Tiro alla Kostner

22 Settembre 2014 di Oscar Eleni

Oscar Eleni dai campi Flegrei, sulla strada per l’antro della Sibilla Cumana sacerdotessa di Apollo e della lunare Ecate, per ritrovare armonia del pensiero come ai tempi in cui lavorava da quelle parti il maestro Arnaldo Taurisano che con grande pazienza era pronto a confessarci, se eravamo depressi, a renderci più cauti, se eravamo esaltati da qualcuno o da qualcosa, in puro stile Pavoniano e scuola Allievi, ma soprattutto con la fantasia del grande cercatore di funghi che si è inventato l’arte di allenare, insegnandola bene, scrivendone in maniera sublime nei libri che ancora oggi dovrebbero essere nella biblioteca di allenatori non stregati dal baskettese imperante. Voglia di tenerezza e confronto col Tau, gustando il sapore delle caramelle che la moglie portava in via Giusti per combattere il freddo e stimolare meglio il Carlo Recalcati ancora incerto sulla strada prendere, proprio come accade adesso con questa Reyer che è partita piano piano, seguendo la legge del micione: i conti si fanno alla fine.

Confusione del precampionato in un Paese che prende a calci uno come Muti, in una terra dove non puoi cambiare nulla perché tutti pensano soltanto all’utile particulare come succedeva, forse succede ancora, a questa Lega. Fastidiosa esistenza, con le catene dell’artrosi che ti fa sputare ogni giorno sullo specchio se pensi che si va in giudizio per bambinate, si resta liberi di volare su tutto anche avendo rubato il massimo. Siamo davanti alla Sibilla per sapere come valutare una situazione davvero misteriosa come quella che, sugli stessi giornali, ci propone la beatificazione di Pantani e la dibolica gogna per il puzzapiedi Schwazer che servirà come cavallino di Troia per far avere una pace armata fra CONI e WADA, l’agenzia per l’antioping che vigila, non certo gratuitamente, sull’antidoping stesso. Considerando che l’olimpionico altoatesino non era importante abbastanza hanno voluto tirare dentro anche Carolina Kostner, più nota nel mondo dello sport e dell’arte, più rispettata certo all’estero che dalla commissione del CONI impegnata a farsi ridere dietro con una convocazione, non necessaria di alcuna urgenza, guarda caso, proprio quando stava per andare in scena all’Arena di Verona.

Paturnie di una vecchiaia che non placa la voglia di ribellione davanti all’ipocrisia. Il bene, il male. Le guerre di religione. Tutte porcate e per fortuna papa Francesco sta facendo un po’ di pulzia nelle anime torbide dei fedelissimi della pisside. Tornare a Cuma, al ricordo di Taurisano per rimettersi al passo col basket del precampionato. Piccole e grandi bugie, alcune verità.

Cantù che batte Milano nella finale del Lombardia a Desio vuole dire che l’Emporio soffrirà anche la difesa del titolo tanto sofferto? Non ci crede nessuno. Neppure l’euforico Sacripanti, che sa benissimo come stanno le cose adesso con il regime dei due allenamenti al giorno, chi li fa, Milano li fa di sicuro, con una preparazione atletica di massimo carico, con Giustino Danesi che sembra Ario il vecchio sulla galea romana dove veniva portato al massimo il ritmo delle remate per vedere la resisenta di Ben Hur e nella squadra di Banchi di futuri Ben Hur ce ne sono tantissimi.

Ogni allenatore sa bene a cosa serve il precampionato e se ha dirigenti intelligenti non si deve preoccupare dei rumors, delle agitazioni temporanee. Certo gli Zamparini e i Cellino crescono anche sotto la pagoda del basket, ma per adesso non si notano fibrillazioni speciali anche se alla porta ci sono fior di allenatori disoccupati, da Caja a Frates, a Boniciolli, leoni che trovano il modo per servire il basket in tante maniere anche non avendo contrtatti.Certo non siamo stupiti che siano a spasso. Qui da noi è rimasto senza lavoro per moltissimo tempo Sasha Djordjevic dopo il buon lavoro a Treviso. Per fortuna ci ha pensato Bodiroga a ridargli il posto che compete ad un genio di questo sport. Anche faccia d’angelo avrebbe cose da raccontarci sulla sua esperienza da dirigente in quel di Roma dove, come sappiamo, purtroppo, pochissimi hanno ascoltato il grido di dolore annuale del Toti che sarebbe andato all’EUR con il piccolo esercito di abbonati che invece possono vantare altri, Milano già oltre i 3000, Reggio Emilia, Sassari, Varese, Cantù, Trento, Brindisi, insomma quasi tutti meno Roma, come sempre, come al solito. Colpa di? Lasciamo perdere, tanto restano in pista anche quelli che fanno di tutto per stroncare le creature alla nascita. Fortunatamente, ogni tanto, arriva uno zio da non so dove, tipi dal doppio fondo nella valigia, nasce un conflitto aziendae e allora qualcosa cambia.

Pensieri sparsi sfogliando pubblicazioni insipide, leggendo quasi sempre le stesse cose, scoprendo siti che diventano importanti a comando di certi personaggi che con le classifiche pensano di guadagnare la stima e invece allungano soltanto a loro lingua verso antri non proprio da sibille.

Bella idea l’Europeo multietnico. Fossimo l’Italia chiederemmo il girone di Montpellier, mai quello di Riga, sarebbe interessante Berlino, mentre Zagabria potrebbe diventare trappola. La finale a Lilla in un palazzo da 27 milla persone è stuzzicante. Esserci, urla Petrucci tenendo per mano Belinelli davanti al presidente Napolitano dopo avergli fatto ripetere cento volte che la “nazionale” è una sua priorità. Non hanno pazienza. Sarà il tempo a decidere. La durezza della stagione a far dire si o no a quelli che dovranno passare sotto il regime di Pianigiani e Cuzzolin. Se saranno tutti meglio per il basket italiano. Restiamo scettici.

Interessante, anche se tardivo, aggancio di Cusin con la realtà. Se farà bene con Sacchetti a Sassari avrà dei grandi vantaggi. Certo la Dinamo con lui fra i centri potrebbe essere davvero la seconda forza del campionato più di Reggio Emilia e Venezia che avevamo messo in pole al primo viaggio verso Cuma qualche settimana fa. Giudizio che resta in piedi anche dopo aver visto su Sportitalia il torneo di Brindisi dove Gigio Gresta ci ha raccontato tante belle cose, confessando, però, che teme vendette se certi giudizi sugli arbitri saranno ricordati nell’antro di Facchini? Certo che resta in piedi. Il precampionato fa vendere qualche abbonamento, ma non può dire nessuna verità. Tutti sono in maschera, con acido lattico come compagno per la notte più fedele di Dolce a Gabbana.

Per adesso puoi solo valutare la differenza dei pesi: troppe squadre hanno fatto la nuova formazione cercando di non sforare il mezzo milione di euro. Per gli stranieri? No. Per tutta la baracca o quasi. Allora se vanno sullo stesso quadrato società che possono spendere dai 5 milioni di euro in su e altre che hanno a disposizione dal milione di euro in giù come ci si può aspettare equilibrio? Be’, contando sul fatto che la fame, spesso, rende leoni giocatori che amano sbranare i gattini dei ricchi se questi si mettono a prendere il sole, annusare profumi, fare notte fonda tutta la settimana.

Ci sarà tempo, gente, per capire dove finiranno certi sogni, per rendersi conto se il premio Orenga, l’allenatore della Spagna giubilato per fallimento sul campo, tradito da troppa gente con il fard, verrà assegnato in multiproprietà molto prima della fine di un campionato che verrà lanciato prima della Supercoppa sassarese, una sorpresa per stupire chi avendo visto di tutto e di più resterà impassibile, se ce lo consentono quelli ancora convinti che siano le parole a riempire tribune e far lievitare i tesseramenti come piacerebbe ai borosauri di Comitato che ti negano gli arbitri, fedeli alla burocrazia e alla cadrega.

Rivisto in pista il Meneghin migliore. Quello che amava il basket spensierato ma duro, come dice sempre il sciur Gamba che non tradisce nessuno a anche sventolando il bnastone cìè sempre, perché lui incarna l’amore per il gioco che è stato ed è la sua vita. Non è mancato alla presentazione del libro sull’ingegere volante Marzorati a cui avremmo partecipato volentieri se soltanto qualcuno si fosse ricordato di mandare l’annuncio, non diciamo l’invito, perché quello si manda solo agli amici delgi amici. Era ad Udine mentre il presidente regionale Bardini premiava il Nino Cescutti che era Pozzecco prima della nascita del mattocchio che adesso vivrà la fase Gattuso nella Varese tanto amata e che tanto lo venera. Tutti in piedi per Dinone, anche Petrucci è riuscito a ricordarne le qualità come ministro degli esteri adesso che ha lasciato spazio al generone romano come sognavano da tempo nelle stanze della via Vitorchiano.

Dicevamo di Sportitalia, che sembra intenzionata ad essere davvero la TV del basket come un tempo, con una freschezza diversa. Speriamo vada tutto bene per il contratto silver con la Lega che nicchia, tenendosi, forse, l’annuncio, per la presentazione, ma intanto registriamo il boicottaggio delle serpi in seno che nella prima serata del Pentassuglia a Brindisi hanno fatto saltare la luce e la mosca al naso al presidente Marino.

Milano che freme aspettando il fu Palalido, per avere un’idea di seconda squadra da opporre all’Emporio Armani ridisegnato a livello dirigenziale, ma intanto chi avrebbe questo progetto avrà scoperto di certo che il Thohir nuovo padrone dell’Inter è entrato nel consiglio della FIBA asiatica. Insomma, sa cosa è il basket. Forse lo ama, ma con i dirigenti non sai mai. Loro giurano di essere stregati da questa luna a spicchi, poi quando li vedi in azione capisci di che pasta sono fatti e sei fortunato se poi vedi il coro plaudente davanti allo sperpero finalmente premiato.

Ci farà piacere rivedere Basile e Soragna sul campo. Forse anche Galanda che adesso ci danno ià in giacca e cravatta nel regno di Pistoia. Resistete cari “ragazzi”, qualcuno pensa persino che Marconato possa servire come rimpiazzo per i lunghi e non sbaglia di certo nella scelta.

Siete preoccupati per eventuali spostamenti di Gallinari da Denver e Datome da Detroit? Non fatelo pensando a come sono andate le cose per Belinelli, certo per Pianigiani una grana in più sapendo che neppure New York passa notti insonni pensando al destino di Bargnani.

Prima di lasciarci rieccovi la griglia al 22 settembre:

I fila: Milano, Sassari, Reggio Emilia.

II fila: Venezia, Cantù, Brindisi.

III fila: Avellino, Caserta, Roma.

IV fila: Trento,Cremona, Bologna.

V fila: Pistoia, Varese, Pesaro, Capo d’Orlando.

P.S. Nessun commento sulla vicenda che porterà in tribunale il titolare del sito sull’amata Olimpia e l’uomo che era stato imposto da Scariolo come consulente dell’ex presidente Proli? Stiamo ancora ridendo, mentre il direttore di Indiscreto sta vergando un commento poco spiritoso che presto leggerete. Se riusciremo a capire il valore e il tenore di certe letterine allora faremo sapere anche noi, per adesso un solo grido dalle mefitiche ritirate del Forum: state interpretando la storia della vita di tanti altri, quella dove c’è sempre uno che ama la loro ragazza e lei che ama lui….

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