Isis o Gheddafi?

16 Febbraio 2015 di Indiscreto

L’Isis asserisce di essere ormai a sud di Roma ed è difficile dargli torto, visto che di fatto la Libia è sotto il controllo dello Stato Islamico. Fra un video di decapitazioni e l’altro la linea italiana è ondivaga, anche sulla gestione dei soliti barconi di migranti che tutti profughi innocenti non sono, ma è ferma sul solito punto: qualcuno deve risolvere la questione al posto nostro. L’ONU, la UE, Gli USA, il Mossad, le Giovani Marmotte, chiunque purché non tocchi a noi intervenire per difenderci, se non con una eufemistica ‘forza di pace’ a ruota di altri che ci mettano la faccia e che quindi subiscano il maggior rischio di attentati sul proprio territorio (in questo senso Aldo Moro non è mai morto). In attesa di capire se Renzi saprà uscire dalla dimensione di lupetto, già adesso ci si può chiedere che cosa convenga a noi, dove non occorre spiegare cosa intendiamo per ‘noi’.  Lasciare ogni paese al suo destino, dipendente quindi dalla legge delle armi (in gran parte del mondo funziona così, non si può sempre ricorrere al TAR del Lazio), oppure favorire la presa del potere di dittatori magari sanguinari ma ai nostri occhi affidabili? Nel caso della Libia il ‘Di qua o di là’ è facilissimo: preferite che l’Italia non si immischi in guerre di altri stati, con il rischio che prenda il potere l’Isis di turno, oppure che ci sia un riferimento autoritario unico e in qualche modo gestibile? Pensate che l’Isis e la Libia vadano lasciati al loro destino o rimpiangete Gheddafi? Non è chiaramente prevista l’opzione ‘democrazia liberale’, prima del voto è consigliato uno sguardo alla cartina.

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