La maglietta di Jennifer

1 Agosto 2014 di Tani Rexho

In Canada il calcio è più seguito di quanto in Europa si pensi. Quando arrivano per qualche amichevole club grandi e meno grandi di Inghilterra, Italia o Spagna scatta il delirio. Addirittura qui da noi si è così affamati di grande calcio che ci si entusiasma anche per le squadre che arrivano da Cialtronia e dal suo deprimente campionato. Una di queste, la New Team, è venuta di recente proprio qui a Toronto. Si tratta di un grande club caduto un po’ in disgrazia, che ha appena cambiato allenatore e come accade un po’ dappertutto ha puntato su un emergente, uno con una buona immagine dovuta al suo passato di giocatore ma con un curriculum da allenatore vicino alla zero. Porta bene la giacca, questo sì, ma in realtà serie come quella italiana o quella albanese non sarebbe sufficiente. Questo allenatore, di nome Rigamonti (è italiano, del resto si sa che gli allenatori e gli arbitri italiani sono richiesti in tutto il mondo: a Cialtronia in ogni caso piacciono molto), ha la fama di uno serissimo nella vita privata e questo tramite i ridicoli giornali locali (al confronto quelli italiani sono coraggiosi) viene sempre sottolineato, come se i suoi predecessori fossero puttanieri che non allenavano la squadra. In realtà Rigamonti ne ha fatte e ne fa come 10 Vieri-Inzaghi-Balotelli messi insieme, ma è sempre stato bravo a non farsi beccare. Per farla breve, la New Team arriva in questo albergo di Toronto per prepararsi alla partita e due miei vicini di casa, tifosissimi della squadra, si uniscono ad altri appassionati che fuori dall’albergo aspettano i vari giocatori per autografi e foto. La ventenne Jennifer e suo fratello Drew mi chiedono se sono interessato, ma ho una partita di baseball da vedere e la New Team di quest’anno a dirla tutta mi intristisce un po’. Mentre la massa dei tifosi insegue i giocatori, Rigamonti esce tranquillo sul piazzale e Drew gli si avvicina per fargli una foto. Viene respinto con fare infastidito, ma quando a presentarsi è Jennifer la musica cambia. Rigamonti da divetto spocchioso diventa subito dolcissimo e collaborativo. Jennifer parla bene l’italiano, lo ha studiato al liceo, fa gli auguri a Rigamonti per la prossima stagione. Il marpione, che potrebbe essere tranquillamente suo padre, gioca una carta che da calciatore funzionava sempre: “Ragazzi, venite alla partita?”. Jennifer dice che non ha trovato i biglietti e Rigamonti è rapidissimo, come a suo tempo nelle aree di rigore della sua Valtellina: “Dammi il numero di cellulare, se li trovo te li mando. E a fine partita ti regalo una maglietta”. Jennifer lascia il numero al marpione e torna a casa felice insieme a Drew. Mi incrociano mentre sto tagliando l’erba nel mio giardino, che è proprio davanti a quello di casa loro. Mentre gli chiedo come sia andata a Jennifer arriva tramite WhatsApp un messaggio di Rigamonti: “Ciao, sono il Riga. Non ho trovato i biglietti, ma se vieni dopo la partita di regalo una maglietta. Baci”. Jennifer, felice di avere incontrato un personaggio famoso così gentile, posta tutto sulla sua pagina Facebook fra l’invidia delle amiche e la gelosia del fidanzato. A questo punto divento curioso. Mi offro di accompagnarli, il baseball può aspettare: in fondo i Blue Jays posso vederli quasi ogni giorno. A fine partita aspettiamo Rigamonti fuori dallo stadio, come da accordi. La New Team ha perso 27 a 4, ma nell’ambiente c’è fiducia: ancora qualche prestito con diritto di riscatto e la difesa sarà registrata. Jennifer gli manda un sms, senza troppe speranze. “Starà analizzando il video della partita, ho letto sulla Gazzetta dello Sport che lo fa sempre insieme ai suoi consulenti tattici”, mi dice ingenua. Invece la risposta arriva immediata: “Dove sei?”. Jennifer: “Fuori dallo stadio”. Ri-risposta di Rigamonti: “Noi abbiamo già lasciato lo stadio, ma vieni a trovarci in albergo”. Insomma, Rigamonti ha in mente sì la maglietta, ma nel senso di toglierla a Jennifer. L’analisi tattica verrà fatta a mente fredda. Io e Drew la spingiamo a rispondere, per vedere quanto sia cialtrone, ma lei ci manda affanculo e ci chiede di tornare a casa. Farà a meno della maglietta della New Team. Dopo 10 minuti messaggio di Rigamonti, impaziente: “Allora, dove sei? Vieni?”. Intanto ci hanno raggiunto alcune amiche di Jennifer, Donna e Alberta, che appresa la storia la spingono a rispondere. E non per scherzo… Alla fine l’educazione di Jennifer prevale e parte un sms: “Ero stanca e sono andata a casa”. Rigamonti la prende bene: “Peccato. Notte!”.  È uno sportivo, sa che a volte si può perdere. Anche se a lui, in questo campo, non è capitato spesso. Sulla panchina della New Team gli capiterà forse di più, se non arriveranno rinforzi.

Tani Rexho, da Toronto, in esclusiva per Indiscreto

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