Super Bowl XLIX, l’America non si ferma

29 Gennaio 2015 di Stefano Olivari

Se volete far stizzire Roberto Gotta, numero uno fra i giornalisti che si occupano di football (e anche in altri ambiti, a dire il vero), dovete fargli leggere un articolo di presentazione sul Super Bowl in cui nell’attacco si spiega che ‘L’America si ferma’, con tanto di prezzo per 30 secondi di spot, i rating televisivi, la ‘curiosità’ del lingerie football, eccetera. Quest’anno non farà eccezione, del resto i temi pop intorno alla sfida fra Seattle Seahawks campioni NFL in carica e i New England Patriots non mancano di certo. E addirittura un tema sportivo, quello dei palloni sgonfiati (o fatti sgonfiare dai Patriots) nella finale AFC, ha conquistato qualche riga fra un prestito con diritto di riscatto e l’altro. Fox informa che la partita andrà in onda in diretta esclusiva (per l’Italia, chiaramente) su Fox Sports 2 HD (quindi come al solito andremo di SkyGo, causa litigio con condomini per i quali 900 euro divisi 24 per sistemare la parabola sono una spesa insostenibile) a mezzanotte e mezzo di domenica, la notte fra domenica e lunedì per essere chiari. Gotta, Daniele Caiola e gli ospiti in studio interverranno con le modalità viste durante la stagione interagendo via Twitter (@FoxSportsIT o #foxnflitalia) con il pubblico. Non entriamo in temi tecnici, rivendicando il diritto di apprezzare con superficialità uno sport meraviglioso, senza dover conoscere le storie personali di quel tight end o di quell’altro cornerback (del resto non ci importa niente nemmeno delle vite di Tevez o Podolski). È presumibile che Idina Menzel, vista la sua carriera, proponga una versione classica di Star Spangled Banner. E anche America the Beautiful in versione John Legend non dovrebbe per fortuna stupire. Per tutti noi italiani che bene o male abbiamo una vita il vero muro del sonno è sempre l’interminabile Half Time Show, che quest’anno ha come protagonista Katy Perry e in misura minore (soltanto un duetto, se non abbiamo capito male) Lenny Kravitz. Qualche mese fa si parlava anche di Rihanna e dei Coldpaly, ma in alternativa alla cantante di I kissed a girl e Roar, come seguito popolare forse la più grande popstar mondiale in questo momento anche se ovviamente il critico in giacca di velluto ci spiegherà che Woody Guthrie era un’altra cosa, come del resto i Via VerdiDonatella Milani e chiunque altro. Difficile che all’University of Phoenix Stadium di Glendale, Arizona, città dove siamo passati quando eravamo vivi (ma all’epoca i Cardinals giocavano al Sun Devil Stadium di Tempe e il progettista dell’University of City Stadium forse stava finendo il liceo), il Super Bowl XLIX regali più emozioni rispetto alla finale della NFC (Seattle era sotto 19-7 a 2 minuti dalla fine), ma non si può mai dire. Certo è un peccato che questa partita non vada in chiaro, senza andare all’importanza che nei primi anni Ottanta ebbe Canale 5 per il football sarebbe un vantaggio per la stessa FOX. Perché un appassionato di sport agganciato con il Super Bowl poi ti guarderebbe anche la stagione regolare l’anno dopo. Ma non siamo manager, meglio così per tutti. 

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