Mancini non è da Inter

6 Aprile 2015 di Stefano Olivari

Il giorno dopo Inter-Parma al nostro solito bar non è una domenica come tante altre. Sarebbe Pasqua, quindi una di quelle terribili giornate da trascorrere in famiglia da parte di chi non ha i soldi per andare qualche giorno in vacanza. L’1 a 1 di San Siro contro una squadra già fallita ha abbassato il morale dei tanti interisti e verso mezzogiorno il bar è più triste del solito. Paolo-Wang non ha ovviamente preso nemmeno in considerazione l’idea di chiuderlo per festività, tanto sa benissimo che la disperazione di quella gente e di quella zona porterà la clientela abituale a venire e a consumare anche più del solito, prima e dopo il pranzo. Non ci sono ovviamente gli impiegati della TuboPlast. L’azienda ha oltretutto comunicato alla maggior parte di loro che potrà-dovrà tornare al lavoro fra una settimana. L’amministratore delegato Tosoni ha spiegato, con una scarna mail, che “In questa fase particolarmente delicata TuboPlast s.p.a ha inteso premiare i suoi dipendenti con una settimana supplementare di ferie. Il vero capitale della nostra azienda è il capitale umano, eventuali nuovi assetti proprietari non potranno intaccare quella che dal 1953 è la nostra ricchezza”.

Max e Vincenzo si tengono stretti i loro stipendi (150 e 100 euro mensili) a SuperMegaInter.com, che ha appena concluso un accordo di partnership con SportItalia e Telelombardia: in pratica i redattori del sito saranno tenuti ad andare ospiti nelle trasmissioni delle due emittenti televisive, con cui concorderanno in seguito i compensi. Max è appena tornato da Appiano Gentile, dove Mancini ha guidato un allenamento punitivo con inizio alle 8 e 30 e durato un’ora scarsa. In questa domenica pasquale non ha il suo pubblico di impiegati affamati di gossip da rilanciare nei mille gruppi Facebook di cui fanno parte, quindi spara tutte le sue cartucce con Ylenia, che sta cercando di rimandare la risalita a casa dove la aspetta un pranzo con madre depressa, fratellastro bodybuilder (adesso sostiene di essere nel periodo della ‘definizione’) e patrigno che non perde occasione per toccarla. Max la vede triste e cerca di tirarla su raccontandole di tutte le coppie che si sono formate e sciolte fra giornalisti e giornaliste di Sky: dopo 5 minuti si rende conto che in pratica quasi tutti sono sono stati con quasi tutte, anche più di una volta, come nemmeno Brooke e Ridge. E allora invece dei soliti evergreen sfodera un po’ di attualità, spaziando in tutta Italia: i 2 milioni di euro che un noto casinò ancora deve riscuotere da un attaccante sul viale del tramonto, il milione e mezzo che un azzurro già tramontato deve a Monte Carlo, i quasi due milioni che un attaccante di culto ha dimenticato sul suo conto corrente, la ziaggine educata di un acquisto di gennaio che ha trovato sfogo con un cameriere blogger, fino ad arrivare ad una donna in questi giorni andata su molte prime pagine per motivi lontani dal calcio, presenza fissa e attiva (ma anche passiva) alle feste di giocatori, per chiudere con il presidente di club fantoccio di un clan criminale, sempre a Milano a riciclare soldi. Agli altri avventori Max dice che Mancini ha in serbo un annuncio clamoroso, che lo riguarda direttamente. Tanto domani è Pasquetta, tutto sarà dimenticato anche se nessuno di loro andrà a fare gite fuori porta (al massimo a Figino, come vedremo).

Hector e Carlos arrivano da un posto lì vicino, una specie di cantina trasformata in una chiesa evangelica frequentata soltanto da sudamericani, sono vestiti come se andassero al matrimonio di un cugino di Maradona e sono palesemente a disagio. Hector ha scommesso su mille eventi, anche sulla MLB, non sa nemmeno lui se ha vinto o perso, mentre Carlos venerdì pomeriggio ha preso una inculata storica mettendo 500 euro (di cui 400 rubate dal comodino della madre) sulla Lokomotiva Zagabria in casa contro lo Zadar, che un suo amico dell’ippodromo gli aveva assicurato essere taroccata, sulla base di confidenze di imprecisati ‘slavi’. Fra una mano al videopoker e un Fonzie rancido arrivano le dodici e trenta, ormai ci sono quasi tutti: il Roberto che venerdì si è appena fatto certificare dal suo medico una astenìa (in sostanza è stanco) e che si ripresenterà in Regione (forse) a campionato concluso, il Vito che ha appena dato una svolta alla sua esistenza iscrivendosi al PD ma quando gli hanno chiesto la professione è rimasto sul vago (a 33 anni vive con i genitori e vorrebbe farlo fino a 66: comunque imprenditore), il Gianni che si fa beffe di tutti i forzati della famiglia annunciando che dopo pranzo andrà a farsi spompinare da un travone a Figino vicino all’inceneritore (fra l’altro non scherza), il Lele che ha in mano una colomba del Simply da portare alla zia con eredità sulla rampa di lancio; il Franco a cui giovedì sono arrivati in casa due fratelli da Isola di Capo Rizzuto, con data di ritorno a casa lasciata sul vago, il sardo di Andria che parlando con Vito è rimasto favorevolmente impressionato dai programmi del PD soprattutto per quanto riguarda la scuola (è stato bidello a Canegrate e ha sfogliato due volte Repubblica, quindi si sente parte della ‘società civile’), il parrucchinato juventino che si è scoperto chiamarsi Ernesto ma che ha negato di essere juventino sostenendo che “A me piace in generale il calcio, adesso mi piace la Juventus ma ho apprezzato anche l’Inter di Mourinho e il Milan di Sacchi”. Mancano giusto Luca il bestemmiatore (è l’unico ad essere andato a Messa), i maghrebini che sono al Parco di Trenno, nella zona davanti all’Harbour Club, per i loro soliti giri, e Vincenzo, tornato la notte prima a Isernia in macchina, spendendo in benzina e autostrada tutto il suo stipendio mensile.

Samantha per la vigilia di Pasqua aveva un mezzo appuntamento con il suo fidanzato storico, Matteo, che è rimasto soltanto storico: le aveva proposto una inspiegabile serata con la famiglia di lui ai Gemelli Diversi, una pizzeria di via Pisanello che al padre di Matteo era cara perché la frequentava fin da quando era un ristorante di pesce chiamato La Lampara. Ma Samantha non aveva voglia di vedere il suo ex né tantomeno la sua famiglia, che l’aveva sempre considerata una troia ignorante (parole della potenziale suocera), figlia di miserabili (il padre di Matteo è ragioniere in uno studio che si occupa di contributi e paghe, la madre insegna lettere alla scuola media Gulli) e quindi poco adatta al ruolo sociale che avrebbe di sicuro avuto Matteo in futuro. Anche Matteo, fra l’altro, si è appena iscritto al PD su suggerimento della madre. Ipotesi di Samantha: non avendo trovato niente di meglio, Matteo vorrebbe rimettersi con lei ma da vera merdina prima vorrebbe l’approvazione dei genitori. La tentazione di scroccare un calzone con le cozze a quella famiglia renziana, per poi mandare tutti a cagare, è forte ma alla fine vince l’orgoglio della periferia. Per farla breve, Samantha il sabato sera l’ha passato al solito Calafuria insieme a Ylenia, ingozzandosi di pizza e capretto e ridendo per le battute di un comitiva di milf bergamasche piombate a Milano senza sapere bene perché. La più da battaglia del gruppo, la leopardata Cate, ha letto su Donna Moderna che la coppia può durare soltanto se ognuno si ritaglia i suoi spazi e così da qualche sabato questo gruppo di mogli fa vita separata dai mariti. I quali, dal canto loro, hanno subito trovato un giacimento di puttane nigeriane sulla provinciale 91, fra Seriate e Gorlago. Come le loro mogli fossero finite in una pizzeria della periferia milanese, nell’era dei navigatori satellitari, non era chiaro. Cate diceva ad alta voce che al giorno d’oggi è impossibile trovare uomini interessanti. Ma è difficile trovarli il sabato sera dal Calafuria e ancora di più nel dancing La Sceriffa, in via Lorenteggio, nei pressi di una sala Bingo, dove il gruppo si era trasferito dopo avere gustato con entusiasmo semifreddi Bindi che evidentemente dalle loro parti non vengono distribuiti.

Adesso Samantha, come tutti, pende dalla labbra del Walter, che prima di andare a casa sua e mangiare da solo due buste di Contorno Mediterraneo della Findus, da puciare con il Pan Bauletto del Mulino Bianco, dice la sua sul momento dell’Inter: “Prestazione schifosa e non soltanto per il gioco espresso e la qualità dell’avversario, ma per la mancanza assoluta di carattere e di movimento. Tutti, tranne forse nel primo tempo Shaqiri, aspettavano il pallone sui piedi, ma così facendo dai tempo di sistemarsi anche alla difesa del Cuoiopelli. Male Ranocchia, credo sia il primo giocatore dribblato da Belfodil negli ultimi 3 anni, male Juan Jesus anche se a sinistra farà sempre male, appena sufficiente Felipe, niente da dire su Handanovic e Santon. Centrocampo da compitino, ma bisogna dire che quasi nessuno si muoveva e nessuno è un regista. Perché è chiaro, manca un regista… Palacio ci ha provato, Puscas ha buttato via una grande occasione, Shaqiri confusionario, impreciso e nemmeno ha battuto bene gli angoli, lasciamo perdere chi è entrato: Kovacic lo venderei subito, così come Hernanes, Podolski fra poco torna a Londra dopo le vacanze. Ma più di tutti mi ha deluso Mancini, che a parte ieri ha dato un gioco all’Inter ma che non è capace di farle cambiare passo, di darle la rabbia per battere almeno chi è più debole. Forse si è imborghesito, rimane meglio di Mazzarri ma da luglio il bonus finisce”.

Nessuno fiata, soltanto Budrieri ha l’autorevolezza per ribattere al Walter. Vorrebbe tanto fermarsi al bar anche a pranzo, per evitare la moglie, la figlia e soprattutto D.J. John, che pretende che Budrieri si abboni a Sky soltanto per poter vedere Top DJ, il nuovo talent con giudici Albertino, Stefano Fontana e Lele Sacchi. Budrieri gli ha detto che lui Sky la pagherebbe soltanto per vedere l’Inter di Picchi e Suarez e venerdì sono volate parole grosse. Budrieri gli ha anche rinfacciato di avere sporcato le sue ciabatte di pelle marrone facendosi una sega nel cesso (dopo la svolta sufi lui e Marilena nemmeno si sfiorano), qualche giorno prima. D.J. John ha urlato che se Marilena non gli avesse tarpato le ali adesso al posto di Linus ci sarebbe lui. Budrieri non sapendo chi sia Linus se ne è andato in salotto a leggere Oggi, con in copertina Amanda Knox che ringrazia Oggi dopo averla scampata in Cassazione. Soltanto l’Inter dà un senso alla vita di quest’uomo, che ne ha viste tante e non ha in fondo voglia di vederne tante altre: “Bravo Walter, finalmente ci sei arrivato. Io è dal 2004 che ti dico che Mancini non è da Inter”.

(7 – continua dopo Verona-Inter).

 

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