La ripresa di Herberger

17 Ottobre 2014 di Stefano Olivari

L’Italia è un paese ospitale e garantista nei confronti dei delinquenti, italiani e non, ma se si vuole davvero passare un guaio serio basta (esperienza personale) il ritardo o la dimenticanza di un versamento IVA o di un contributo previdenziale: liquidità sicura per pagare stipendi e pensioni a persone che non sanno cosa significhi essere pagate a 180 giorni (o mai). Però questi sono massimi sistemi, mentre volevamo fare un’osservazione sulla bozza della legge di stabilità, che onestamente stiamo leggendo soltanto nelle parti più pop (di culto quella sulle slot machine). In pratica l’IVA aumenterà, a partire dal 2016, di minimo un punto percentuale l’anno per tre anni andando quindi a raggiungere un simpatico 25%. Il livello nettamente più alto di imposta sul valore aggiunto fra i grandi paesi europei (Germania 19%, Francia e UK 20, Spagna 21), tutti con vari tipi di eccezioni o riduzioni. Di certo un’auto che oggi costa 24.400 euro fra 4 anni costerà 25.000: non certo una spinta per i consumi, ma di sicuro un aumento dei soldi ‘sicuri’ che lo Stato può incassare. Con un dettaglio non da poco, alla lettera del testo: l’entità dell’aumento dell’IVA ordinaria non è specificata, quindi in linea teorica un governo disperato potrebbe andare anche oltre l’1% annuo. E visto che siamo nella già vista, dall’anello nuziale di nostra nonna al 6 per mille di Amato sui conti correnti, zona ‘oro da dare alla patria’… Stesso discorso per le accise su benzina e gasolio, anche loro con previsione di aumento. Il tutto nel 2018 dovrebbe fare una differenza di oltre 21 miliardi di euro in più all’anno nell’ipotesi (tutto è un’ipotesi) che i consumi non crollino e la gente non sia costretta a mangiare a un euro nella peraltro ottima mensa di Ernesto Pellegrini. E quindi quale è stata la conclusione al bar dell’economia? Che Renzi scommette su una super-ripresa nel 2015, di cui comunque non ci sono segnali diversi dal ‘peggio di così non può andare’, un po’ come Herberger sperava nella pioggia il giorno della finale con la Grande Ungheria. Servono quindi fortuna, doping e aiuto dell’arbitro.

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