Nicole Reina da grande

7 Ottobre 2014 di Stefano Olivari

Sabato scorso abbiamo avuto la fortuna di assistere dal vivo a un record italiano di proporzioni africane, anche se con la tara di una specialità come i 10mila metri in pista che dalle ragazze è sempre stata poco frequentata. Sulla pista dell’Arena di Milano, ai campionati provinciali, Nicole Svetlana Reina ha battuto quasi 2 minuti un primato quasi trentennale: 34’20”32 contro il 36’10”3 (niente centesimi, all’epoca, nel mezzofondo delle categorie giovanili) di Tullia Orietta Mancia del 1985. Parliamo di record allieve, cioè di Under 17, ma anche in termini assoluti il risultato è clamoroso: la Reina è la terza italiana dell’anno nella specialità, dietro Veronica Inglese e Claudia Pinna, con margini di miglioramento incredibili. Allenata da Giorgio Rondelli, la diciassettenne nata in Ucraina ma italianissima per famiglia (adottata a 5 anni da una coppia di Novate Milanese) e formazione sportiva, è con Federica Del Buono la grande speranza di un’atletica italiana che nel futuro prossimo affiderà i suoi sogni di medaglia soprattutto alle donne: da Valeria Straneo a Elisa Rigaudo, da Eleonora Giorgi ad Alessia Trost. Speriamo di avere mille altre occasioni per parlare di questa grande promessa, che ha un ampio ventaglio di gare ma promette soprattutto sulle siepi, dove l’anno scorso (nei 3.000) è diventata la più giovane campionessa italiana assoluta di sempre, considerando tutte le specialità, a nemmeno 16 anni. Pensando alla Mancia, nostra quasi coetanea e anche lei ai suoi tempi ragazza da pluri-record, ci sembra interessante capire quanto il talento puro, che nel mondo allievi conta molto di più che in quello juniores (dove c’è chi vive quasi da professionista con il sogno di strappare l’agognato stipendio statale), possa essere indicativo di una grande carriera. Se prendiamo i record italiani allieve nelle specialità, il risultato è chiarissimo: il talento da solo non porta da nessuna parte. Una discreta carriera in azzurro l’hanno fatta Vincenza Calì (200 metri), Fabia Trabaldo (800), Virna De Angeli (400 ostacoli), Veronica Borsi (100) e Chiara Rosa (peso). Troppo presto per giudicare in prospettiva Alessia Trost (alto, in coabitazione con Barbara Fiammengo) e Roberta Bruni (asta), si può invece esaltare solo Gabriella Dorio (1500), a livello giovanile fenomeno un po’ dappertutto e poi eroica contro le mezzofondiste sovietiche, rumene e americane, oltre che contro le allora soltanto emergenti africane, con la gemma dell’oro olimpico di Los Angeles 1984. Ecco, tutte le altre campionesse che ci vengono in mente nel libro dei record allieve non ci sono. In positivo significa che c’è speranza per tanti e che allenarsi troppo a livello giovanile è controproducente, in negativo che soprattutto al femminile tanti talenti abbandonano o si siedono una volta raggiunta la maggiore età. Nessuno può prevedere il futuro della Reina, nemmeno lei, ma di sicuro nessuna (non nessuno, visto ciò che faceva da allievo Andrew Howe, intravisto sempre sabato a ‘Ballando con le stelle’) è mai partita da dove è partita lei.

(foto tratta dal sito www.atleticalive.it)

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