Tosi o Zaia?

24 Febbraio 2015 di Indiscreto

La Lega è l’unico movimento di destra con buone prospettive elettorali, senza nemmeno bisogno di fare troppa propaganda: tassazione e microcriminalità, più o meno di importazione (sia la tassazione che la microcriminalità), lavorano in questo senso meglio delle mille apparizioni televisive di Salvini. Senza contare poi che la Lega è l’unico partito che almeno finge di fare opposizione al partito unico di Renzi, cioè a uno diventato premier solo grazie a votazioni fatte per strada e certificate da se stesso. Il caso del momento che riguarda la Lega è legato proprio a Renzi, perché dalla manifestazione anti-renziana di sabato a Roma si è smarcato (a parole, perché forse materialmente vi parteciperà) Flavio Tosi, sindaco di Verona ed esponente di un leghismo, semplificando, meno ideologico, più territoriale e più lontano da un teorico Front National italiano. In Veneto dire Tosi significa in chiave leghista andare contro il presidente della regione Luca Zaia, al punto che l’idea di due liste diverse per le prossime regionali non sembra più fantapolitica (per gioia di Ladylike Moretti). Il ‘di qua o di là’ è quindi secondo noi chiaro: al di là delle vostre preferenze politiche e della caratura personale dei due leghisti, per l’Italia è meglio un leghismo territoriale-amministrativo moderato, magari pronto ad aggregarsi a progetti liberali (Passera?) o un leghismo nucleo di una nuova destra identitaria nazionale che provi a sfondare da sola? Tosi o Zaia? Per non dire ‘Tosi o Salvini?’, chiaramente.

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