Casa di proprietà o in affitto?

3 Aprile 2015 di Stefano Olivari

Qui al bar dell’economia si discute spesso dei prezzi delle case, non tutti hanno interiorizzato il senso di Un uomo da bruciare (forse il miglior Renato Zero di sempre) e nonostante l’evidenza siamo in pochi a sfuggire al mito della prima casa di proprietà. Avendo i soldi per prenderla, ovviamente…  Abbiamo appena letto le statistiche Istat sui prezzi delle case italiane nel 2014, che rispetto al 2013 sarebbero (sempre il condizionale, perché il nero è sempre vivo e lotta insieme a loro) scesi del 4,2 % rispetto al 2013. Una percentuale mostruosa, perché non può tenere conto di chi pur volendo vendere casa non la svende, perché (ancora) non sta morendo di fame. Senza contare che i prezzi sono tuttora sostenuti dalla rigidità di gestione del patrimonio immobiliare di enti pubblici, banche e assicurazioni… Tutto questo mentre il numero delle compravendite è aumentato, perché la gente dopo anni di stallo deve pur andare a vivere da qualche parte e nonostante la liquidità che qualunque private banker sostiene essere parcheggiata in maniera quasi autolesionistica. I più ottimisti (Ma ottimisti rispetto a cosa? Solo perché avete-abbiamo buttato via anni di vita per pagare un trilocale di periferia?) prevedono una ripresa dei prezzi fra uno o due anni, ma i livelli di metà degli anni Zero non saranno più toccati se non per situazioni particolari e in vie di grande pregio. Nostra modesta considerazione: tutto questo è positivo, perché il mito della casa di proprietà ha portato milioni di italiani a investire i propri soldi in maniera scadente e a puntare più su quattro mura che sulla propria formazione, su viaggi, esperienze e scelte lavorative coraggiose. Ovviamente chi ha comprato sul finire degli anni Novanta non ci ha perso, ma chi ha fatto il grande passo 6 o 7 anni più tardi adesso sta maledicendo il momento in cui non ha scelto l’affitto. Adesso, nel 2015, cosa consigliereste (a chi può scegliere) fra la casa di proprietà e andare in affitto?

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