Giannini o Floris?

17 Settembre 2014 di Stefano Olivari

I talk show politici sono tornati ad occupare militarmente prime e seconde serate delle televisioni generaliste, per ragioni scontate: costano poco e non solo perché gli ospiti ci vanno (quasi) tutti gratis a farsi autopromozione, danno l’illusione dell’approfondimento e dell’esistenza di un fantomatico ‘servizio pubblico’ (una fissa anche di chi pubblico non è), sono un veicolo formidabile di relazioni per tutti. Ieri sera l’atteso confronto fra il Ballarò di questa stagione, condotto su RaiTre dall’ex vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini, e quello per così dire originale, chiamato criminalmente DiMartedì, condotto da Giovanni Floris su La Sette con Maurizio Crozza ad aprire la trasmissione. Al di là dei risultati di ascolto, che hanno premiato la RAI anche per maggiore abitudine al marchio (quasi il 12% di share contro il 3,5) e perché il nonno già fa fatica ad andare oltre Raiuno e quindi figuriamoci il terzo canale, si tratta con tutta evidenza di due trasmissioni fotocopia rese al loro esordio ancora più fotocopia dalla presenza di Benigni come sorta di anti-Crozza una tantum. Difficile individuare vere differenze, se non nella scelta degli intervistati, fra registrazioni e studio: più ingessato Giannini, fra Prodi e Monti, più sciolto Floris che ha chiuso con un brillante Eugenio Scalfari (novantenne, ma più vivo di quasi tutti gli intervenuti). Però la sfida fra questi due talk show, in attesa di essere sommersi da tutti gli altri, ha appassionato moltissimo tutti i giornalisti che ci fanno iniziare la lettura dei quotidiani da pagina 15. Per lo meno quelli che ambiscono ad essere invitati in studio, fra una Serracchiani, un Brunetta, l’inevitabile italiano che insegna (potrebbe fare anche il bidello, tanto chi controlla?) all’estero ma che non vede l’ora di dare lezioni in Italia, più un’altra figura mitologica come quella dell’imprenditore sedicente illuminato: di solito è Oscar Farinetti, ma quando è impegnato va bene anche Grom (che fine ha fatto Matteo Marzotto?). Il nostro ‘Di qua o di là’ è quindi rivolto solo al gusto del telespettatore di qualità (la nuova linea è quella di proporci agli investitori come target alto, da ‘Conoscere i funghi’ a ‘Hurrà Juventus’ lo fanno ormai tutti) quale è quello di Indiscreto, che guarda l’una o l’altra trasmissione (non avendo di meglio da fare, si intende) senza alcuna convenienza: preferite il Ballarò di Giannini o il DiMartedì di Floris?

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