso conquistò sei tappe tappe con la maglia della Magniflex, nell’edizione vinta da Agustìn Tamames. Ha raccontato a Budrieri di avere trovato il suo numero di telefono, che è anche quello del Marino Basso Fan Club, su una rivista spagnola di ciclismo e che è alla caccia di storie su questo grande velocista che Budrieri ammirava: intelligente, astuto, pronto a sfruttare il treno giusto, veloce, cattivo. Insomma, tutto ciò che Budrieri, anche lui nato nel 1945, avrebbe voluto essere. Se li ricorda bene quei dieci giorni di primavera in Spagna, sfruttando le ferie arretrate dell’ATM, insieme ai suoi amici del fan club. Riuscì a vedere tutte le 6 vittore del grande Marino, esaltandosi in particolare per quella nella Murcia-Benidorm del 28 aprile, davanti a Lasa Urquia. Fra l’altro proprio quella sera lui e i suoi amici socializzarono con un gruppo di ragazze spagnole, cosa rarissima nel gruppo di Budrieri dove il meno sfigato era lui. Niente di troppo spinto, solo uno scambio di battute e un goffo sorriso di Budrieri all’indirizzo di una di loro, vergognandosi subito dopo perché anche un sorriso lui lo considerava un tradimento della fiducia dell’Erminia (non sapeva ancora fosse una troia). Ma Cristina ha chiesto aneddoti su Basso, che Budrieri ha sparato in sequenza uno dopo l’altro, anche se la civatiana si è subito annoiata a sentire di quello scherzo a Merckx o di quel litigio con Zandegù. Comunque una mezz’ora di aria pura, quasi come quella che respira a pieni polmoni dalla ciabatta della zingara, in netto contrasto con l’inferno familiare che la famosa lettera gli ha reso ancora meno sopportabile. Pur di uscire di casa è andato anche al cinema, lui che l’ultimo film visto in prima visione era Ben Hur. Cinema… una specie di circolo anziani, dove ogni pomeriggio guardano un dvd tarocco. Ieri è stato il turno di American Sniper, che ha molto colpito Budrieri. Bradley Cooper fra l’altro assomiglia un po’ all’Ambrogio da giovane, anche se le ragazze ritenevano più carino l’Ermanno. L’Erminia ormai va dal podologo di viale Aretusa quasi tutti i giorni, dovrebbe avere ormai piedi perfetti. Anche se sempre indegni di indossare la ciabatta puzzolente di quella zingara, per quei pochi secondi sembrata non meno puzzolente della ciabatta. Un’odore vitale, però, che ha profondamente scosso l’ex conducente del 24. DJ John da tre giorni vaga per la casa in mutande, mormorando insulti in dialetto tarantino all’indirizzo di Linus, ovviamente, ma anche di Bob Sinclar che martedì è stato ospite nella puntata finale di Top DJ. Alla fine ha vinto Alberto Marzinotto e il suo Safe and Sound è già fra le canzoni più scaricate. Una merda, in confronto al Battle in the box di DJ John che nell’estate 1994 fu sul punto di essere accettato al Festivalbar, un misto di Tupac Shakur e di taranta che a Budrieri è stato inflitto più volte, proprio a lui che è un cultore di Mario Tessuto. Cultore e vicino di casa, visto che il mito di ‘Lisa dagli occhi blu’ abita in via Gulli. Budrieri non si è mai interessato alle faccende di casa, ma trova scandaloso che l’Erminia non abbia ancora pulito le tende macchiate dello sperma di DJ John, che forse però presto si toglierà di torno: un villaggio vicino a Villasimius lo ha contattato per fare da animatore della discoteca riservata agli Under 14, per tutto luglio e agosto. Budrieri già pregusta un’estate senza lo pseudogenero, nel suo salotto con i piedi immersi in una bacinella d’acqua e in tivù le repliche delle trasmissioni con Marika Fruscio. L’Inter non farà l’Europa League, ma cosa gliene importa ormai dell’Inter? Lui che ha visto giocare Adelio Moro e Salvatore Nobile non può discutere con chi pensa che l’Inter sia iniziata con Podolski: “Per voialtri qualsiasi innovazione è sinonimo di progresso, me li ricordo i vostri discorsi di un anno fa su Thohir grande manager, con una visione globale del fenomeno calcio, uno che avrebbe saputo sfruttare tutte le potenzialità di marketing della squadra, uno cazzuto. La verità è invece sotto gli occhi di tutti: Thohir non è da Inter”.

 (15 – La prossima settimana, dopo Inter-Empoli, ultima puntata della stagione).

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