Nibali o Pantani?

27 Luglio 2014 di Indiscreto

Vincenzo Nibali ha vinto il Tour de France in un modo che definire netto è poco, riuscendo ad entusiasmare nonostante le uscite di scena di Froome e Contador (comunque colpa di Froome e Contador, non sua). Difficile aggiungere qualcosa ad un successo che si è materializzato gradualmente lungo le tre settimane di corsa, come graduale è stata l’ascesa di Nibali in carriera: senza distribuire patenti di onestà pronte per essere annullate, senz’altro un curriculum più credibile rispetto a chi ha vinto all’improvviso un grande giro da trentenne ex gregario o addirittura da ultraquarantenne. L’ultimo italiano ad avere conquistato la corsa più più importante del mondo era stato Marco Pantani nel 1998, in tutt’altra epoca per il ciclismo: per molti più sporca rispetto a quella attuale, per qualcuno paradossalmente (ma non troppo) più credibile secondo la logica del ‘liberi tutti’. Dopo Pantani sono arrivati i Tour di Armstrong e altri vincitori sbianchettati (Landis, Contador), al punto che anche per gli appassionati è difficile recitare a memoria l’albo d’oro senza asterischi. Il nostro ‘Di qua o di là’ per ripartire di slancio non ha come obbiettivo la riscrittura della storia del ciclismo, ma il semplice confronto fra due giganti come Nibali e Pantani: molto diversi non solo per i tempi di salita dell’Hautacam, ma anche come modo di interpretare il ciclismo, lo sport e la vita. La domanda è quindi semplicissima, senza troppe sovrastrutture: chi ci ha esaltato di più fra Nibali e Pantani? Pensiamo che sia il momento giusto per chiederselo: qualche voto pro Pantani sarà dopato (passateci il termine) dall’effetto nostalgia, qualche voto pro Nibali dall’esaltazione del momento, ma in generale tutti hanno ben presenti le due carriere.

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