Pizza margherita per stranieri

10 Aprile 2015 di Stefano Olivari

In occasione di Expo e Giubileo si scopre che ai turisti stranieri viene spesso applicato un prezzo maggiorato in bar, ristoranti, a volte anche negli alberghi nonostante il web consenta facili controlli incrociati. Questo articolo dell’edizione romana del Corriere della Sera, riguardante una coppia di tedeschi che ha pagato a Roma 34 euro per due caffè e due fette di torta, pone il problema nella prospettiva un po’ ingenua del prezzo ‘giusto’. Ma il prezzo giusto è quello che il cliente è disposto a pagare, è chiaro che i due tedeschi non hanno pagato una torta che potevano avere con 2 euro alla Lidl di Gelsenkirchen ma la possibilità di mangiare questa torta guardando Roma. Non esiste il prezzo giusto per quelle due fette di torta, non è che se fossero state preparate da Cracco il ragionamento sarebbe cambiato. Ritenete troppo cara Roma (Firenze, Milano, Venezia, eccetera)? State a casa vostra, così creerete un danno a commercianti esosi. Pur rispettando le leggi del mercato, che di solito subiamo, l’aspetto che abbiamo sempre trovato odioso è quello dei prezzi differenziati a seconda dell’utente, che nelle città turistiche italiane raggiunge vette alla Messner. Caso personale, pochi anni fa a Siena dove fra l’altro non eravamo nemmeno turisti (ci abbiamo semi-vissuto), nella ben nota Piazza del Campo. La solita pizza, dal prezzo di 6 euro, che al momento del conto, portato da un cameriere nuovo, diventa di 12. Senza voler contrattare, ma soltanto per gusto della polemica, osserviamo che il prezzo era raddoppiato rispetto a tre giorni prima. Imbarazzo del cameriere, che corre dal gestore il quale dopo un minuto si scusa a modo suo: “È un ragazzo nuovo, vi aveva scambiato per turisti”. Turisti italiani, fra l’altro, perché le ordinazioni non erano state fatte in tedesco o in russo. La morale? Anche questo è il mercato, perché chi vive sul posto ha più possibilità di tornare nel locale. Il piccolo problema è che è illegale.

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