Rolex, l’ora di spaccare tutto

6 Maggio 2015 di Stefano Olivari

Solo un marchio come Rolex poteva farci rallentare nello sfoglio sempre più veloce del Corriere della Sera, nel solito folle tentativo di leggere tutto di tutto sentendoci sempre inadeguati e con poco da dire. In pratica l’amministratore delegato di Rolex Italia, Giampaolo Marini, ha comprato una pagina (la 8) pubblicitaria e ha pubblicato una involontariamente comica lettera aperta in cui se la prende con Renzi e Alfano che avevano parlato di ‘figli di papà con il Rolex’ e ‘rivoluzionari con il Rolex al polso’ riferendosi ad alcuni dei devastatori facenti parte del corteo milanese del primo maggio. Citiamo dalla lettera: “Dalla qualità delle foto e dei video che sono stati diffusi dai media è altamente improbabile poter desumere un’affidabile identificazione come Rolex (e ancor di più come Rolex autentico) dell’orologio indossato dai facinorosi”. Una presa di posizione così assurda da far uscire per una volta Alfano da trionfatore. Infatti la replica del ministro degli Interni alla Rolex (avete letto bene, la replica del ministro degli Interni alla Rolex) è stata soft: “Nessuna polemica ma solo il modo, dopo foto e titoli dei giornali, per sottolineare una contraddizione e un’incongruenza nella protesta. Mi sorprende anzi che abbiano rifatto pubblicità”. Marini omette poi di specificare quale sia la persona-tipo che porta il Rolex, secondo l’ufficio marketing dell’azienda, anche se tutti ne abbiamo un’idea abbastanza precisa. Secondo chi è cattomunista dentro e/o fuori si tratta di un tamarro che vuole ostentare, secondo noi (Omega Speedmaster ereditato, mai lo cambieremmo) uno che spende i suoi soldi come gli pare e che a volte ha un figlio testa di cazzo.

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