Fine dell’atletica italiana?

9 Settembre 2014 di Stefano Olivari

Pietro Mennea domenica a Rieti ha perso il record dei 300 metri per opera di Matteo Galvan, ma potrebbe presto riprendersi quello della staffetta 4 per 100 se lo scoop del Sole 24 Ore, a firma Claudio Gatti, avrà sviluppi sportivi oltre che giudiziari. E li avrà, ne siamo sicurissimi, perché dall’indagine dei Carabinieri non può non essere emersa la verità riguardante alcuni atleti di primo piano e molti di secondo, finora nemmeno ‘chiacchierati’ a livello di bar. Abbiamo letto l’articolo proprio mentre stavamo per scrivere qualcosa sul caso Schwazer, tornato d’attualità nei giorni scorsi dopo la conclusione delle indagini preliminari da parte della Procura di Bolzano, notificata a due medici della Fidal (Fischetto e Fiorella) oltre che all’ex dirigente Rita Bottiglieri. In sostanza dall’inchiesta emergono precise responsabilità, almeno come omessi controlli, del CONI all’epoca presieduto da Gianni Petrucci, ovviamente della FIDAL allora con a capo Franco Arese (guida anche dell’Asics, sponsor  e fornitore della FIDAL stessa, di alcuni atleti singolarmente e anche di gruppi militari) ed in generale di un sistema medico tutt’altro che scollegato da quello politico-sportivo. Nell’articolo si parla di trattamenti di favore per la 4 per 100 (Donati-Collio-Di Gregorio-Checcucci) che agli Europei di Barcellona 2010 vinse l’argento togliendo il record nazionale all’Italia argento mondiale del 1983 (Tilli-Simionato-Pavoni-Mennea), oltre per Andrew Howe, ma come abbiamo detto i nomi sono molti di più e scommetteremmo su prossime puntate che devasteranno quel poco che rimane dell’atletica italiana. Ce n’è per tutti i gusti, da spacciatori travestiti da atleti a medagliette da salvare a forza di controlli saltati… Ma al momento limitiamoci a Schwazer, il cui caso può essere compreso proprio partendo dalla fine e quindi dalla squalifica sportiva: che scade a gennaio 2016, cioè 7 mesi prima dei Giochi Olimpici di Rio. In altre parole, la sua non confessione (pur con tutte le lacrime del caso, dalla Bignardi e altrove, queste sì sincere), sostenendo di aver fatto tutto da solo e addirittura ingannando la fidanzata Carolina Kostner, è stata alla base del Purgatorio sportivo e non gli impedirà di tornare non sappiamo se più forte di prima ma di sicuro con una medaglia incredibile in tasca (l’argento della 20 chilometri dell’Euro 2010 diventato oro per la squalifica del russo Borchin). All’epoca gli atleti di vertice erano sotto il controllo diretto della presidenza federale (Arese se ne vantava anche) e a pochi giorni dai Giochi, incredibilmente, nessuno sapeva (versione ufficiale) che l’atleta italiano di punta era in Turchia a procurarsi (e iniettarsi!) da solo una sostanza proibita. Facile previsione: sta per accadere un terremoto, non solo nella nostra atletica. Che continuiamo ad amare in maniera incondizionata, conoscendo centinaia di persone che la praticano onestamente, ma che è marcia in alcuni suoi volti puliti e in alcuni tecnici schiavi della logica del risultato ad ogni costo.

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