Icardi non è da Inter

15 Maggio 2015 di Stefano Olivari

Il venerdì dopo Lazio-Inter al nostro solito bar è un giorno come tanti altri, nonostante il faticoso due a uno finendo in undici contro nove laziali abbia tirato ancora in lungo questa storia dell’Europa League. Non che qualcuno abbia in mente di abbonarsi a Mediaset Premium, in ogni caso lo si farebbe soltanto per la Calcagno, che ieri sera i maghrebini anche non appassionati di calcio hanno apprezzato nel dopo-semifinali di Fiorentina e Napoli, tradendo virtualmente Marika Fruscio. Nemmeno la finale di Champions League raggiunta dalla Juve ha acceso più di tanto le discussioni, perché quasi nessun italiano lì dentro tifa per la Juventus. Forse in un bar di brianzoli… ma perché un brianzolo dovrebbe frequentare un bar della periferia ovest di Milano? Poi nemmeno la Boldrini riuscirebbe a prendere sul serio Hossam, spacciatore ma ufficialmente muratore (di sicuro non profugo), che ha appena sostituito la maglia di Padoin con la 27 di Sturaro.

Sono le due e dieci, Paolo-Wang alla cassa sta analizzando i buoni pasto spiegazzati degli impiegati della TuboPlast, mentre Zhou sta lavando bicchieri in maniera piuttosto sommaria. Per metà della domenica ha lavorato all’EXPO, non è chiaro con quale mansione ma di sicuro con un cinese come caporale. È distrutto, tutto tempo rubato alla sua passione. Ha commesso l’errore di rivelare a Paolo-Wang che il suo vero sogno è un libro di fotografie sui luoghi segreti di Milano ed è subito stato inquadrato nella casella ‘artista’ che nella comunità cinese non è quasi mai un complimento. Ieri fingendo di dover andare all’EXPO ha invece invitato Samantha al Duomo 21. Non tanto per l’aperitivo e l’ottima vista, primo piano di Piazza Duomo, appunto, 21, ma per una serie di stanze che in quel palazzo sono semi-inutilizzate e che sono rimaste immutate dai tempi del fascismo. Non è tanto per dire perché, come Zhou ha spiegato a Samantha, in quelle stanze Mussolini ha avuto per diverso tempo i suoi uffici milanesi. E i motti tuttora presenti sulle pareti qualcosa dicono…  In particolare uno: ‘Non vi è che una strada. Quella del combattimento e dell’onore’. Facile dirlo, se non devi lavare bicchieri tutto il giorno. Zhou ha comunque fotografato tutto e ha passato momenti di pura esaltazione, ricordando la piazza piena durante i discorsi del Duce. Zhou odia i cinesi, ma non fino al punto di essere un cultore della democrazia. A Samantha non gliene è importato comunque niente: ha passato una buona serata, per una volta lontana dal bar di via Novara e dal Calafuria, mentre politicamente si sente del PD ma più che altro renziana. Una sua amica che fa la seconda in un altro liceo ha boicottato il test INVALSI, sobillata dal professore di lettere che con la scusa di prestarle Repubblica le ha messo più di una volta le mani sul culo, mentre Samantha ha apposto diligente le sue crocette.

Max sta scrivendo un pezzo di mercato per SuperMegaInter.com, dal titolo ‘Perché per Dybala non è ancora finita’, in cui tenta di dimostrare che Zamparini cederà l’argentino alla squadra che gli offre meno soldi. Cioè l’Inter. Poi dovrà imbastire un pezzo di addio ad Handanovic, sperando davvero che arrivi al suo posto Cech: sta perdendo il fuoco sacro per il giornalismo, Max, per fortuna i genitori sono in salute. I 26 gradi hanno tolto a Mariella ogni tentazione di coprirsi, la sua pelle è lucida e abbronzata come all’ultimo giorno di Club Med quando si tenta il tutto per tutto per farsi trombare dall’istruttore di snorkeling. Tosoni è a Lugano dal fondo di investimento Blacklist, che sta facendo una sorta di due diligence della TuboPlast e lei avrebbe dovuto seguirlo, ma la moglie Michaela non è totalmente scema e ha preteso di accompagnare lei il marito in questo discretissimo ufficio in zona Cassarate. Fra l’altro Tosoni ha anche un mezzo appuntamento con Paolo Ligresti, suo grande amico e lì residente. La BMW X6M bruciata dai black bloc è stata sostituita da un’altra auto della flotta aziendale, un Range Rover Coupé. Max tenta di attirare l’attenzione di Mariella con retroscena sulla vendita del Milan, partendo dal fatto che con Mister Bee sono stati fregati soprattutto Galliani e Barbara, visto che il Berlusconi vero per due mesi ha messo in piedi l’operazione senza avvertirli. Al punto che il principale informatore-diffusore di veline, un dirigente legato a Barbara, fa scrivere che Bee è un impostore quando invece l’impostore è chi lo ha creato, per continuare a governare il Milan fingendo di averlo semi-venduto. Onestamente agli impiegati della TuboPlast, dopo una cotoletta bisunta e zucchine fra l’acquoso e lo strabollito, farebbe più piacere sentire storie di scopicchiamenti che questi grandi scenari euro-asiatici, ma si accontentano. Avranno di che riempire le loro bacheche di Facebook, senza ricorrere alle foto di bambini schifosamente grassi. Che poi sarebbero i loro, con addosso magliette taroccate peggio di quella di Hossam.

Il progetto web di Vincenzo e soci sta procedendo intanto a passi spediti, al punto che lui di notte sogna di tornare a Isernia e di buttare banconote dalla macchina tipo Mayweather. Ieri al Jazz Café Andrea ha presentato il suo business plan per l’app sull’abbinamento dei vestiti: 24 pagine piene di grafici, da cui si evince chiaramente che la start-up genererà utili soltanto a partire dal 2030. Previste versioni in cinese, giapponese e indiano, il lungimirante Andrea propone anche la sede legale a Dublino. Idea approvata da Pier Luca, che però prima deve parlarne alla moglie (in fondo è lei che lo mantiene) e da Vito che pensa a uno spot incentrato su American Gigolo. Anche da Chicco, che organizzerà gli eventi di lancio, mentre in un tavolo vicino l’Antropiovra ricostruiva il suo rapporto con Erminio Ottone. È bastato ricordare qualche serata al Pelle d’Oca, prima che si riempisse di poliziotti affamati di figa gratis (il 90% di loro asseriva di essere stato nella scorta di Falcone o Borsellino, che però il 90% dei loro obbiettivi non aveva sentito nemmeno nominare) e che le milf diventassero di moda, per trovare la sintonia di un tempo. Si sono dati appuntamento a Mykonos, fra qualche settimana, l’isola della luce che li anima e li motiva: in fondo se nella vita ce l’ha fatta Sasà significa che ce la possono fare davvero tutti.

Carlos ed Hector pare abbiano trovato un lavoro, almeno così hanno detto ai rispettivi genitori. Il primo è in prova come aiuto-magazziniere in una ditta di Mazzo di Rho, in viale De Gasperi: un posto dove a maggio ci sono ancora cumuli di neve sporca, ma anche un interessante melting pot di mignotte: nigeriane, albanesi, rumene di seconda fascia. Hector invece ha ottenuto un contratto part time al Simply da 750 euro al mese, ha saputo della cosa da uno di quei giornali di inserzioni, quasi sempre farlocche, che si vendono in metropolitana, solo che questo annuncio non era farlocco. In più non aveva alcun concorrente italiano e, a dire il vero, nemmeno non italiano. È stato assegnato al piano meno uno, il suo primo compito è stato occuparsi dei rifornimenti del settore pane e dolci. A partire dal Pan Brioscé del Mulino Bianco, che in quella zona piace tantissimo ed è quasi sempre esaurito. Ancora non sono stati pagati, Carlos ed Hector, però hanno già perso i primi stipendi per colpa della Kvitova che a Madrid ha tirato fuori una partita delle sue contro Serena Williams. Carlos si è anche fatto prestare soldi da Oscarito e da Ariana, troppo piccola per partecipare alle selezioni di XFactor, promettendole che fra qualche settimana le pagherà i migliori insegnanti di canto.

Il sabato sera del Calafuria è stato anche più triste del solito, vista l’assenza delle milf orobiche. Cate sta vivendo una specie di nove settimane e mezzo con il sessantenne della Uno 45S, complice il Levitra lo hanno fatto anche nei bagni del Gloria durante la proiezione di Mia madre. Maria Antonietta ha incontrato diverse volte Matteo, ma ancora non è successo niente: si sono ridotti addirittura a parlare dell’uscita di Civati dal PD, prendendo spunto dall’incontro con una ragazza spagnola, civatiana e tifosa dell’Atletico Madrid, incontrata in Piazzale Siena davanti a uno dei tanti negozi chiusi con cartello ‘Affittasi’. Matteo è rimasto colpito non tanto dal fatto che la spagnola conoscesse il programma di Civati e fosse tesa per le elezioni in Liguria, ma che si trovasse in piazzale Siena per turismo. Forse è una di quelle pazze che vede poesia nella vita di periferia, non avendoci mai vissuto. Scambio di numeri, poi si vedrà. Deborah è rimasta a casa tranquilla a leggere l’opera omnia di Willy Pasini, avendo trovato un’amante per il marito: un’altra fanatica della corsa, tutto sommato più interessata al suo tapis roulant Technogym preso a rate che al suo proprietario. Del resto chi ha voglia di scopare dopo due ore di corsa all’80% della soglia aerobica?

L’idea grillina del reddito di cittadinanza non scalda più di tanto i cuori, anche se lì dentro quasi tutti avrebbero i requisiti per richiederlo. Nessuno ha voglia di sostenere colloqui motivazionali in qualche ufficio del lavoro per avere 780 euro come propongono i Cinque Stelle e meno che mai 600 come da limite ISTAT per definire la povertà. Ma tanto sicuramente non si farà. “Tutta roba per guadagnare voti in Terronia, come se già lì non assumessero gente alla cazzo pagandola con i nostri soldi”, l’analisi di un Roberto fresco di sega e molto pimpante. Argomento di nessun interesse per Hossam, che tocca la maglietta di Sturaro pagata 29 euro a un amico di Nabil e sogna di andare a Berlino. Ha dovuto levare quei soldi dal budget familiare, nessuna uscita domenicale dal Calafuria ma due pizze margherita da asporto da consumare in casa insieme alla moglie e alle due figlie. Complice il ritorno della Juventus con il Real Madrid, Hossam è anche l’unico del bar a leggere gli articoli dei giornali sportivi, oltre a i titoli. Pensa che in una pagina di mercato di Tuttosport siano contenute più verità che nell’intero Corano, ma non osa confessarlo neppure a se stesso. Mercoledì sera ha anche litigato con Max, urlandogli che Ibrahimovic si dimezzerebbe l’ingaggio pur di tornare alla Juventus e che con Dybala-Cavani sarà super-Juve, mentre Budrieri in sottofondo stava dicendo che Cristiano Ronaldo non è da Real e il Puskas era un’altra cosa. Il Lele ha ricevuto la convocazione dal notaio: il testamento della zia sarà aperto mercoledì alle 18 e Nabil gli mette addosso più dubbi che certezze.

Franco si è visto ripiombare in casa i fratelli forestali juventini, uno dei quali gli ha detto che Milano lo intristisce, perché sono tutti freddi e non ci si conosce nemmeno con il vicino di pianerottolo. Lungi dal difendere la sua milanesità, Franco gli ha dato ragione nella speranza di aumentare nei fratelli la nostalgia di casa e ha preso a lamentarsi dei pomodori del Simply, che “non sanno di niente e costano il doppio che da noi”. Fra l’altro ha scelto l’esempio sbagliato, perché la moglie ha per una volta scelto degli ottimi costoluti invece dei soliti Pachino acidi. Intanto il sardo di Andria è sempre più misterioso, dicono che si sia iscritto a Gleeden ma non si capisce perché dal momento che risulta scapolo, mentre il Gianni è diventato per Samantha e Ylenia una specie di confessore: con loro non ci prova, ma i loro racconti sono propedeutici alla sega della buonanotte, meglio della valeriana. Un giardiniere rumeno gli ha gibollato la Maserati-Vuitton in parcheggio e lui medita di iscriversi iscriversi a Forza Nuova.

Il Walter vuole liberarsi dei peruviani e affittare la casa con Airbnb.it (ovviamente è Vincenzo che gli ha messo in testa l’idea, ormai porta solo felpe e gira in ciabatte come Zuckerberg nel film), ma questi pensieri non gli impediscono di analizzare nel dettaglio la partita dell’Inter, ormai di una settimana fa, chiudendo con quello che secondo lui è stato il peggiore: “Mi sembra che Icardi, al di là dei gol segnati o sbagliati, stia giocando quasi per dispetto e per lanciare messaggi alla società. Senza palla si fa vedere molto meno e sta anche troppo largo, come a voler evitare i calci da dietro, costringendo Palacio a fare sia da suggeritore che da ricevitore dei suggerimenti”.

Budrieri nemmeno sfiora la Gazzetta sul bancone della Sammontana, il dispiacere per la finale europea della Juventus è poca cosa rispetto a quello che prova entrando in casa sua e trovando una moglie fredda, una figlia disoccupata e uno pseudogenero sporco e arrogante. Mercoledì quando l’Erminia è andata dal podologo, in viale Aretusa, ha preso il coraggio a due mani e ha letto le lettere nascoste nel cassetto basso dell’armadio comprato 31 anni fa da Grappeggia. Sapeva che ci avrebbe trovato brutte cose, ma non immaginava così brutte. Le lettere erano tutte scritte dal fratello di Budrieri stesso, Ambrogio, di cinque anni più giovane. In particolare l’aveva colpito quella datata 13 agosto 1972: “Amore mio, spero che tu legga queste mie parole perché escono dal cuore. Dopo tanta attesa finalmente l’abbiamo fatto, è passata una settimana che a me sembra un’eternità e forse passerà una vita intera prima che accada di nuovo. L’attrazione che ci lega non si può spiegare, ma oltre ai sogni c’è la realtà. Che è quella del tuo matrimonio con un uomo stupido ma buono l’Anselmo, che forse non ti entusiasma ma che di sicuro nel corso degli anni ti renderà più felice di quanto sarei capace di fare io. Sono travolto dal mio amore per te, ma anche dal senso di colpa. Spegniamo questo fuoco prima che ci bruci. Tuo per sempre. Ambrogio”. Una settimana prima del 13 agosto 1972 Budrieri era a Gap, con il fan club di Marino Basso. Il 6 agosto era stato il giorno più bello della sua vita, con il grande Marino che si era messo a ruota di Merckcx e aveva sfruttato la rimonta del Cannibale, di Guimard e di Zoetemelk nei confronti di Bitossi per diventare campione del mondo con un guizzo dei suoi. La pompa gliela avrebbe regalata più tardi, in una serata del fan club al ristorante La Lampara via Pisanello, quello che oggi si chiama I Gemelli Diversi. La pompa, per tacere del resto, l’aveva fatta però anche l’Erminia all’Ambrogio, quel fratello così intelligente che adesso non vedeva più da anni. La rivelazione lo ha scosso, ma non fino al punto di fare pazzie. Nel pomeriggio ha letto Quarto Grado Magazine, la rivista di cronaca nera diretta da Siria Magri. In copertina c’è Parolisi, ma Budrieri ha apprezzato in particolare l’intervista a Carlo Castagna. Gli sembra una brava persona, magari fossero tutte come lui. Anche se Budrieri non può confessare nemmeno a se stesso di amare Rosa e Olindo. Ieri sera a cena ha anche apprezzato il PizzaBurger della Cameo che D.J. John ha chiesto all’Erminia di comprargli. Lunedì scorso la signora Minghetti si è lamentata con Budrieri per le urla di D.J. John e Marilena quando scopano in soggiorno, ma Budrieri non ha saputo risponderle. L’unica buona notizia è che Marilena lunedì avrà un colloquio di lavoro, presso un centro estetico cinese di via Forze Armate. Quanto a D.J. John, a parte qualche insulto a Linus, a Nicola Savino ma soprattutto ad Albertino, se ne è stato abbastanza tranquillo limitandosi a rubare qualche monetina che Budrieri tiene nella gondola vicino all’ingresso. Se il calcio gli interessasse come una volta Budrieri sopporterebbe di discuterne anche con chi ne sa poco, ma lui che ha visto giocare Ambu e Brechet non può mettersi a discutere con chi crede che l’Inter l’abbia inventata Sylvinho: “Caro Walter, per voialtri uno segna un po’ di gol e diventa subito il nuovo Piola. Ma un grande attaccante deve essere prima di tutto uno che metta i compagni in condizione di servirlo, non uno che gira al largo cercando l’assist per chi si inserisce. Icardi non è certo l’Hidegkuti. Ti dirò di più: Icardi non è da Inter”.

 (12 – continua venerdì prossimo, dopo Inter-Juventus).

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