Basket fusion in streaming web

26 Gennaio 2015 di Oscar Eleni

Oscar Eleni in fuga dai giudizi affrettati, dall’accampamento degli smemorati, felice di stare lassù, oltre i 1700 metri, nella malga Dusler dove vive la famiglia di Roland Fischnaller, fresco campione mondiale di snowboard. Siamo andati in Val di Funes, sotto le vette dell’Odle, intrigati da questo cow boy delle nevi che ha fatto il falegname, il contadino, il pastore, il pilota di motocross e l’apicultore. Se lo porta dietro, il suo miele. Una meraviglia. Deve essere splendido anche stare a bere una birra con lui. Ci mancano nel basket tipi del genere. Qui devi stare alla larga. Pesce crudo, tavolate esclusive come i privè nelle discoteche. Chiedere in giro. Le tane fragranti come il Torchietto, sui Navigli, a Milano, le hanno chiuse, già venivano disertate quando i clan famigliari, agenti e suocere comprese, hanno cominicato a sostituire le società così come le pensavano i Bogoncelli, gli Allievi, il Torquemada Porelli, gli Acciari, Walter Scavolini, Buzzavo e i Benetton, i Boris, i D’Alesio, Bepi Stefanel, Seragnoli. Per ritrovarle bisogna andare davvero verso la Val di Funes deviando verso Trento, ma temiamo tanto che la contaminazione dei robocop aziendali, legaioli, inquinerà anche il progetto Longhi-Trainotti-Buscaglia. Anche da Ugo, a Rivabella, vanno in pochissimi, se trovi giocatori vengono da fuori.

Insomma meglio una frittata dolce ai mirtilli in malga piuttosto che i piatti fusion di questa generazione che sente la solitudine in campo se cerca sempre l’aiutino della folla. Cosa vogliono dire quelle braccia alzatre a chiedere più confusione mentre l’avversario va in transizione? Sembra che da soli non ce la possano fare. Urlate, fate confusione. Fatela voi, cari ragazzi, allenandovi bene, lavorando sul concetto che gli sport di squadra esistono se c’è la voglia di stare insieme, aiutarsi, non di vivere da privilegiati nella stessa casa. Puttanate da vecchia cucina, da krapfen fatti in casa. Adesso vai col web, le dirette in streaming, perdonate il linguaggio, dove ti prendono sempre in giro perché fai una fatica enorme ad accreditarti, poi perdi la testa nel giorno in cui tutto parte, non sapendo dove cliccare. Telefonate disperate in giro. Nessuno risponde, non c’è aiuto, mancano le badanti. Si resta al buio. Colpa nostra, diranno. Vero. Ma ci viene il dubbio che, nel complicato, tutti questi piccoli cavallucci marini, pensino di poter passare alla storia per aver ridato visibilità al basket. Diciamo che lo sforzo vero andrebbe fatto per semplificare e non complicare.

Ora diteci voi che senso può avere la partenza del canale basket su SKY se dentro la casa c’è confusione. Comunque sia fatevi vedere allegri, l’idea è della Federazione. Primo appuntamento venerdì per Treviso-Chieti. C’è storia, curiosità, anche se la vita dei veneti è stata al massimo livello e quella degli abruzzesi è legata a cavalcate in praterie diverse come ci è venuto in mente ascoltando le msiurate meditazioni su Sportitalia di Filippo Faina, che ha allenato bene, anche in quelle contrade, mettendo l’impermeabile per i derby con Pescara dove le accoglienze erano liquide. Vogliono fare ciao con la manina dalle loro televisioni. Va bene. Noi, intanto ci consoliamo con la Spagna. Hanno ceduto a Sportitalia il loro bel campionato, due partite ogni domenica, e nel pacco hanno recapitato anche il promo con carrellata di giocatori e giocatrici. Cose semplici, ben fatte. Partite riprese anche con una certa idea del gioco. Certo loro hanno palazzi degni di tale nome. Noi abbiamo la squadra della capitale che gioca nella piccola arena dove salta sempre una valvola, la seconda in classifica che disputa una partita chiave per scalare la graduatoria senza il cronometro dei 24”, la campionessa d’Italia ha tabelloni luminosi da parrocchia dell’Indiana, ritirate maleolenti. Casi, sfortune? Anche, ma soprattutto voglia di apparire, ma non di andare in malga a fare il miele.

Non stiamo discutendo con quelli che si divertono a prendere in giro lo sport dove, per biglietti pagati, si può dimostrare di avere un seguito anche consistente. No, quelli, intanto parlerebbero male anche davanti a capolavori tipo Olimpiadi di Mosca, ori europei, argenti olimpici, coppe europee, diecimila del Forum per Cremona o Capo d’Orlando. Bartaliani della nuova ora che hanno ragione su una cosa importante: progredisci se lavori, se spendi il tuo tempo per reclutare, educare, coltivare situazioni difficili, non se appari e fai ciao mamma con la manina, ti metti la lacca sui capelli, gonfi il petto perché la servitù del castello di campagna ti dice che sei nella lista degli invitati che contano.

Avanti nel ballo fra parabola e digitale, ohibò andate su SKY e bisogna pagare per vedervi, ma ricordatevi che senza attori sul palco la gente prima o poi vi manderà al diavolo. Qui servono sentinelle ad ogni passaggio. Diamo ragione a Pianigiani quando avverte che non è davvero logico attendersi una super Italia se dobbiamo basarci sugli esami europei delle nostre squadre, un po’ lo stesso discorso che tenta di fare Brunel che guida la nazionale di rugby, quella a cui si chiedono vittorie impossibili sapendo che le giovanili prendono legnate ovunque. Almeno il basket, ogni tanto, riesce a fare selezioni che giocano al massimo livello, avendo preso nota che i due club super selezionati ed aiutati federalmente, a Treviso e Parma, hanno vinto quasi niente.

Così sarà per Azzurra Tenera se Gallinari non guarirà davvero, se Belinelli non sarà riposato abbastanza e, soprattutto, tranquillizzato sul ruolo di capo giocatore in posizioni dove sgomitano giovani turchi di talento. In Bargnani ci crede soltanto Cuzzolin. Su Datome vedremo come andrà dove l’ennessima doccia fredda: lo hanno spedito nelle riserve lontano da Detroit, ha segnato, si è fatto notare. Richiamato. Mai in panchina. Boh. Anche gente più solida del Profeta alla fine ha ceduto. Servirà, tantissimo, avere collaboratori di qualità anche per migliorare l’autostima come sa bene chi ha lavorato per Siena.

Vi dicevamo della malga dove siamo scappati dopo aver letto il risultato della partita Caserta-Roma, 54-53 perbacco, perché nell’ultima e trascurata nota su questo sito avevamo parlato bene del lavoro di Elettrino Dalmonte. In Europa era stato l’unico a salvarci la faccia. Quattro giorni ed eccoci alla zucca Acea arrostita dalla nuova passione portata nel cuore di Caserta da Vincenzo Esposito e, magari, da Domercant, già misurato e spesso, non sempre, apprezzato in Italia. Peste lo colga, lui e il Morgan che sul burrone del taglio aveva fatto strage dei croati perdendosi fra le bufale in Terra di lavoro. Mai spendersi quando le bocce girano ancora, meglio farsi smentire ogni volta dall’arroganza e dal talento di chi è sempre a rischio ballotellate, ogni squadra ne ha almeno un paio, pensate al Dyson sassarese che a Bologna cade dalla torre degli Asinelli una settimana dopo aver incantato.

Rifugio fra gente che canta, che ride, che rischia. Nel basket di oggi devi fare attenzione a chi sfiori. Tutto pescepopolo che guarda in cagnesco per pochi pezzucci di dozzina messi in rete o sui giornali, tanto per dire che si esiste sempre e comunque, pazienza se gli amici che avevamo per gelosia, vanità, strano senso della giustizia e della vendetta in salsa rubra, hanno deciso di camminare insieme a gente che non ha le stelle sopra la testa né un concetto condivisibile di morale sotto i vestiti.

Pagelle intinte nella vinaccia, accarezzate dal miele, vendute come pensiero e mai come vendetta, anche se, ogni tanto, verrebbe voglia di mandare tutti sotto zero.

10 Al CUCCAROLO virtussino delle 4 stoppate contro Sassari perché non vogliamo premiare certo la qualità di un giocatore che comunque Valli, andando contro il parere di molti, ha reso più che decoroso per la massima serie, ma lo sforzo fatto da questo ragazzo che quando si presentò in palestra a Treviso faceva persino fatica a muoversi. Vederlo migliorare ogni volta, prendere coscienza di se stesso è quasi commovente. Ora non faccia come tanti suoi colleghi che una volta trattati bene dalla critica si sono immeditamente rivestiti con la pelle d’asino.

9 Al PERIC reyerino che sfugge alle statistiche del grande fratello cestistico, anche se in questo turno è secondo per valutazione (+36) dietro al LaQuinton Ross della Pesaro che riscopre la paura retrocessione con Caserta così vicina. Ci è piaciuto il suo atteggiamento nel barnum della presunta partita delle stelle. Capita l’antifona ha preferito osservare, ragionarci sopra, ringraziando per il divertimento, ma…

8 Ad Alessandro GENTILE che sembra davvero uno dei toreri spontanei che a Pamplona sfidano l’encierro con i tori nella strada che porta all’arena, ma anche l’espada che va dentro a misurare le corna più affilate di bravos super pagati. Ultimamente il suo agente, uno dei più moderni, coraggiosi, lucidi, esagerati nel canto di battaglia, ma comunque battaglieri, ci ha regalato il libro scritto con il roseo De Schiavi. Lo avevamo già acquistato, ma affrontato con cautela. Suo padre per raccontarci una vita gloriosa, lunga, tormentata, vincente, ha aspettato di vedere come finiva la sua storia sul campo. Niente da dire sull’iniziativa. Venderà pure, come successe a Danilo Gallinari, anche lui in anticipo sulla storia sportiva tutta da vivere e, purtroppo, da soffrire, ma certe cose fanno credere di aver superato l’asticella quando ancora si sta preparando il salto. Da come gioca, lotta, sembra che lui lo sappia. Ogni partita una sparatoria, una sfida, e per farlo bene, si allena anche con tanta voglia, però i talenti hanno sempre bisogno di sentirsi sfidati, lui ha talento anche nel cercare nemici stimolanti, ma serve pure la pazienza e la ricerca della serenità tecnica. Se lo ricordi anche se detto da un “nessuno”.

7 A Gianluca BASILE che a quarant’anni ha sfidato ancora la fatica nell’arena di Pistoia. Ha segnato, ha perso, tantissime altre volte ha vinto cose importanti, partite storiche, ma resiste. Lui, con Soragna, per illuderci che esiste ancora la mamma che certi giocatori li può davvero fare. Non ceda. Deve pur battere il record di Meneghin. Poi cosa si fa senza agonismo? Chieda a Fucka, magari anche al Marconato che avrebbe fatto comodo come cambio a tanti anche adesso.

6 All’allenatore di DUKE, il famoso campione olimpico chiamato allenatore Kappa, scriverne il nome è un tormento anche in malga Fischnaller, insomma il Krzyzewski arrivato a 1000 vittorie soltanto nella NCAA, il torneo universitario. Lo abbiamo sempre ammirato, ma amato meno di un Dean Smith, del Carnesecca che a Roma ci fece impazzire in un clinc sulla zona pressing che resta meraviglia per le genti come direbbe Bianchini che era su quelle tribune con gli amici rimpianti Santinoli, Innocenti, il barone Sales che manca tantissimo anche al monumentale Spartacus Gamba come ha detto a Benzoni per il SB che non ci hanno regalato al Forum, ma abbiamo comperato per “leggere” almeno Pea. Colpa nostra, direbbero da Tranquillo a Chiabotti. Vero. Certo un grande.

5 Alla MAGISTRATURA che nel convegno di apertura del nuovo anno giudiziario ha scoperto che le curve sportive, non solo quelle e non soltanto quelle del calcio, sono governate dallla malavita organizzata. Come siamo messi nel basket? Come gli altri, ma l’infiltrazione si nota. Poca gente, ma comunque pericolosa, invadente. Certo questo mestiere del tifoso professionista è una cosa strana in un paese con tanta disoccupazione. Chi pagherà mai le trasferte e i bavacchi ai campi di allenamento? Indagando, forse, si saprebbe.

4 Al MERCATO APERTO che resta vergogna del sistema basket, passerella per far transitare soldi che escono dal basket e vanno in altre tasche. Hanno già scritto (Per illuderci? Per ingannarci?) che i nuovi potrebbero riaccendere un campionato dove si gioca per arrivare secondi dietro Milano. Rimediare agli errori, dare la colpa ai soldati di ventura, per nascondere l’incapacità di migliorare con il lavoro è alla base di una crisi. Considerando i pochi soldi, cosa ci vorrebbe a fare regole che possano aiutare la gente almeno a ricordare per un anno intero il viandante con borsone?

3 A TUTTO IL BARACCONE che pensa di aiutare i nostri talenti chiedendo se si sentono pronti per la NBA. Per fortuna i ragazzi stanno reagendo bene e Polonara, ultimamente, cercando di non mettersi a ridere, ha detto che deve lavorare moltissimo prima di poter pensare al passo successivo che, cara gente, non è l’America, ma la grande Europa e se Datome avesse ascoltato si sarebbe trovato in una luce diversa e non nel cono d’ombra della frustrazione. Resistere, resistere come ha fatto Belinelli? Certo, ma anche Beli avrebbe potuto scalare in modo diverso se avesse fatto i passi secondo le scarpe che aveva ai piedi. Chiamalo fesso, dite voi. Ha guadagnato tanto, fatto esperienze importanti e poi il titolo, i rimpianti di Obama. Visioni diverse, ma senza invidia cari sapientoni.

2 Ai FINTI AMICI di PIANIGIANI che insistono a prevedere un’Italia da podio Europeo, da corsa olimpica. Partire così, anche se SKY ci farà vedere tutti gli allenamenti di Azzurra consentendo di valutare bene, è molto, troppo pericoloso. Abbiamo vinto quando c’era aria da funerale. Persino a Capodistria, nell’ultimo europeo, andò così.

1 Agli ARBITRI per non aver dato subito ascolto al commissario Laguardia ricostruendo le coppie. Erano una garanzia, una certezza. Tutti ricordano Ardito e Compagnone, Vitolo e Duranti, Martolini e Fiorito, le grandi accoppiate lombarde e venete, friulane, da Gorlato, Zanon, a Solenghi, Zambelli, Albanesi, la storia toscana perpetuata oggi dai Baldini, come dai Martolini. Meglio evitare sorteggi e studiare più la materia.

0 A Dante GURIOLI, un eccellente allenatore che non ha avuto tutta la gloria meritata anche perché ha preferito vendere scarpe e a Rho. Adesso non ci sono i soldi neppure per stare decorosamente nelle minori. Discreto giocatore, che si domanda come Mike James, visto ad Omegna, transitato in Grecia prima di far piangere domenica Barcellona col Vitoria, sia finito in Spagna e non è stato preso qui dove giocano fior di brocconi. Caro Dante re del Canaglia qui riderebbero per Parachouski mvp di eurolega coil Novgorod, qui hanno scartato gente forte per dare retta ad agenti scadenti. Nessuno stupore. L’unica cosa che condividiamo, con tanti altri, è quella sul mercato chiuso, unica finestra dispnibile quella della sostituzione per infortunio grave.

Oscar Eleni, in esclusiva per Indiscreto

Share this article