The Americans e il tifo per il KGB

11 Agosto 2014 di Stefano Olivari

The Americans è la prima serie televisiva per cui forse non saremo capaci di aspettare la versione doppiata in italiano, tanta è la sete di conoscere l’evoluzione della storia di Philip ed Elizabeth Jennings, spie sovietiche nell’America degli anni Ottanta ed elementi di punta del cosiddetto Direttorato S, un programma nato negli anni Sessanta mirante all’infiltrazione di agenti del KGB in territorio americano partendo da lontanissimo, cioè creandogli un’identità e una vita americane. Con tanto di lavori di copertura (il loro è in un’agenzia di viaggi) e di figli americanissimi e inconsapevoli. Essendo la storia ad alto rischio di spoilerismo, visti i colpi di scena presenti in ogni puntata, ci limitiamo qui al quadro generale e al consiglio della visione della versione italiana (immaginiamo che anche la seconda serie andrà presto in onda su un qualche canale Fox), felici che sia in produzione una terza serie. Punto di forza di The Americans è il contrasto fra ideali e vita quotidiana, valido sia per i protagonisti che per i loro nemici americani (comunque impossibile, almeno in questa fiction, non tifare per il KGB), con gli eventi che spostano di continuo il confine fra giusto e sbagliato. La parte prettamente spionistica della storia non è originalissima, con soluzioni tecnologiche e situazioni di combattimento un po’ tirate via, ma come spesso accade l’ambientazione vince su tutto il resto. La serie inizia quando Gorbaciov non è ancora al potere e quindi con la guerra fredda agli ultimi episodi (le crisi missilistiche, eccetera), ma già nei dubbi di Philip ed Elizabeth (Mischa e Nadezda) si intuisce ciò che sta per succedere nella madrepatria e che nel 1991 porterà alla disgregazione di uno stato e di un partito, ma non certo di una mentalità. Philip ed Elizabeth, anche se il primo si è americanizzato molto più facilmente, al di là delle loro vicende sentimentali a fasi alterne sono intensamente e profondamente russi e fedeli ad un difficilmente spiegabile (a chi non sa cosa sia) concetto di onore e rispetto di sé. Il loro comunismo è solo il vestito all’epoca usato da una Russia, cioè l’anima trainante dell’Unione Sovietica (anche se Stalin era georgiano e Breznev ucraino), per essere protagonista nel mondo. The Americans, basato su una storia verissima (e di qualche anno più recente, quando l’URSS non esisteva ormai più) e tuttora non chiarita, fa pensare in maniera non convenzionale al concetto di fedeltà ed è impossibile staccarsene.

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